“Finalmente un gioco che posso giocare anch’io”.
Apro con questa esasperata dichiarazione di Dario, il più giovane membro del team di esperti che, dopo diversi giochi per bimbi un po’ grandi, o per grandi che non se la sentono di smettere di essere un po’ bimbi, ha finalmente trovato un titolo adatto alla sua tenera età di 7 anni.
In effetti devo ammettere che Picture Show è un gioco perfetto per i più piccoli. Sulla scatola è indicato da 7 anni in su, ma se un genitore fa attenzione che le parti più piccole non vengano ingerite, anche i marmocchi di 5 e 6 anni possono dire la loro su questo giochino.
Picture show è edito e distribuito da Asmodee. Si gioca da 2 a 8 giocatori, ma visto che è un party game a squadre, se uno volesse giocare con sessanta amici, a parte la confusione, non avrebbe problemi.
Avete presente le ombre cinesi? Bene, allora andiamo con ordine.
Per fortuna ci sono tutti. Bravi.
Nello specifico, troverete all’interno della scatola uno schermo bianco traslucido da dover montare su due finti riflettori di plastica dura.
Plastica veramente molto dura, talmente dura che per smontarla, se non si fa attenzione, si rischia di far saltare qualche pezzo.
Una faretto da collocare dietro lo schermo in cui bisognerà inserire tre batterie ministilo che non sono fornite con il gioco.
Qui mi preme spendere due parole sulle avvertenze che troverete sul foglio del regolamento a proposito del faretto. Non si tratta di una presa in giro, ma di un atto di solidarietà per il povero redattore che per qualche strana e perversa legge ha dovuto mettere per iscritto quello che per qualunque primate dotato di un minimo di cervello risulterebbe ovvio e di buon senso. Vi segnalo le migliori:
Infine, troverete due bacchette bianche con le estremità calamitate e due fogli di materiale magnetico dai quali estrarrete sagome di tutte le forme, dal dinosauro, alla bicicletta, dalla macchina fotografica allo smartphone, ecc.
Nota Art Attack: il materiale di cui sono composte le sagome è molto particolare, vi consiglio di non buttare gli avanzi, perché potrete ritagliarli e usare per svariati lavoretti.
Avete presente le ombre cinesi? Si tratta di un’arte che vanta una lunghissima tradizione, le leggende parlano addirittura di spettacoli nella Cina del I secolo avanti Cristo.
In pratica, dietro un telo bianco venivano mostrate delle figure che potevano essere fatte con le mani o con delle sagome. Allo spettatore venivano mostrate solo delle ombre.
Picture Show sfrutta lo stesso concetto. Ci si divide in squadre e, a turno, si sceglie un mastro delle ombre che, servendosi delle due bacchette calamitate, dovrà far indovinare ai compagni di squadra una parola o un concetto, potendo scegliere solo due sagome tra quelle a disposizione.A questo punto la bravura del mastro delle ombre, oltre al dover scegliere con cura le sagome da mostrare e averle sistemate sulla parte magnetica delle bacchette, starà anche nel muovere le figure in modo da raccontare ciò che si vuole far indovinare.
Faccio un esempio tra quelli che ci sono capitati durante le nostre partite:
Come faccio a far indovinare: “Dinosauro su una bicicletta” (giuro è tra i concetti da far indovinare)? Per vostra fortuna c’è sia la sagoma del dinosauro, che quella della bicicletta, basta mettere il dinosauro sopra la bicicletta e i il gioco è fatto, ma non è sempre così semplice.
“Donna incinta”: per farla indovinare si può usare la sagoma della donna e quella del cerchio, ma prima di arrivarci abbiamo sparato robe tipo: calciatrice, donna su mongolfiera – siamo dei casi disperati -, donna grassa e infine, Donna incinta.
Il faretto può essere impostato su due diverse funzioni, la prima lascia la luce fissa e sempre accesa. La seconda, che è più divertente, funziona come un timer. A un certo punto la luce comincia a lampeggiare indicando che il tempo a disposizione per indovinare la parola sta per scadere.
Su ogni carta ci sono tre diverse proposte di parole o concetti da far indovinare, si può decidere di giocare con quelle Rosse, Gialle o Blu, ma con molta probabilità finirete per cambiare colore a ogni turno come abbiamo fatto noi.
Qui bisogna essere molto chiari, a mio avviso Picture Show è un gioco per bambini dai 6 ai 10 anni.
Come party game per adulti lascia un po’ a desiderare e già durante la prima partita risulta essere fin troppo banale. Non lo consiglierei per concludere una cena tra amici, a meno che non lo si arricchisca di qualche home rule (regola casalinga) che lo renda un po’ più pepato.
Per esempio una volta che i bambini sono andati a nanna, abbiamo provato il gioco proponendo titoli di film famosi o di marchi pubblicitari da riprodurre con le sagome disponibili – provate a far indovinare ai vostri compagni “Mercedes”.
Così il gioco ha reso di più.
Tuttavia Picture Show è perfetto per i bimbi, anche quelli piccolissimi. Potete usarlo per raccontare delle storie: “C’era una volta un dinosauro su una bicicletta…”, del resto si tratta di un teatrino e non è molto dissimile dall’originale teatro delle ombre cinesi.
Tornando al mio team di esperti, Dario l’ha adorato. Quando si è stufato di seguire le regole e far indovinare per forza le parole indicate sulla carta, ha deciso di rivoluzionare il tutto giocando con le sagome e inventandosi il suo personalissimo Picture Show.
A Simone (12 anni), tutto sommato il gioco è piaciuto, ma dopo un paio di partite ha perso interesse – anche perché Dario aveva monopolizzato tutto lo show.
Sui materiali, non ho nulla da ridire a proposito delle sagome e delle bacchette magnetiche, ma quella plastica un po’ troppo dura non mi ha convinto del tutto.
Il prezzo si aggira attorno ai 30 euro che considerato il faretto e il materiale delle sagome ci può stare, ma avrei gradito molto trovare dentro la scatola anche 3 batterie. Per nostra fortuna, quando abbiamo provato il gioco, le avevamo a disposizione.
Infine, io ho riciclato tutto del gioco sicuro di usare quel materiale in eccesso per altre cose. Fatelo anche voi.
This post was published on 28 Ottobre 2019 10:56
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