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Giochi da Tavolo

Giocare ovunque è bellissimo e lo abbiamo fatto grazie ai Micro Games di Pendragon Game Studio

Molti board game hanno un grande difetto: le dimensioni. Ci vuole infatti veramente poco a trovarsi sommersi di sontuose scatole, colme di contenuti e divinamente realizzate, che finiscono però presto per riempire ogni angolo della casa. Anche avendo a disposizione palazzi o ville, inoltre, il problema si ripresenta quando si vuole portare con sé da amici o in viaggio anche solo un paio di proposte. Insomma, tutto bello finchè si gioca, ma difficile da gestire negli altri momenti.

Certo, direte voi, fossero tutti così i problemi della vita e del resto come darvi torto. Innegabile, in ogni caso, come soprattutto chi abita in città si sia trovato di tanto in tanto a dover considerare lo spazio a propria disposizione prima di imbarcarsi nell’acquisto di un nuovo board game, soprattutto se dotato di miniature e particolarmente imponente. Un qualcosa che non dovrete però fortunatamente fare con i micro game di Pendragon Game Studio, che, come dice il nome stesso, sono di un formato estremamente ridotto, senza perdere però un’oncia sul piano del divertimento.

11 cm di lunghezza per 7,5 cm di altezza e 1 di larghezza, con un peso che non arriva ai 50 grammi: queste sono le dimensioni mignon dei micro game, che si adattano quindi come vi dicevamo alla grande a essere portati ovunque e in ogni situazione. Nello zaino, nella tasca dei pantaloni o, perché no, addirittura della camicia: grazie a Pendragon Game Studio ora potrete davvero essere pronti comunque e dovunque per una veloce partita. Il tutto poi racchiuso in un semplice ma elegante astuccio nel quale sono contenute le carte necessarie per i vari giochi. Bando però alle ciance e vediamo insieme quali sono i titoli disponibili in questa collana.

L’isola dei predatori

L’isola dei predatori di Scott Almes è l’unico micro game del gruppo a giocatore singolo. L’obiettivo del gioco è quello di permettere alla catena alimentare di fare il suo dovere, facendo sbranare quanti più animali possibili dai loro predatori. Ognuna delle 16 carte animale presenti, infatti, è contraddistinta da un valore numerico e da un’abilità speciale, con le creature che possono sbranarne solamente altre con un valore fino a tre minore del proprio.

Dopo aver posizionato le carte coperte in una griglia 4×4 e averle in seguito svelate, parte una partita a mo’ di solitario in cui si può muovere una carta per volta per mangiarne un’altra. Far consumare un pasto a un animale ne fa poi attivare l’abilità, che può portare sia vantaggi che svantaggi in base alla situazione. Il pipistrello, ad esempio, deve essere spostato di un ulteriore spazio dopo aver mangiato e il che può ovviamente essere una cosa buona o meno in base alla disposizione delle altre carte da gioco. A rendere il tutto più vario la presenza di due animali marini che non prendono parte alla catena alimentare, ma possiedono abilità speciali da poter essere usate alla necessità, e la possibilità di adottare griglie differenti.

Per quanto basata su un’idea molto semplice, ci siamo davvero divertiti con L’isola dei predatori e abbiamo provato ben più di una volta a finire la partita con solo un’animale in vita. Più si gioca al board game poi, più si imparano a conoscere le abilità degli animali, con i match in solitario che diventano sempre più tattici e studiati. Chiaro, non siamo davanti a nulla di trascendentale, ma ogni tanto una partita a L’isola dei predatori ci sta davvero tutta. Grazie al formato, inoltre, si rivela perfetta per quei viaggi in solitaria, come quelli di lavoro, dove si è costretti a passare le serate in hotel senza nulla intorno.

Avignone: lo scontro dei papi

Avignone: lo scontro dei papi di John du Bois propone invece delle sfide a due giocatori per delle partite da un quarto d’ora circa. L’obiettivo del gioco è quello di ottenere l’appoggio del popolo cristiano a supporto della propria scalata alla massima carica chiericale e screditare il proprio avversario. A scontrarsi sono, data l’ambientazione durante lo Scisma d’occidente, ovviamente Roma e Avignone, con ognuna delle due sedi papali che vuole legittimare la propria posizione.

