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Giochi da Tavolo

Recensione | Ticket to Ride: Londra

“Era l’anno dei mondiali quelli del ’66. La regina d’Inghilterra era Pelè”, Antonello Venditti a palla nella playlist e tra le mani la scatola di Ticket to Ride: Londra, recentissimo nuovo capitolo della fortunatissima serie ideata da Alan R. Moon e pubblicata da Days of Wonder, localizzata per l’Italia da Asmodee.

Dieci anni dopo, adolescente in preda a tempeste ormonali, partivo alla scoperta della perfida Albione con la valigia piena di attese per un nuovo mondo: una giovane Elisabetta II, John Lennon, Gli Infallibili Tre con i protagonisti della serie TV nota al di là della Manica come The New Avengers, i cab londinesi e i rossi bus a due piani, in quegli anni simbolo nazionale, dai quali si saliva e scendeva in corsa con risultati a volte grotteschi.

La grafica di Ticket to Ride: Londra raggiunge l’obiettivo e vi proietta in una capitale inglese a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, indulgendo a qualche compromesso, con all’interno della scatola il regolamento in formato brochure dell’ufficio turistico (come già avvenuto per New York) e carte trasporto che riproducono mezzi che sono stati delle icone di quegli anni.

Benvenuti nella Swinging London

Come si gioca

Ticket to Ride: Londra si pone nella linea, inaugurata dodici mesi fa da Ticket to Ride: New York, del gioco in scala ridotta rispetto ai classici progenitori che mantiene, in tempi accorciati, lo stesso meccanismo di gioco, punto di forza di una storia che ormai dura da 16 anni.

Autobus a due piani, i double decker della tradizione, sono utilizzati al posto dei classici vagoni ferroviari per controllare le linee che devono essere utilizzate per completare con successo il percorso indicato dai biglietti destinazione, due dei quali vengono distribuiti a inizio partita a ogni giocatore che ne deve conservare almeno uno.

Come in ogni versione di Ticket to Ride, al vostro turno di gioco avete a disposizione tre azioni tra le quali scegliere quella che volete eseguire:

  • Pescare carte trasporto che vanno a incrementare la dotazione iniziale di due carte. Potete prendere due carte tra le cinque scoperte sul tavolo o alla cieca dalla cima del mazzo con la limitazione che nel momento nel quale scegliete una carta Autobus multicolore, il jolly, scoperta quella sarà l’unica carta che potrete pescare in quel turno.
  • Controllare una linea giocando una serie di carte trasporto del colore richiesto, o jolly, dalla linea sulla mappa in numero pari al numero di caselle della linea scelta. A questo punto le carte vengono scartate e vengono collocati nelle caselle gli autobus di plastica del proprio colore.
  • Pescare biglietti destinazione aggiuntivi dalla cima del mazzo. Presi due ticket, se ne deve conservare almeno uno potendo, a propria discrezione, mantenerli entrambi.
La plancia di gioco in perfetto stile british

Come si vince

La partita si conclude, come in ogni versione di Ticket to Ride, nel momento nel quale la riserva di autobus di un giocatore scende a due o meno; nel caso di Ticket to Ride: Londra la dotazione iniziale è però di soli 17 mezzi portando come ovvia conseguenza a partite decisamente veloci che possono esaurirsi in una quindicina di minuti.

L’obiettivo del gioco è accumulare il maggior numero di punti; ogni qualvolta si conquista il controllo di una linea vengono assegnati punti in base alla sua lunghezza, da un punto per una linea con una sola casella a sette punti per una linea da quattro caselle.

A fine partita ogni percorso indicato su un proprio biglietto destinazione garantisce i punti indicati sulla carta nel caso sia stato creato con successo mentre qualora non venga completato lo stesso numero di punti viene sottratto dal punteggio totale.

I Distretti sono la novità introdotta da Ticket to Ride: Londra. Identificato sulla mappa dalle località con lo stesso colore e numero, un Distretto, se completato, garantisce punti aggiuntivi pari al numero presente sulla mappa. Per completare un Distretto è necessario collegare ogni località del Distretto con tutte le altre località dello stesso.

Il giocatore rosso ha completato il Distretto verde per 2 punti

A chi piace

Esiste una neppure troppo limitata comunità di collezionisti di ogni uscita marchiata Ticket to Ride: nuove versioni, espansioni, mappe e spin-off come The Card Game pubblicato una decina di anni fa. Sicuramente si lanceranno alla ricerca di Ticket to Ride: Londra ma sarebbe decisamente troppo riduttivo pensare che loro possano essere l’unico pubblico interessato a questo gioco che sublima nello spazio di un quarto d’ora l’esperienza del gioco introduttivo per antonomasia.

Il meccanismo ormai collaudato riesce a mettere d’accordo novizi, giocatori casuali e esperti e la ridotta durata di Ticket to Ride: Londra può mettere a proprio agio chi si lascia spaventare dalla durata spesso superiore all’ora delle versioni classiche e allo stesso tempo mettere, grazie al ritmo serrato, un po’ di pepe al giocatore navigato che non potrà permettersi il lusso di riallineare la strategia durante la partita.

Un solido gioco – souvenir

Ticket to Ride: Londra è un gioco da viaggio in tutti i sensi. La dimensione e la leggerezza della scatola permettono di inserirla facilmente in un qualsiasi bagaglio a mano per intavolarlo in uno spazio contenuto come un tavolino da bar o da spiaggia quando si hanno quindici-venti minuti liberi per vivere le emozioni di un Ticket to Ride nel tempo normalmente dedicato a un filler.

Con l’uscita, lo scorso anno, della versione New York, Alan R. Moon e Days of Wonders hanno posto le basi per un ingresso importante nel mondo dei giochi – souvenir, giochi che possono essere acquistati nei luoghi turistici a suggellare in un modo diverso il ricordo di una vacanza. Ticket to Ride: Londra conferma la direzione e la rafforza; a differenza di altri giochi di questa categoria (Monopoli localizzati in tutte le salse, Trivia di varia natura), poco viene sacrificato dell’idea originale garantendo la longevità anche al ritorno dalle vacanze.

“Schiusmi, uere is Carnaby Street?”

This post was published on 1 Agosto 2019 8:37

Massimo Brignolo

Diversamente giovane, è cresciuto alla rigida scuola dell'integralismo "german" ma, con il passaggio delle ere che intenerisce anche la convinzioni più radicate, sta iniziando a concedersi qualche divagazione eretica tra dadi e miniature provandone inconfessato piacere.

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