È difficile stabilire quale sia il mio gioco preferito (Talisman), ho giocato a talmente tanti giochi che scegliere è quasi impossibile (Talisman). Poi bisogna valutare molte cose (Talisman), parliamo di giochi di strategia, puzzle game, piazzamento risorse? (Talisman). No davvero. Impossibile sceglierne uno tra tutti (Talismaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan!)
Forse, e immagino che per voi sarà una sorpresa, un gioco che mi piace molto è Monopoly… no scherzo è Talisman. Oggi ve ne parlo con sommo godimento.
Ogni volta che qualcuno cerca di investire Talisman di una certa dignità tecnica, un giocatore o giocatrice di Twilight Imperium nel mondo muore.
Dai ragazzi, è un gioco dell’oca coi draghi… e chiunque dica il contrario soffre di Talismanite cronica.
Ma chiunque pensi che un gioco valga meno perché sfrutta le meccaniche del gioco dell’oca è un offenditore spudorato di oche, papere e germani reali.
perché del GIOCO! si tratta, è molto semplice da capire. Ogni giocatore sceglie un personaggio tra i duemilionienovecentomila proposti, e scorticando mostri o altri giocatori, vaga per la plancia finché non sarà abbastanza cazzuto da andarsi a prendere la corona del comando senza passare dal via.
Ogni personaggio possiede 3 caratteristiche fondamentali: Forza, Astuzia e Vita. Il resto è ininfluente, certo ci sono i Segnalini Fato, certo l’oro è sempre importante, certo gli oggetti fanno la loro porca figura, ma se dobbiamo proprio cercare il pelo nell’uovo di drago, lo scopo del gioco è solamente diventare fortissimi o astutissimi per fare il cul… a tutto ciò che si muove, compreso il gatto che salta sulla plancia perché pensa che la corona del comando gli spetti di diritto.
Buegrasso – se mi seguite sapete che razza di rompi bacchette è – vuole, essendo il mio capo, che vi spieghi per bene il gioco. Ma questo ci porta a due considerazioni importanti:
Ma comunque sia procediamo.
La plancia è divisa in tre regioni a meno che non vi siate degnati di spaccare il salvadanaio per procurarvi il dungeon, la città e le lande montuose, etc.
I giocatori iniziano la partita, salvo eccezioni, dalla regione esterna. A turno si tira il dado e si muove la miniatura del proprio eroe per poi applicare le istruzioni della casella su cui arriva.
E fin qui anche un coboldo dai denti a sciabola con l’alitosi e un po’ di sciatica ci poteva arrivare.
Normalmente le caselle fanno pescare delle carte che possono essere oggetti, luoghi, eventi e mostri. Altre caselle sono dei luoghi fissi in cui si tira un dado e se esce 1 succedono cose bruttissime, se esce 6 succedono cose simpatiche (mai bellissime sigh).
A furia di girovagare, randellare sui denti i mostri o facendosi trasformare in un rospo, i personaggi aumentano la propria forza e la propria astuzia fino a essere abbastanza cazzuti da passare nella regione di mezzo, dove avvengono le stesse identiche cose della regione esterna, ma un po’ più difficili.
Quando un eroe si sente abbastanza potente da tentare la fortuna, può salire nella regione interna per cercare di conquistare la corona del comando e sterminare tutti gli altri giocatori.
Con le espansioni vengono aggiunti miliardi di nuovi finali, ma il succo è pressappoco sempre lo stesso: stermina tutti gli altri e sii il più grande di sempre.
Il problema è che nessuno cerca di vincere a Talisman. Perché il bello del gioco è girare per le plance per ore e continuare a pescare eventi, mostri e quant’altro.
Vi rendete conto? Esiste un gioco in cui la vittoria finale è meno importante del semplice fatto di giocare. Meraviglioso!
Ovvero i materiali. Talisman è un gioco ricco, in particolare l’edizione del 2007. A parte le plance e i milioni di carte, troviamo graziosi coni colorati per indicare forza (rosso), astuzia (azzurro) e vita (verde). Anche i segnalini fato, una sorta di ritenta sarai più fortunato, hanno il loro segnalino.
Fin qui nulla di eccezionale, ma poi ci sono le miniature. Ogni personaggio ha la sua! Non sono un esperto di miniature, non sto a dirvi se la plastica è buona o cattiva, fatto sta che ogni espansione ne propone alcune, alla fine ci riempite un cassetto. Un giorno le dipingerò tutte, promesso!
Talisman è un gioco vecchierello, ha praticamente la mia età. Games Workshop lo pubblicò per la prima volta nel 1983 (avevo due anni) e negli anni seguirono diverse edizioni, fino alla più recente di Talisman nel 2007 che nel frattempo è stato acquistato dalla Fantasy Flight Games.
In Italia il gioco è distribuito da Giochi Uniti, che mi dicono dalla corona del comando, essere pronta a riproporre le espansioni Tristo Mietitore e Lande Montuose. Fine delle note a margine della regione esterna.
La cosa curiosa di Talisman è che nonostante sia uscito ai primi degli anni ’80, non è considerato, al pari di titoli come Brivido, Crack o Heroquest, un gioco vintage.
Cavolo se sono invecchiato… Comunque sia, Talisman è un gioco longevo che non smette di annoiare nonostante il passaggio dalla generazione nes a quella playstation/xbox. Certo gli strumenti si evolvono e naturalmente, come per tutti i giochi più fighi, esiste la digital edition. Al netto di qualche bagguccio irrilevante, è fatta molto bene.
Si può comprare su Steam in versione base o con tutte le 3495 espansioni.
Ho giocato a Talisman per la prima volta grazie al saggio Antigone che me lo fece provare nella sua bellissima edizione del 1987. Solo due espansioni: la Città e il Dungeon.
Quell’edizione era molto particolare, punto primo perché Antigone e il suo amico Giulio Giammario si erano auto-prodotti tutte le carte che non riuscivano a trovare nei negozi e, e punto secondo, perché avevano aggiunto alcune chicche personali come le schede dei personaggi raffiguranti sé stessi e i loro amici.
Dal giorno in cui ho provato Talisman sono stato un tormento, non c’era occasione che non chiedessi ad Antigone di portare con sé il gioco.
Gli amici mi regalarono per il mio compleanno la versione del 2007, col tempo ci ho aggiunto tutte le espansioni, sigh…
Talisman è un gioco di società nel vero senso della parola. Non pretende di essere “Il Gioco”, anche se per me spesso ci riesce. Con meccaniche semplici, ma non banali, una enorme cura nei dettagli e tanta fantasia nelle carte, si fa apprezzare per quel senso di curiosità e scoperta che accompagna i giocatori a ogni partita.
Non manca di difetti:
Tuttavia resta uno dei miei giochi preferiti, forse “il preferito”. Non lo venderei per nulla al mondo. Ciclicamente lo ripropongo agli amici in quelle grigie serate d’autunno, quando si langue tra un Coloni di Catan e uno Tapestry.
Sto cercando di coinvolgere anche il mio giovanissimo team di esperti, a poco a poco convertirò al Dio Talisman anche loro, lo giuro!
Se vi interessano altre vecchie glorie, vi consiglio di dare uno sguardo alla bell’articolo di Massimo Brignolo su Alhambra.
This post was published on 26 Novembre 2019 11:43
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