Ricordi quando è iniziato tutto questo Frank? Era un giorno come tanti, un noioso giorno come tanti. Greta e Mabel avevano portato i bambini a scuola e noi scherzavamo su quanti anni ancora ci separavano dalla pensione. Avevamo appena iniziato il turno giù al distretto quando arrivò la neve. “Sembra più fredda del solito” mi dicesti guardando fuori dal finestrino. Avevi visto qualcosa ma pensavo fosse solo uno dei tuoi tanti modi di lamentarti del tempo. Quando rientrammo quella sera in centrale era arrivato un pacco, “Ghenos Games” diceva il mittente. Sembrava un gioco da tavolo Frank, te lo ricordi? Sembrava solo un gioco da tavolo…
INDICE:
Edifici, casse, barili, lampioni, cancelli e persino un furgoncino dei gelati. Nella confezione di Flick’em Up Dead of Winter c’è tutto quello che serve per allestire una vera e propria città, compresa una bustona di zombie per invaderla. Avrete bisogno di un tavolo grande, ma una volta finito di metter su le sagome degli edifici e posizionato tutti gli oggetti dello scenario il risultato sarà garantito e avrete la sensazione di trovarvi nel pieno di un’invasione. Questo grazie anche agli zombie, presenti in grande quantità e che acquisiranno ancora più personalità una volta che le sagome verdi di plastica saranno arricchite con gli appositi adesivi. Se siete amanti delle figurine, infatti, Flick’em Up Dead of Winter vi divertirà già dall’allestimento, basato proprio su tantissimi adesivi da collocare non solo sugli zombie ma anche sugli altri protagonisti dell’avventura, i sopravvissuti, e su oggetti come casse e zaini.
Insieme a città e personaggi ci sono però anche tantissimi segnalini in cartone che simboleggiano i punti vita dei personaggi, le armi disponibili e tutti gli altri oggetti che sarà possibile trovare in città (taniche di benzina, scorte di cibo, altre armi ecc..). È presente inoltre anche un mazzo di carte che serve per animare le modalità alternative offerte dai 10 scenari del gioco. Flick’em Up Dead of Winter, infatti, non presenta sempre la stessa ambientazione e, pur utilizzando le stesse strutture, ogni scenario dovrà essere costruito in maniera totalmente diversa aumentando sia la difficoltà sia il livello di elementi presenti.
Il gioco sviluppato da Pretzel Games ed edito in Italia da Ghenos Games riesce perfettamente a mettere il giocatore nei panni di uno di quei piccoli sopravvissuti di plastica, costretti a sfuggire a orde di famelici zombie, in un territorio ostile e alla continua ricerca di risorse per sopravvivere.
In ogni scenario i giocatori (fino a 10), che interpreteranno a turno i vari personaggi consigliati dal regolamento, dovranno attraversare la città per recuperare scorte, uccidere gli zombie, liberare edifici dai morti viventi, salvare compagni in difficoltà, ma anche saltarsi alla gola quando necessario. Per vincere basta quindi portare a termine gli obbiettivi designati da ogni scenario, ma prima va padroneggiata l’arte del Flick. Tutto, dai semplici movimenti dei sopravvissuti ai sonori colpi del fucile a pompa, va gestito tramite il Flick. Si tratta di colpire con il dito indice i vari dischetti presenti facendoli scorrere sul piano di gioco (se quindi siete abituati a giocare sul letto dimenticatelo, perchè avrete bisogno di una superficie molto stabile!). In questo modo potrete far partire i proiettili delle armi, lanciare coltelli, spostarvi e prendere persino a mazzate i nemici. Oltre al dischetto di movimento circolare sono presenti degli altri “dischetti” che però hanno la forma di mazza da baseball e coltello, mentre per le armi da fuoco vi sono delle piccole strutture in cartone che riescono ad emulare perfettamente il funzionamento dei fucili.
Il Flick è quindi una tecnica vitale e che va padroneggiata appieno prima di riuscire a muoversi per le strade infestate di zombie e richiede anche molta precisione: urtare qualsiasi oggetto o zombie durante le fasi di movimento equivale a perdere punti vita o fare rumore e, come vedremo nei prossimi paragrafi, fare rumore in una città piena di zombie affamati non è esattamente l’ideale.
Prima di iniziare va quindi scelto un buon tavolo (abbastanza largo) e uno scenario dal regolamento. Fatto questo una pratica immagine vi mostrerà come impostare l’ambientazione e quanti zombie inserire in città. Poi si passa ai sopravvissuti che come dei veri personaggi di un videogioco avranno delle schede di cartone con punti vita, armi e oggetti iniziali. L’allestimento richiede qualche minuto aggiuntivo rispetto ad un gioco da tavolo con tabellone classico, ma una volta terminato l’impatto scenico è garantito. A questo punto non resta che iniziare tenendo però a mente 3 cose fondamentali: le azioni dei sopravvissuti, le zombie run e l’avanzata dei giorni.
