Sognato, anelato, atteso per lunghi mesi, Barrage, ultima fatica di Tommaso Battista e Simone Luciani prodotto da Cranio Creations, ha smesso, nel caldo ferragostano, i panni di Godot arrivando nelle case di coloro che nell’autunno scorso avevano deciso di sostenere il progetto sulla piattaforma Kickstarter.
Io tra questi, affascinato allora dal motore di gioco e definitivamente da una prova sul campo con Simone Luciani nelle giornate di Modena Play. Accolto l’arrivo del corriere con lo stesso stupore del bambino la mattina di Natale misto alla preoccupazione dovuta alle notizie che rimbalzavano in rete sui nefasti effetti su alcuni componenti di gioco di un packaging infelice, la giornata è svoltata quando ho appurato che ne ero pressoché indenne. E allora spazio alla esperienza di gioco.
Barrage è un gioco per 1-4 persone nel quale i giocatori, in piena rivoluzione industriale, impersonano compagnie internazionali che si sfidano nello sfruttamento delle risorse idriche nelle vallate alpine per produrre energia elettrica attraverso una rete di dighe, turbine e centrali.
Barrage ruota intorno a una plancia di gioco, accattivante l’artwork come tutto il materiale stampato, che rappresenta 12 bacini idrografici tra montagna, collina e pianura connessi tra loro da fiumi e condotte e alimentati, a seconda delle stagioni, dallo scioglimento dei ghiacci sulle vette alpine.
Ogni giocatore ha a disposizione 12 lavoratori e una dotazione iniziale di 6 escavatori, 4 betoniere e 6 monete e può sfruttare le capacità speciali della sua compagnia e dell’assistente esecutivo scelto o assegnato a caso.
In ognuno dei 5 turni a disposizione, i giocatori devono utilizzare tutti i 12 lavoratori per svolgere le azioni a disposizione. Le scelte si susseguono seguendo l’ordine di gioco fino al momento nel quale tutti hanno esaurito la disponibilità degli ingegneri e il turno si conclude.
Molte sono le azioni eseguibili anche se il gioco resta comunque “stretto” per le ridotte risorse disponibili e per il fatto che tutte le azioni comuni possono essere svolte ad ogni turno solo da un giocatore.
Attraverso la propria plancia giocatore, si procede alla costruzione di dighe, sopraelevazioni, turbine e centrali elettriche con un meccanismo originale.
Utilizzato il numero di lavoratori richiesti per effettuare l’azione, uno nel caso della prima costruzione del turno fino a tre ai quali aggiungere un esborso in denaro se si arriva alla quarta, il tassello della attività specifica e le risorse (escavatori o betoniere) necessarie vengono inserite nella ruota di lavoro e ritorneranno ad essere disponibili solo dopo un giro completo di ruota che si conclude con ben sei rotazioni generate o da altre costruzioni o utilizzando altri lavoratori per farla avanzare.
Le costruzioni, oltre a costituire la spina dorsale del sistema di produzione, possono liberare dei bonus incassabili immediatamente e come reddito ricorrente all’inizio di ogni turno.
Il cuore del gioco è costituito dal modello di produzione dell’energia elettrica che si basa sul sistema costituito da una diga, una turbina posta all’inizio di una condotta e una centrale. L’acqua che scende dalle montagne viene fermata dalle dighe in misura della loro altezza; a questo punto è possibile attivare la turbina per estrarre l’acqua e farla fluire attraverso la condotta forzata a una centrale elettrica che produrrà energia.
Per potere utilizzare il sistema, un giocatore deve possedere la centrale e utilizzare una diga di sua proprietà o neutra – il gioco inizia con una conformazione diversa ad ogni partita di costruzioni neutrali – mentre può sfruttare la turbina di un avversario pagandogli in denaro e punti di vittoria i diritti di utilizzo.
La quantità di energia prodotta dipende dal numero di gocce d’acqua utilizzate e dal valore della condotta che guida anche il costo di produzione della stessa.
Ogni contratto indica un obiettivo di energia da produrre con una singola azione di produzione e la ricompensa da riceversi quando verrà eseguito, possono essere punti, risorse, giri di ruota.
A inizio gioco si riceve un contratto di partenza mentre altri possono essere acquistati, sempre utilizzando lavoratori e denaro, nel corso dei turni oltre a tre contratti pubblici per volumi di energia particolarmente elevati che non possono essere acquistati ma che andranno al primo giocatore in grado di soddisfarli.
I lavoratori possono essere utilizzati anche per acquistare risorse o giri della ruota di lavoro tenendo sempre presente il fatto, che vale per tutte le azioni, che il primo giocatore a scegliere una azione ne paga il costo standard mentre il secondo deve sostenere un sovrapprezzo in lavoratori e denaro.
