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Giochi da Tavolo

Catan – Il Trono di Spade: la Confraternita dei Guardiani, la nostra recensione

Mentre il mondo aspetta ancora che lo scrittore George R.R. Martin completi il sesto dei sette libri complessivi della saga de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, Giochi Uniti ci ha inviato una copia de Il Trono di Spade – Catan: la Cronfraternita dei Guardiani, un’unione tra il mondo di Coloni di Catan e la leggendaria saga fantasy piena di morti a sorpresa, conosciuta anche per la serie TV Il Trono di Spade.

Abbiamo provato il gioco in più occasioni nel tentativo di capire se le nuove meccaniche introdotte in questa edizione riescono a movimentare Coloni di Catan e se le dinamiche che ne scaturiscono sono capaci di trasportare i giocatori nelle terre desolate del nord di Westeros.

Guardiani della Notte

Udite le mie parole, siate testimoni del mio giuramento. Cala la notte, e la mia guardia ha inizio. Non si concluderà fino alla mia morte. Io non avrò moglie, non possederò terra, non sarò padre di figli. Non porterò corona e non vorrò gloria. Io vivrò al mio posto, e al mio posto morirò. Io sono la spada nelle tenebre. Io sono la sentinella che veglia sulla Barriera. Io sono il fuoco che arde contro il freddo, la luce che porta l’alba, il corno che risveglia i dormienti, lo scudo che veglia sui domini degli uomini. Io consacro la mia vita e il mio onore ai Guardiani della Notte. Per questa notte e per tutte le notti a venire.

Non si poteva non iniziare una discussione sull’ambientazione de La Confraternita dei Guardiani senza pronunciare il giuramento dei Guardiani della Notte, il corpo di guardia che veglia sulla Barriera, un enorme cinta muraria ghiacciata che divide il dominio dei Sette Regni dall’estremo Nord del continente di Westeros. L’intero gioco, infatti, è ambientato proprio tra i confini interni ed esterni della Barriera.

Non ci sono i Sette Regni, non ci sono draghi né gli Estranei. Tutta l’azione di gioco si svolge proprio qui nel freddo nord: i giocatori controllano differenti fazioni dei Guardiani in lotta economica tra loro nelle terre del Dono di Brandon Stark, un territorio regalato dai regni di Westeros ai Guardiani per la sussistenza del corpo di guardia ai piedi della Barriera. Praticamente è come se il gioco base di Coloni di Catan si svolgesse all’estremo nord di Westeros, ma con un twist proprio alla Trono di Spade: mentre i giocatori sono intenti a farsi gli affari propri complottando e commerciando tra loro dovranno far fronte anche alle continue incursioni dei Bruti oltre la Barriera, stravolgendo in questa maniera ogni tradizionale piano strategico dei giocatori di Catan.

Dall’altro lato delle mura di ghiaccio si estendono infatti le terre del popolo libero dei Bruti, raggruppati a ovest nella catena montuosa degli Artigli del Gelo. Quasi ogni azione di gioco può portare i Bruti ad accamparsi nelle foreste e nelle radure sotto la Barriera, nel disperato tentativo di oltrepassarla per sfuggire alle grinfie dell’Inverno in arrivo e della minaccia degli Estranei.

Due Catan in uno

Il Trono di Spade – Catan: la Confraternita dei Guardiani è in realtà un doppio gioco: le tessere esagonali, pur disposte in maniera differente, consentono ai giocatori di utilizzare la versione base di Coloni di Catan. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un famoso gioco da tavolo tedesco del 1995 in cui i giocatori colonizzano un’isola utilizzandone le risorse per costruire strade, villaggi e città con l’obiettivo di accumulare più punti vittoria possibili. In questo caso i villaggi sono sostituiti dai presidi, e le città dai forti. Persistono le altre meccaniche come le carte sviluppo in grado di compiere azioni di gioco diversive o di accumulare punti vittoria in segreto, e il bandito errante, rappresentato in questo caso da Tormund de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, una pedina che blocca l’output di risorse dalle tessere su cui si posiziona.