Proprio come in una pellicola post-apocalittica o di genere survival i sopravvissuti avranno poco tempo per portare a termine gli obiettivi. Questo è scandito dall’avanzata del segnalino giorni sul camper e che in alcuni scenari potrebbe partire anche da fasi più avanzate. Anche gli zaini sulla schiena dei personaggi servono a scandire il tempo e una volta terminato il turno di ognuno vanno ruotati per indicare che quel sopravvissuto non può essere più utilizzato fino al giorno successivo.
Iniziata la partita sarà possibile effettuare 2 azioni per sopravvissuto a scelta tra muoversi, prendere/lasciare, attaccare. La prima è chiara e si esegue con il Flick sul dischetto movimento dal punto in cui si trova il sopravvissuto cercando di far schizzare il dischetto fino al punto che volete raggiungere. Tranquilli, le prime volte accecherete qualche compagno di squadra o farete finire il dischetto sotto i mobili, è normale. I confini della città, posti intorno allo scenario, vi aiuteranno a capire quando la vostra azione non può essere considerata valida.
Prendere/lasciare serve a trasportare risorse, come la tanica di benzina, solitamente uno degli obiettivi vitali di diversi scenari e che serve a far partire il camper per scappare. In questo caso ogni personaggio avrà slot appositi sulla scheda e prima di poter prendere altre oggetti dovrà necessariamente lasciarne qualcuno. Infine l’attacco, che proprio come il movimento può essere fatto colpendo con il Flick pallottole, pugnali e mazze che dovranno abbattere i personaggi nemici per eliminarli. Attenzione però perchè sparare in una città piena di zombie potrebbe dare il via alla mortale zombie run.
A lato della città verrà sempre posizionata la torre zombie, un edificio contenente dei mangiatori di cervello che verranno aggiunti alla città con il passare del tempo. Grazie alla torre zombie sarà possibile effettuare una zombie run a seconda del rumore provocato con ogni azione: nessun movimento o attacco = nessun problema, movimenti o attacchi con armi bianche = zombie run con pochi zombie, sparare = orda famelica di non morti che piove dal cielo.
Per effettuare la zombie run vanno caricati in cima alla torre il numero di zombie allertati nel gioco, poi va posizionata la torre dietro il sopravvissuto che ha fatto rumore e rimosso il blocco della piattaforma superiore. Il risultato è una vera e propria valanga di zombie che travolge tutto, con la possibilità di atterrare anche i sopravvissuti.
Ci sono poi simpatiche aggiunte che portano la partita ad arricchirsi: come le carte che permettono di sfidare gli zombie dentro i luoghi chiusi (si, si può entrare negli edifici facendo scorrere il dischetto oltre l’entrata) e che vanno risolte semplicemente pescando nella speranza di uccidere il nemico entro 3 pescate e che non venga mai pescata la carta mortale. Ci sono anche delle carte obiettivo segrete, da non rivelare agli altri, e che spingono ancora di più giocatori verso il PVP. La meccanica di base però resta la stessa, il Flick, semplice, essenziale e divertente, soprattutto se siete tra quei giocatori che preferiscono l’abilità alla strategia.
Abilità e precisione sono le caratteristiche che rendono Flick’em Up Dead of Winter un gioco da tavolo che abbandona la strategia per offrire un’esperienza profonda in una città completamente devastata dagli zombie. L’atmosfera post apocalittica, infatti, si respira per tutti i 45 minuti della durata media di una partita, non solo grazie all’ambientazione, ma anche per via di alcune simulazioni della realtà ben congegnate come: la modalità di tiro della armi, la zombie run o la raccolta di risorse. Tutto è studiato per far vivere il party in un continuo stato di sopravvivenza. Tutto è nelle mani dei giocatori, letteralmente. È come essere tornati bambini, quando al mare giocavamo con le biglie, solo che stavolta, tra un castello di sabbia e l’altro, ci sono orde di zombie pronti a divorarci.
“È finita Frank, non preoccuparti, sarà indolore”. Lo ripeto più a me che a lui mentre estraggo l’indice dal pugno e lo posiziono davanti al dischetto proiettile. Frank mi guarda come se capisse, continuando a fare versi indescrivibili mentre la pelle gli cade dalla faccia. Faccio un lungo respiro, poi tiro indietro il dito. “Tutto questo è cominciato con un Flick..” mi ripeto “…e tutto finirà nello stesso modo.”
Ringraziamo Ghenos Games per averci dato la possibilità di provare il gioco.
This post was published on 29 Maggio 2019 16:19
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