Finalmente torniamo a parlare di un family-game. Tra l’altro uno di quelli con pupazzetti pucciosi, tanti colori e piccole cosucce che fanno la felicità di piccini e adulti mai cresciuti.
Tra l’altro è la prima volta che mi arriva da provare una Deluxe Box, cioè quella con millemila espansioni, gettoni in ferro, ninnoli vari e statue giganti da far venire la pelle di mucca, ma ne parliamo tra poco.
Il gioco si chiama, con rispetto parlando, Alakazoo (subito ribattezzato “Alla kaz..”), ed è prodotto da CreativeMaker: un gruppo di amici appassionati di giochi da tavolo che un giorno hanno deciso di dedicarsi alla realizzazione creativa della loro passione. Qualcuno probabilmente li ricorda per Galaxy Trian, il loro primo Kickstarter. Se proseguono su questa strada, sono sicuro ne sentiremo parlare a lungo.
L’ideatore di questo gioco formato famiglia è l’impronunciabile Marcin Podsiadlo. Ad Alakazoo si gioca da 2 a 4 giocatori e l’età minima consigliata va dai 10 anni in su, stima con cui concordo.
Naturalmente questo è un gioco adatto al Team di Esperti che purtroppo, decimato dall’influenza, si è ridotto al solo Simone (12 anni) e la sua avvenente segretaria Stefania. Agli altri giovinotti e giovinotte del team mandiamo un bacio e un augurio di pronta guarigione.
Scatola e materiali
Non so dirvi se ci sono tutti, mi è arrivata una scatola con talmente tanta roba che non sono stato lì a contarli. Siccome si tratta del mio primo Kickstarter Deluxe, mi va di raccontarvi quante meraviglie ci ho trovato dentro.
L’ambientazione riguarda una gara di magia tra gli adepti di una scuola che possono sfruttare, tra gli altri, i poteri dei loro Castle Keeper, 4 simpatiche miniature su cui si posizionano 3 diamantini (a volte bianchi e a volte neri).
Questi cosini ti accolgono con le loro faccine buffe appena apri la scatola, poi più in fondo trovi: dadi dai mistici poteri runici, carte incantesimo, 6 Portal Boards (volgarmente plance portale, ma suona veramente male), token vari e un regolamento, per ora solo in inglese.
Bene, a tutta questa roba va aggiunta la quantità di materiali previsti della versione Deluxe e cioè: token in ferro (marvelous) che sostituiscono quelli in cartone. 4 diverse espansioni di carte, 12 nuovi Portal Boards e soprattutto una miniatura gigante per il primo giocatore (la vedete in foto qui sotto).
Nota: io lo so che i Kickstarter devono prevedere diverse versioni, so anche che tra una versione e l’altra bisogna aggiungere qualche miglioria puramente estetica (i miei adorati token di ferro ad esempio), ma certe volte si esagera. Questo è uno di quei casi, la statuina gigante è davvero inquietante.
I materiali sono di discreta qualità, la grafica è interessante, ma non mi fa impazzire, per un family avrei preferito altri tipi di colori, ma si tratta di mero gusto personale. Stefania l’adora per esempio. Per la qualità generale dei materiali siamo molto oltre la sufficienza.
Simone non aveva voglia di giocare, la copertina del gioco non l’ha convinto a pieno. Gli ho chiesto di aprire il gioco e darmi un’opinione sui materiali. Ovviamente la prima cosa che ha fatto è stata prendere la miniatura gigante. Mi piace perché è dura e resistente, anche le pedine sono carine. Quando poi ha visto i diamanti, le carte ben fatte e i diamanti ha detto:
“Belli questi materiali, beh questo mi convince a fare una partita!”.
Vedete, la miniatura gigante è inquietante per me, ma una calamita per i ragazzini e i bambini.
Come si gioca
A inizio partita ciascun giocatore riceve un Portal Boards, un pucciosissimo Castle Keeper e 3 Power token (diamanti bianchi) che si sistemano elegantemente sulla propria miniatura, luc de picciur qui sott.
Il Portal Boards è diverso per ciascun giocatore e mostra una figura (una specie di golem) da comporre. La plancia è composta di 9 parti: testa, spalle, braccia, ecc. Le singole parti della creatura sono contraddistinte da due simboli runici.
Si mescola il mazzo incantesimi su cui sono raffigurate le singole parti dei costrutti, e si distribuiscono al centro del tavolo in diverse file, mentre 4 a testa sono scelte dai giocatori con un veloce draft.
Lo scopo del gioco è, come anche un magono di harry potter può facilmente intuire, completare il proprio portale, meglio se le carte delle rispettive parti sono esattamente quelle del proprio golem.
Il meccanismo più simpatico è quello dei Power Token che, come abbiamo detto, sono sia bianchi che neri. Nel corso della partita i token possono cambiare colore, quando un giocatore arriva a ottenere solo Power token neri, deve perdere un turno per svuotarsi di “magia negativa”, per poi ricaricarsi di altrettanta energia bianca. Fantastico!
Le azioni di gioco
I giocatori a ogni turno possono scegliere tra diverse azioni per riuscire a ottenere le carte che servono.
- Azione 1, i giocatori possono lanciare i dadi runici per ottenere Power token bianchi. I token possono essere piazzati sulle caselle del portale in corrispondenza della runa indicata dal dado, oppure possono rimpinguare la scorta del Castle Keeper.
Per poter piazzare una carta sul Portal Boards, è necessario che gli spazi runa delle singole caselle siano entrambi coperti da Power Token. - Azione 2, riguarda i modi in cui si ottengono carte da aggiungere al portale. Elencarli tutti diventerebbe noioso, ma basti dire che il gioco da questo punto di vista è molto dinamico e interessante.
- Azione 3, è possibile sfruttare le abilità del proprio Castle Keeper che si arricchiscono con le carte dell’espansione.
Conlusioni
Il gioco è piaciuto sia a me che a Simone, mentre Stefania sta ancora concludendo la prima partita.
È divertente, impegnativo il giusto, con un buon livello di strategia e le espansioni lo rendono abbastanza longevo.
Carino il fatto che i diamantini si possano poggiare sulla miniatura del Castle Keeper, anche se alla lunga viene voglia di fare a meno di questa chicca estetica – i diamanti cadono in continuazione.
Il gioco è ben bilanciato e prevede un po’ d’interazione tra i giocatori, anche se devo ammettere che da questo aspetto mi aspettavo un po’ di più. In alcune partite che abbiamo fatto non c’è mai stato bisogno di interferire con il gioco avversario.
Secondo l’espertissimo Simone, forse ci sono un po’ troppe regole, è difficile ricordarsele tutte, anche con la scheda semplificativa davanti. C’è talmente tanta roba che si fa fatica a preparare il gioco – in realtà preparo sempre io, però è lui a lamentarsi dell’attesa – ma alla fine il gioco è molto divertente, solo che non si capisce subito che si tratta di una scuola di magia.
L’ambientazione in effetti è un po’ nascosta, non percepisce l’idea di star partecipando a un contest magico. Anche il titolo Alakazoo lascia un po’ perplessi
Tuttavia, si tratta di un gioco che spero venga al più presto distribuito in Italia, uno di quei family game come piacciono a me, né troppo semplice, né troppo complicato. Divertente, con buoni e tanti materiali, che obbliga i ragazzi a sfruttare quel meraviglioso cervello che hanno dentro la copoccina.