Le miniature e le sezioni di barriera sono in una plastica monocolore di buona fattura e ben modellata. Strana, comunque, la scelta del grigio per i Bruti perché risaltano poco nel biancore della plancia di gioco. Proprio la plancia è fatta di pezzi componibili di un solido cartone rinforzato con gradevoli illustrazioni: le tessere esagonali con le tradizionali risorse di Catan, e le sezioni della cornice. Lo stesso materiale è utilizzato per i diversi segnalini presenti nella scatola. Le carte da gioco sono più grandi delle tradizionali carte di Coloni di Catan, ed è presente un dado in più a 12 facce che gestisce le incursioni dei Bruti.

Girando la cornice al contrario, il tabellone di gioco si trasforma nelle terre del Nord di Westeros. Ad aggiungersi agli elementi canonici di Catan ci sono quindi le pedine dei Bruti con i loro segnalini, le carte eroe, le 4 sezioni della Barriera e le pedine dei guardiani. Ogni giocatore ha davanti a sé la scheda riassuntiva delle tipologie di utilizzo delle proprie risorse.

Gli assalti dei Bruti

Alcune azioni di gioco come la costruzione di presidi e forti, porta a scoprire uno o più segnalini dei bruti. Sul loro retro sono segnati tipologia e clan di appartenenza di un Bruto da muovere dagli Artigli del Gelo agli accampamenti. I clan servono a identificare proprio i 3 accampamenti al di là della Barriera. Quando un segnalino mostra il tipo di bruto da spostare e il suo clan, i giocatori dovranno posizionarlo sulla pista adiacente all’accampamento del clan, nella posizione col falò più grande non occupato già da un altro bruto.

Quando i giocatori durante il loro turno tirano i dadi per le risorse, devono tirare anche un dado a 12 facce che rappresenta la possibilità di incursione dei Bruti. Il risultato di tale dado determina in quale radura il bruto sulla pista più vicina deve muoversi, causando diversi effetti a seconda della sua tipologia:

  • i bruti normali possono accumularsi nelle radure sotto la Barriera e fanno breccia nel caso in cui il loro numero è superiore a quello dei guardiani presenti sulla sezione di Barriera adiacente;
  • Gli scalatori sono in grado di oltrepassare la Barriera senza considerare il numero di guardiani presenti e senza causare brecce;
  • I giganti ammazzano un guardiano posto sulla Barriera consentendo ad eventuali bruti raggruppati in zona di fare breccia se il loro numero risulta superiore.

Quando un Bruto oltrepassa la Barriera, si comporta esattamente come Tormund o come il classico bandito di Catan. Per contrastare queste incursioni dei Bruti, i giocatori possono addestrare dei Guardiani da posizionare sulla Barriera utilizzando le proprie risorse: se il loro numero è alto rispetto ai Bruti nella radura che tengono d’occhio, le terre del Dono sono – per il momento – salve.

Come nel gioco base di Catan, la Vittoria di una partita è perseguibile tramite l’accumulo di punti. Presidi e Forti garantiscono rispettivamente 1 e 2 punti vittoria, e altri bonus sono dati dalla strada più lunga e dal numero di truppe di rinforzo, anche se a differenza di Coloni di Catan il valore è solo di 1 solo punto vittoria per entrambe le casistiche. Altri punti sono forniti dalle carte sviluppo e dal numero di Guardiani della Notte posti sulla Barriera. In sostanza, il primo giocatore che raggiunge i 10 punti vince, a meno che non ci siano 3 brecce nella Barriera… in questo caso il gioco termina con quella che il regolamento chiama una vittoria tragica: i punti non vengono più conteggiati, e vince il giocatore che ha più guardiani disposti sulla Barriera.

Per segnalare il cedimento della Barriera è posto un segnalino sul lato del tabellone. A vivacizzare il gioco, poi, ci pensano le carte eroe, assegnate una alla volta a un giocatore da un pool comune. Esse hanno poteri particolari che influiscono sul gioco e che possono essere utilizzati fino a un massimo di due volte, per poi costringere il giocatore che ne ha usufruito a cercare un nuovo eroe.

