Continua la collaborazione tra Player.it e MegaNerd: oggi parliamo di un gioco storico, a cui tutti, almeno una volta nella vita, hanno giocato: Monopoly!
Eccoci pronti a dirvi tutto, ma proprio tutto, su un vero e proprio gioco cult: le sue versioni più recenti hanno cambiato pelle, indossato i panni degli eroi dei fumetti e del cinema, facendo gioire tantissimi nerd. Ma procediamo per gradi, partendo dall’inizio: quanti anni si porta sulle spalle il nostro amato/odiato Monopoly?
Fu creato negli Stati Uniti da Elizabeth Magie (si pronuncia McGee) all’inizio del XX secolo, inizialmente intitolato The Landlord’s Game. Dopo molti anni di variazioni e ristampe, una versione modificata da Charles Darrow fu pubblicata dalla Parker Brothers nel 1935, mentre a partire dal 1991 il gioco è di proprietà della Hasbro.
Il gioco prende il nome dal concetto economico di monopolio, cioè il dominio sul mercato da parte di un venditore. Pensate che è concesso in licenza a più di 103 Paesi e stampato in oltre 37 lingue! Tramite il classico tiro di dadi e lo spostamento della propria pedina si acquistano proprietà terriere su cui si possono costruire case e alberghi. Quando un giocatore finisce sulla proprietà di un altro giocatore deve pagare “l’alloggio” e quella proprietà diventa di fatto una rendita. Lo scopo del gioco è quello di restare l’ultimo giocatore con dei possedimenti e dei fondi, mandando in fallimento tutti gli altri.
Secondo le statistiche della Hasbro, dalla sua prima edizione è stato giocato da circa 750 milioni di persone, nel 1999 il Guinness dei primati ha citato questa statistica e anche se non viene detto in maniera esplicita è considerato il primato più grande per il maggior numero di persone che giocano ad un gioco da tavolo protetto da copyright (escludendo giochi tradizionali come scacchi, dama…).
Anche in Italia è uno dei giochi più famosi e apprezzati: venne commercializzato a partire dal 1935 dalla Editrice Giochi, una società fondata da Emilio Ceretti e un gruppo di amici, che distribuì il gioco dopo che la Mondadori vi rinunciò. Essendo in pieno regime fascista, le leggi dell’epoca proibivano di usare nomi inglesi, così venne deciso di italianizzare il marchio mantenendo la pronuncia all’inglese. Così divenne Monòpoli e non Monopòli, come sarebbe stato linguisticamente più corretto visto che la traduzione letterale sarebbe Monopolio. I nomi scelti per le vie erano quelli della Milano dell’epoca, eccetto Vicolo Corto e Vicolo Stretto, dopo la caduta di Mussolini alcuni nomi come Via del Fascio, vennero cambiato con altri (decisamente meno schierati). Da allora il gioco è rimasto invariato nella sua struttura base, ma sono state create tantissime versioni tuttora molto vendute.
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Vediamo le più bizzarre e significative (all’inizio dell’articolo potete consultare i link per acquistare le seguenti versioni su Amazon):
Per chi proprio non può fare a meno di giocarci ovunque, esiste il Monopoly Online, da una versione Free molto semplice, a quella 3D per Playstation 4.
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Che altro aggiungere, per un gioco nato storicamente in piena crisi economica, ne ha fatti girare di soldi!
This post was published on 27 Aprile 2018 12:26
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