Per farlo i due giocatori dovranno convincere vescovi, cardinali, inquisitori, cavalieri, nobili e villici a far parte della propria congregazione. Il tutto, ovviamente, turno dopo turno. Per portare dalla propria parte un personaggio è necessario farlo arrivare fino a Roma o Avignone, passando rispettivamente per Firenze e Nizza. Il punto di partenza è invece proprio nel mezzo, ossia a Genova. Al fine di ottenerne il sostegno si attivano quindi delle specie di tiro alla fune, con i sostenitori che vengono trascinati da una parte all’altra dai giocatori tramite preghiere, suppliche, castighi e, nei casi più disperati, anche scomuniche. Il primo che riesce a portarne tre dal proprio lato vince la partita e il potere spirituale.

Avignone: lo scontro dei papi riesce a regalare partite veloci e divertenti, anche se a differenza degli altri Micro Game proposti da Pendragon Game Studio è quello che ci ha convinto un po’ meno. Con i personaggi presenti nell’edizione, che non includono quelli aggiunti in seguito con le espansioni, le variabili non sono infatti tantissime e si finisce quasi sempre per fare le stesse mosse. Le istruzioni, poi, non sono esattamente chiare e ci abbiamo messo un attimo e qualche partita a comprenderle a pieno. L’ambientazione e l’idea alla base del gioco sono invece decisamente riuscite, con Avignone: lo scontro dei papi che resta comunque una valida alternativa per qualche duello veloce con un amico.

Revolver Noir

Con Revolver Noir di Xavier Davidson Pendragon Game Studio propone un altro micro game competitivo a due giocatori, in cui due pistoleri si sfidano in una battaglia all’ultimo sangue in una villa abbandonata. Il concept è davvero intrigante e in grado di regalare partite veloci, dinamiche e divertenti. I due giocatori hanno infatti a disposizione un mazzo con otto differente stanze, nelle quali possono spostarsi e attaccare l’avversario.

Nessuno dei due è però inizialmente a conoscenza di dove si trova la propria nemesi, con Revolver Noir che diventa presto e volentieri un gioco di deduzione e pura fortuna cercando di colpirla. Il poter piazzare trappole, l’utilizzare punti azione per farsi dare indizi e la presenza di effetti speciali delle varie stanze rendono poi il tutto più vario, con il gioco che, pur rimanendo semplice, riesce a offrire una discreta profondità.

Sinceramente Revolver Noir si è rivelato essere il micro game da noi preferito tra i quattro presenti in questa collana, grazie a un’idea di base intrigante e un sistema di gioco che riesce amalgamare insieme basse barriere all’ingresso e numerose variabili capaci di arricchirne le partite. Per giocarci non serve poi manco spazio a disposizione, rendendolo perfetto per esempio anche per partite a bordo di un treno con un amico.

In vino Morte

Nel caso siate infine alla ricerca di un’esperienza semplice e immediata con la quale intrattenere fino a 9 amici, Pendragon Game Studio ha pensato di proporre tra i suoi Micro Game anche In vino morte di Chris Anderson. Si tratta di un board game estremamente semplice e veloce, in cui sono presenti due sole tipologie di carte: vino e veleno. All’inizio di ogni round un mazziere da una carta coperta a giocatore, con i partecipanti al gioco che possono decidere se bere o scambiarla con quella di un’altra persona.

Se si decide di bere e si scopre di avere del vino si passa al turno successivo, mentre se la carta coperta è del veleno si viene estromessi dal round. Chi decide di scambiare la carta, invece, la scopre solo alla fine del turno, quando tutti hanno preso una decisione. Anche in tal caso avere del vino vuol dire proseguire nella partita, avere del veleno esserne rimossi. Il tutto continua nel medesimo modo fino a quando non rimane un solo giocatore.

In vino morte, insomma, è un gioco davvero, davvero semplice e immediato, che può essere proposto a chiunque in veramente una manciata di secondi. Un classico card game in cui la parte parlata è preponderante, un po’ come Lupus in Tabula, e che pone le proprie radici nella capacità del mazziere di convincere e confondere gli altri partecipanti. Nulla di incredibile, insomma, ma un bel passatempo per chiudere in allegria qualche serata tra amici.

Giudizio finale

Insomma, alla fine dei conti tutti i Micro Game, sia quelli più riusciti che quelli magari un po’ meno convincenti, riescono a fare alla grande quello che si prefissano: ossia divertire con poco spazio a disposizione. Sia che si voglia farsi una partita in solitario, sia che ci sia da intrattenere un partner o un gruppo più vasto di amici, inoltre, troverete in questa piccola collana di Pendragon Game Studio una proposta adatta al caso vostro. L’unico vero appunto che si può fare è quello sul prezzo: è vero che 10 euro non sono certo molti, ma stiamo pur sempre parlando di circa una ventina di carte per gioco, contenute in un semplice astuccio di plastica.

This post was published on 11 Ottobre 2024 23:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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