Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo la regione del Sertão, nel nord est del Brasile, fece da palcoscenico alle scorribande dei Cangaceiros, dei banditi guidati da forti ideali socio politici. A ispirarli nella loro lotta contro i potenti latifondisti locali e le temibili volantes era infatti soprattutto il senso dell’onore e la volontà di far rispettare i propri diritti. Una ribellione guidata soprattutto dalla figura della donna, con molti dei più celebri Canganeiros che furono proprio di sesso femminile.
Un periodo in cui realtà e leggenda si intrecciarono, forgiando miti e figure diventate presto celebri in tutto il Sertão e che la Ergo Ludo Editions, con Roberto Pestrin, Marco Vassallo, Lorenzo Maria Conti e Daniele Ursini, ha deciso di trasporre sotto forma di gioco da tavolo con Cangaceiros. Un board game da due a cinque giocatori dalla durata di un paio d’ore, che ci trasporta direttamente nel Sertão di circa un secolo fa.
Cangaceiros racconta quindi le cruenti battaglie tra i ribelli fuorilegge brasiliani e le spietate volantes. Il tutto attraverso sette differenti turni di gioco, in cui temibili scontri a fuoco si intrecciano con i progetti di vita e le ambizioni dei vari fuorilegge. Cangaceiros che i giocatori impersoneranno durante la partita, ognuno dei quali contraddistinto da peculiarità e rispettivi punti di forza e debolezza. Una scelta, quella di far impersonare un differente personaggio a ogni giocatore, che rende le partite ancora più varie, aumentando di molto l’imprevedibilità del gioco e le situazioni che potrebbero presentarsi all’interno di esso.
Ognuno dei round del gioco si sviluppa in cinque diverse fasi, ossia:
Come precedentemente accennato, il vero cuore di ogni fase è quello relativo all’utilizzo delle carte azione. Tali carte azione hanno infatti due differenti utilizzi, con la scelta di quale sfruttare che è demandata al singolo giocatore. Il primo è praticamente sempre relativo all’attacco delle varie volantes, con la conseguente possibilità di aumentare la fama del proprio Cangaceiro, mentre il secondo ha effetti molto più vari. Oltre a combattere con le volantes, infatti, le carte permettono anche di muoversi sul tabellone di gioco, piazzare dei presidi, ossia delle truppe, raccogliere del bottino, addestrare il capo banda e prevenire gli effetti di uno degli eventi di fine turno.
Non solo i giocatori potranno attaccare le volantes per accrescere il proprio mito, ma anch’esse, durante la quinta fase di ogni round, potranno attaccare i Cangaceiros, imprigionando le singole truppe e ferendo o addirittura uccidendo il capo banda. Nel caso il nostro eroe venisse sconfitto non verremmo fortunatamente eliminati dalla partita, ma ci sarà possibile rientrare con un altro Cangaceiros, perdendo però un determinato numero di punti fama.
Se oltre a tutto ciò considerate come siano presenti altre carte azione dedicate a determinate zone con cui potenziare il proprio mazzo, condizioni da rispettare per eseguire alcuni compiti, come ad esempio la raccolta del bottino di cui sopra, e altro ancora, è evidente come le variabili di gioco di Cangaceiros siano numerose e in grado di arricchire particolarmente l’intera esperienza.
Ma come si vince in Cangaceiros? O accumulando quanti più punti fama possibile, arrivando alla fine dei sette round con un numero maggiore rispetto agli altri giocatori, o completando quello che è il progetto di vita del capo banda, che richiede invece di soddisfare determinate condizioni.
Alla prova dei fatti, tolte le fisiologiche e doverose difficoltà a comprendere tutte le varie meccaniche nelle primissime partite, Cangaceiros funziona decisamente bene e riesce a offrire un’esperienza tutto sommato diretta e soddisfacente. Le partite, che in base al numero di giocatori possono arrivare a durare anche un paio di ore, filano via che è un piacere, complici le meccaniche semplici e contemporaneamente capaci di profondità. Tutto questo è stato abilmente bilanciato dai game designer attraverso l’importanza delle scelte operate, così da poter cambiare sempre il corso del match attraverso un utilizzo ragionato delle proprie possibilità.