Strategia, sorpresa e tensione

Proprio come nelle pagine dei libri, il giocatore si sentirà continuamente sul filo del rasoio grazie ai nuovi elementi introdotti per ampliare il gioco base. In questo Catan per la Confraternita dei Guardiani si respira davvero l’aria gelida e tagliente di Westeros, in particolare per chi ha letto i libri in quanto riconoscerà le numerose strizzate d’occhio che i game designer hanno voluto elargire alla saga con questo gioco da tavolo.

Le nuove meccaniche ispirate al Trono di Spade garantiscono un’esperienza di gioco più ansiogena del normale. Gli assalti dei Bruti rompono il gioco tradizionale in maniera intelligente: le loro pedine sono lì, visibili, pronte a saltare fuori da un momento all’altro per un tiro sventurato di un giocatore, e tutti sono chiamati a proteggere la Barriera in qualche maniera prima che facciano breccia…

O forse no? Se un giocatore ha già tanti Guardiani sulla Barriera, forse è il caso di cercare una vittoria tragica velocizzando l’arrivo dei Bruti e complottando contro gli stessi Guardiani della Notte di cui fa parte! In definitiva, nonostante l’assenza di Estranei e dei Sette Regni, le dinamiche create da questi nuovi elementi di gioco calano perfettamente i giocatori nelle atmosfere de Il Trono di Spade tra complotti, suspense e colpi di scena.

A proposito di sorprese, c’è una regola accessoria che nel corso delle partite è stata molto apprezzata: quando i dadi vengono lanciati e ottengono tutti e 3 lo stesso risultato, il giocatore di turno deve ammazzare uno degli eroi scartando la sua carta dalla pila comune rendendola indisponibile; inutile dire che la prima a morire è sempre Ygritte, la Bruta baciata dal fuoco, e mai per strategia ma per pura antipatia da fan.

Insomma, c’è da fare un plauso alle nuove meccaniche: quello che può sembrare un gioco da tavolo qualsiasi che collabora col brand delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco giusto per cavalcare la fama, è in realtà una variante divertente di Coloni di Catan che farà gola ai giocatori più esigenti e ai fan appassionati della saga fantasy. Certo, qualcosa poteva essere risolta in maniera più semplice: disporre e girare tutti i segnalini dei bruti toglie parecchio tempo al gioco, e poteva essere risolto il tutto con un tiro di dadi… ma il gioco poi avrebbe mantenuto lo stesso stile?

Ciò che invece è da biasimare è il regolamento, anzi… i regolamenti: due trafiletti di più pagine che dispongono ambientazione, regole base, regole avanzate ed eccezioni in maniera molto caotica e che rendono lo studio del gioco un’attività da Maestro della Cittadella nel corso di una ricerca. La scatola inoltre segnala che ogni partita dura circa 60 minuti, ma vi assicuriamo che le prime partite potrebbero durarne anche 90 prima di metabolizzare tutte le nuove regole di gioco e le loro eccezioni.

Conclusioni

In sostanza, Il Trono di Spade: Catan – La Confraternita dei Guardiani è una variante di Coloni di Catan per 3 o 4 giocatori ben riuscita. Lo stile di gioco è la perfetta unione tra il popolare gioco tedesco e la famosa saga fantasy, e al prezzo di circa 80€ potete portarvi a casa due giochi in uno visto che il titolo è progettato per poter funzionare anche come gioco base.

Le regole de La Confraternita dei Guardiani divertono e contestualizzano il gioco alla perfezione ai piedi della Barriera, rinnovando e scomponendo al contempo la tradizionale strategia di Coloni di Catan. Acquisto consigliatissimo per i fan della saga e per i giocatori di Catan che hanno voglia di cambiare un po’ aria, a patto che accettino di studiare un regolamento spezzettato e caotico.

This post was published on 6 Ottobre 2020 18:38

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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