Una volta occupati i due slot, gli altri giocatori non potranno utilizzare la stessa azione in quel turno di gioco e possono solo contare sul fatto che per ogni categoria sono presenti opportunità meno convenienti: per esempio, il primo giocatore che compie l’azione di produzione ottiene due punti energia di bonus mentre è possibile anche arrivare a eseguire la stessa azione con due punti malus qualora tutte le altre opportunità siano già state occupate.
L’unico spazio ad utilizzo libero è la trasformazione di lavoratori in denaro al quale possono fare ricorso tutti i giocatori nella quantità desiderata.
E’ importante comprendere da subito che non vi è una relazione diretta tra energia prodotta e punti vittoria.
Al termine di ogni turno di gioco vengono assegnati punti (6 e 2) ai due giocatori che hanno prodotto più energia nel corso del turno e punti bonus sulla base di un obiettivo di turno a coloro che ne hanno conseguito il diritto sulla base produzione effettuata. Ad esempio, un obiettivo di turno può concedere 4 punti vittoria per ogni diga posseduta; la ricompensa si acquisisce completamente solo nel caso l’energia generata sia in linea con quella attesa per quel turno mentre viene ridotta fino all’effetto nullo nel caso di scarsa produzione.
Esiste anche un obiettivo di fine partita che regala punti importanti ( 15 – 10 – 5) per il possesso delle strutture di partita in partita richieste.
Barrage non è un gioco da intavolare con coloro che si accostano solo sporadicamente ad un tavolo da gioco perché verrebbero travolti dall’analisi necessaria per giocarlo e dalla lunghezza, in 4 giocatori si mettano in agenda almeno un paio d’ore.
Sono queste le stesse ragioni per le quali questo gioco può essere apprezzato da tutti coloro che amano la sfida strategica e di pianificazione richiesta da un “german” di peso medio-elevato che si trovano di fronte a problemi originali grazie alla gestione delle risorse bloccate per un certo periodo quando utilizzate e all’uso intelligente della forza di gravità che fa scendere l’acqua dalle montagne alla pianura.
E’ pur vero che, nonostante il notevole sforzo strategico richiesto, Barrage non è complesso da imparare anche grazie a un manuale di grande qualità, ricco di molti esempi per ogni regola.
Come spesso accade nei giochi a tema economico, è presente il rischio, non apprezzato da tutti, di leader in fuga (runaway leader) che per contrasto può creare situazioni con giocatori che si sacrificano per frenarlo favorendo altri. Un rischio che in Barrage è mitigato dal fatto che ad ogni turno l’ordine di gioco viene deciso, in ordine inverso, sulla base dell’energia prodotta nel turno precedente.
La grafica di Antonio De Luca che arricchisce tutte le componenti stampate, sul fronte e sul retro, strizza l’occhio agli amanti del gioco “bello” a vedersi, aspetto da non sottovalutare, così come lo fanno molti dei materiali come le costruzioni, diverse per ogni giocatore.
In alcuni aspetti, Barrage rappresenta, però, un caso di studio della complessa gestione della relazione tra l’idea e la realizzazione pratica. La splendida illuminazione della ruota, che peraltro rappresenta la sezione di una turbina, ha portato a criticità produttive sia per la funzionalità dell’elemento sia per la necessità di ridurre al minimo le dimensioni delle risorse, betoniere e escavatori, al fine di poterle inserire nel settore di ruota. Erano possibili altre soluzioni? Avrebbero tradito l’idea originale? Domande di difficile risposta.
Lasciando da parte le perplessità sulla gestione del Kickstarter, per i ritardi e per i problemi di packaging, Barrage risponde alle attese degli appassionati che si aspettavano un gioco di grande valore e dopo averlo giocato anche solo una volta ne escono soddisfatti.
Lo ho intavolato, prima di questa recensione, tre – quattro volte con giocatori diversi e l’esperienza è sempre stata intensa e coinvolgente, senza tempi morti e senza sentire i minuti trascorrere uscendone con il desiderio di affrontarlo nuovamente nei giorni successivi perché una partita a Barrage rappresenta una esperienza auto-conclusiva, difficile intavolare qualcosa d’altro per finire la serata.
Per una volta in un gioco gestionale, dove troppo spesso si procede tra cubetti e molta immaginazione, il tema è sempre presente vuoi per la grafica, vuoi per il meccanismo di gioco strettamente legato al fluire dell’acqua.
E allora consentitemi un goliardico … viva la diga!
This post was published on 3 Settembre 2019 16:40
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