Volendo trovare un punto su cui ci si poteva aspettare qualcosa di più è quello relativo all’iterazione tra i vari Cangaceiros e, di conseguenza, tra i giocatori. Al netto di alcune meccaniche, come la possibilità di ottenere determinati vantaggi degli eventi prima degli altri, sono infatti pochi i momenti in cui i cammini dei ribelli brasiliani si intrecciano durante il gioco. Un’iterazione indiretta tra i vari giocatori quindi, che non potranno mettersi più di tanto i bastoni tra le ruote o coalizzarsi contro le pericolose volantes.
Per il resto è veramente apprezzabile come tutti i vari elementi del gioco si amalgamino bene tra di loro, senza che nessuno di essi spicchi in particolare sugli altri. Un saggio lavoro di bilanciamento che rende le partite a Cangaceiros sempre differenti e mai sbilanciate su un aspetto del gioco rispetto che un altro.
Attenzione solo, prima di gettarvi nell’acquisto di Cangaceiros, di avere un tavolo sufficientemente grande, soprattutto se prevedete di utilizzarlo in quattro o cinque giocatori.
Sebbene lo spazio richiesto per la singola persona sia tutto sommato ridotto, il tabellone ha infatti delle dimensioni decisamente generose di circa 55×85 cm. Non stiamo ovviamente parlando di un gioco eccessivamente esoso in quanto a spazio richiesto, ma è comunque cosa buona e giusta assicurarsi della capienza del proprio tavolo prima dell’acquisto.
Un grande plauso finale deve assolutamente essere fatto a quella che è la realizzazione grafica di Cangaceiros e ai materiali utilizzati. I vari meeple sagomati, con quelli più grandi che rappresentano il giocatore che sono anche dotati di un adesivo per renderli ancora più riconoscibili, sono infatti di ottima fattura e totalmente in legno. Anche le varie carte sono ottimamente realizzate e sembrano destinate a durare nel tempo.
Dove Cangaceiros eccelle particolarmente è però sulla realizzazione grafica, sia delle due facce del tabellone (una per le partite a 2/3 giocatori e una per i match a 4/5 giocatori) che delle varie illustrazioni. La mano di Emiliano Mammucari, disegnatore tra le altre cose di Orfani per la Sergio Bonelli Editore, è infatti di valore e riesce a dare uno stile particolarmente curato al tutto. Il tabellone in particolare riesce ottimamente a ricreare le peculiarità del territorio al nord del Brasile, passando dalle aride distese desertiche a quelle più ricche di umidità e vegetazione o, ancora, a quelle montane in un modo sia realistico che accattivante alla vista.
Le illustrazioni dei vari Cangaceiros sono poi particolarmente convincenti e completamente in linea con il resto del gioco. A rendere, infine, il tutto ancor migliore è il fatto che quasi tutti i Cangaceiros, ad eccezione di uno che fa da tributo a un attore, sono basati su personaggi realmente esistiti. Pure i vari eventi del gioco si basano su fatti o caratteristiche storicamente accurate, rendendo Cangaceiros non solo un buonissimo gioco ma anche un ottimo modo per saperne di più su un dei fatti storici da noi ahimè non esattamente noti.
Cangaceiros è un buonissimo board game che riesce ad amalgamare al suo interno tante meccaniche bilanciandole quasi alla perfezione. Profondo ma non per questo troppo complesso: è innegabile come la Ergo Ludo Editions abbia fatto questa volta un ottimo lavoro, corredato anche da un aspetto grafico e stilistico di primo piano.
This post was published on 17 Agosto 2023 18:30
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