Il mercato delle Escape Room da tavolo è pieno di serie e collezioni, e nonostante ciò il potenziale ancora inesplorato è incredibilmente vasto.
È soprattutto su tale potenziale che i designer di titoli legati a questo genere devono orientarsi, per portare al grande pubblico un prodotto innovativo, fresco, che sappia discostarsi da dei brand ormai troppo forti per poter essere anche solo intimoriti.
Un nostro connazionale ci ha provato, con un’idea originale e un gimmick (una novità, insomma) sicuramente interessante, che han dato la luce a un titolo di cui discutere. Sto parlando di Mystery House, gioco da tavolo di Antonio Tinto da una a cinque persone, edito in Italia da Cranio Creations.
Come in ogni mia recensione di Escape Room da tavolo, vi mostro le peculiarità di quella in oggetto.
All’interno della scatola troviamo due Escape Room, entrambe realizzate tramite componenti che non verranno distrutti durante la partita: le carte oggetto e le carte luogo. Queste ultime comporranno fisicamente la casa (o il labirinto, o chissà quale altro ambiente) che dovremo esplorare al fine di risolverne il mistero.
I materiali in comune a tutti i casi, invece, comprendono un’app (nella quale verranno inseriti dei codici, e dalla quale si otterranno indizi) e una scatola che, grazie alle carte luogo inserite nelle sue fessure a inizio partita, rappresenta la location nella quale i giocatori si sposteranno.
Un giocatore ricopre quindi il ruolo di Leader, che gli permette di assumere il controllo totale dell’applicazione, perlomeno finché quest’ultima non dirà di passare tale onere a un altro giocatore.
Dopo una breve introduzione e l’inizio del conto alla rovescia, ogni giocatore inizierà ad esplorare un lato della casa tramite delle torce (quelle dei cellulari andranno benissimo), illuminando le stanze all’interno e scovando indizi e stranezze. Per esaminare in maniera approfondita ciò che si intravede si potrà usare l’app, che ci fornirà dettagli interessanti, magari con delle carte oggetto.
Il gioco prosegue con la risoluzione degli enigmi e la rimozione progressiva di varie carte luogo per sbloccare nuove stanze e indizi, fino alla risoluzione dell’intera storia.
Pensavo di essere l’unico ad aver avuto problemi con la comprensione del regolamento, ma – parlando di Mystery House con altri giocatori – ho notato di non aver perso improvvisamente la capacità di comprendere il testo scritto. Il regolamento infatti presenta alcune lacune o zone d’ombra.
Lasciate che il vostro gentleman vi dia due consigli:
Nella scatola base vi sono due missioni: Il Signore del Labirinto e Ritratto di Famiglia. Esse adottano approcci molto diversi: mentre la prima è più legata ad indizi di tipo logico-matematico, la seconda richiede principalmente l’utilizzo della propria intelligenza laterale (anche a causa della presenza di fenomeni paranormali nella narrazione).
Poiché, a differenza di altre collezioni di Escape Room da tavolo, non ci sono grosse differenze tra i due casi all’interno della scatola (solitamente dettate dalla presenza di materiale inusuale, oppure di un utilizzo anormale di componenti standard, entrambi fattori qui assenti), farò una sola discussione per entrambi.
Esplorare con le torce è incredibilmente tematico, e da una forte sensazione di immersione. Scovare qualcosa di ben nascosto, inoltre, dona un forte senso di realizzazione.
Tuttavia, tale realizzazione spesso lascia spazio al sollievo di essere finalmente riusciti a trovare ciò che ci stava sfuggendo, magari provocandoci un forte senso di rabbia o inadeguatezza. Trovo che Mystery House, in questo, riesca a prendere la parte più noiosa di Unlock (ossia la ricerca dei numeri nascosti) e la renda la parte principale del gioco. Il che può appunto funzionare grazie all’immersione che ne scaturisce, ma rischia di diventare alquanto pesante.
L’app è funzionale e svolge egregiamente il suo mestiere, senza peró concedersi alcun fronzolo o abbellimento.
Ma il punto più doloroso del gioco riguarda… La banalità di storia ed enigmi.
Ogni Escape Room che ho valutato (perlomeno in maniera parziale) positivamente aveva almeno uno dei seguenti punti a favore: una storia coinvolgente e/o degli enigmi innovativi e interessanti.
In mystery house non ho trovato nulla di tutto ciò.
Le storie sono piatte, senza colpi di scena (a meno di presunti tali), e spesso tendono alla noia.
Gli enigmi sono banali, già visti, senza innovazione, e spesso puniscono il giocatore (con una perdita di secondi) a causa di minuscoli particolari non considerati, magari perché non ben valorizzati nelle illustrazioni dei vari oggetti trovati durante l’avventura.
Mystery House parte da una bella idea, ma al momento della realizzazione non eccelle in nessun suo fattore.
L’app funziona ma è sempliciotta, i componenti sono validi ma non eccelsi, le storie sono piatte, gli enigmi banali. L’unico pregio che trovo è l’immersività, a livelli altissimi soprattutto se il titolo viene giocato a luce soffusa, con le torce quali unico fornitore di luce.
Insomma, se siete giocatori che vogliono sentirsi dentro a una casa abbandonata, e poco altro importa… Probabilmente Mystery House fa per voi.
Se invece siete giocatori come me… Ci sono alternative sicuramente più valide.
Ringrazio Cranio Creations per la copia di review.
This post was published on 20 Aprile 2020 22:35
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