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Giochi da Tavolo

Bananagrams è il mio gioco preferito ed è giusto che sia così.

Sì.

Lo so, mi sto sbilanciando davvero tanto, la situazione ha raggiunto dei connotati “memici” davvero alti, con gli amici si è arrivato a urlare nella vita reale la parola BANANAGRAMS in ogni contesto immaginabile, nelle chat di SDDND, la nostra e quella di Inntale su Telegram ogni 3×2 urlo senza pudore la parola BANANAGRAMS.

La situazione mi è sfuggita di mano e pare avere anche i connotati di una sponsorizzazione ma fidatevi, è puro entusiasmo. Premetto: non sono stato pagato per questa recensione. Sono estremamente serio.

Perché Bananagrams è un GIOCONE

Parliamoci chiaro, la confezione non ha tanto senso. È uno scrabble-like DENTRO UNA BANANA CON ZIP, questa cosa farebbe ridere anche l’uomo più serio del mondo. Quando l’ho vista per la prima volta ho inquadrato il target e ho riso tantissimo pensando che avrei dovuto recensire un gioco studiato per una fascia d’età che si posiziona esattamente alla metà dei miei anni. E invece…

Un paio di settimane fa prendo il gioco e dico tra me e me “qualcuno dovrà pur farlo”, sghignazzando sotto i  baffi vado dai miei genitori, le persone meno adatte nell’universo per il testing di un gioco.
Per farvi fare mente locale rapidamente inquadro subito i due personaggi che hanno testato assieme a me il gioco.

Bruno, un uomo che vive letteralmente per i quiz “ParoleCentrici” su Rai 1, Mediaset e sul 9, passa intere giornate dietro quei suoi baffi malefici a sparare parole senza senso commentando malamente ogni partecipante. Lui è l’eroe dei miei amici, vengono da me a trovarlo e non per vedere me. Giusto per capire il personaggio.
Liliana, mia madre è una persona semplice, cucina benissimo, è amorevole ma ha delle serie difficoltà nel ragionamento logico e razionale. D’altronde sono suo figlio e non potrebbe essere altrimenti.

Loro due sono abituati al massimo A GIOCARE A TOMBOLA A CAPODANNO, urlando come i più simpatici della classe “terno” al secondo bussolotto estratto. Con questa premessa mi son detto, se riescono loro riescono tutti.

Genitori, siete pronti per giocare al gioco della Banana?

Dissero di sì, inaspettatamente, perdincibacco.

Spiegherò le semplici regole anche a voi, per poi parlarvi del momento più WTF vissuto in famiglia degli ultimi anni.

Bananagrams – Come diamine funziona?

Aprendo la Zip (non fate battute, sporcaccioni) troviamo un mucchio di tessere simili a quelle dello Scarabeo “ma senza punteggi”, 144 per l’esattezza  e un manuale di istruzioni leggibile in 2 minuti da qualsiasi persona che abbia superato la scuola dell’obbligo.

Si gioca dagli 1 agli 8 giocatori (sì c’è scritto 2 sulla confezione ma c’è possibilità di giocare allegri solitari).

Ci sono diverse varianti di gioco, nessuno vi vieta di inventarne alcune a vostro piacimento, per facilità vi spiegherò quella principale.

Posizionate tutte le 144 tessere a faccia in giù sul tavolo, per comodità facciamo finta che siate in due a giocare, entrambi prenderete dal mucchio 21 tessere e al via inizierete a girarle e a comporre parole incrociate, i designer del gioco sconsigliano nomi propri e luoghi e consigliano parole del vocabolario e verbi coniugati, sentitevi liberi di discutere le regole nel caso non vi piacciono.

Se siete bloccati potrete urlare “SCAMBIO“, posizionare a faccia in giù una tessera nel mucchio e pescarne due, opzione ripetibile all’occorrenza  per quante volte voi vogliate.

Nel momento in cui finirete le lettere nel vostro “cruciverba” dovrete urlare “LETTERA“, ogni giocatore prenderà una lettera dal mucchio e continuerete fino ad avere un numero di lettere pari o minore al numero di giocatori e sarà decretato il vincitore che urlerà a gran voce BANANAGRAMS.
es. siete in 8 a giocare,  appena ci saranno 8 o meno tessere nel mucchio il primo giocatore che avrà finito il proprio schema potrà urlare BANANAGRAMS e diventare il re della Giungla super potente.

Facile no?

Perché Bananagrams mi ha colpito così tanto.

I motivi principali sono 2:

  • La carica Memica del gioco;
  • La sua fruibilità da parte di TUTTI.

 

Il primo punto è il mio preferito, è un gioco che fa davvero ridere. Con i miei amici mi sono divertito un casino e anche loro si sono trovati a giocare ad un gioco MOLTO SEMPLICE e mai banane, emh, volevo dire banale (non picchiatemi).

Assodato che poi la confezione sia una banana è già di per sé un Meme.

Il secondo punto è la sua fruibilità, torniamo agli attori principali della mia recensione, i miei genitori.

Alla seconda partita li ho visti realmente affiatati, ridevano come i ragazzini per delle parole che non esistevano, ma gli piaceva così. Mia madre ha tirato fuori un “Scivolissimo” e un “Rabarbarello”, insistendo che sia una tipologia di Rabarbaro. Mio padre invece scriveva le parolacce, come i ragazzini di quindici anni e si sbellicava come un forsennato posseduto dal totocalcio.

Alla terza partita notai che il mio cane aveva una gran voglia di uscire, decisi di farmi una passeggiata e forte del fatto che i miei avevano imparato le regole decisi anche di andare a farmi un aperitivo con dei balordi.

Tornai quindi alle 19,  entrando in salotto al grido di “hey genitori” apparve la scena finale.  HOLY SH#T STATE ANCORA GIOCANDO.

E mio padre “Daniè di a tua madre che esiste la parola BOTOLONE”
– “intendi una botola grande?”
– “No, intendo persone tipo te, fatticce e sgraziate”.

Sorrisi serenamente e sinceramente, vederli così felici per via di un gioco A FORMA DI BANANA mi ha reso una persona migliore in qualche modo, questo gioco nella mia classifica personale ha scavalcato Sagrada, Heroquest, Zombicide e tutti gli altri boardgame che amo alla follia.

Bananagrams è magico, non provarlo è un delitto.

 

This post was published on 27 Aprile 2019 1:06

Daniele Di Egidio

Daniele Di Egidio è il creatore di Player.it e vicedirettore della testata. Videogiocatore da quando ha memoria, prese in mano il primo joypad nel lontano 1997 su un fiammante Super Nintendo regalato dal fratello, da li arrivò l'amore per il mondo del gaming. Dai lontani primi anni 2000 fino ad adesso ha giocato oltre cinquecento titoli, dal retrogaming ai giochi contemporanei, predilige i moba come Dota 2, gli sparatutto classici e i giochi di strategia. La sua fissa attuale è per MTG Arena. Decise di fondare Player con uno scopo ben preciso, portare i giocatori di ruolo "analogici" nel mondo del digitale e viceversa, infatti le due realtà difficilmente in Italia hanno un luogo dove incontrarsi e imparare vicendevolmente la magia che c'è dietro un GDR o un videogioco single play. Al di fuori del mondo del gaming Daniele è un fotografo ben ambientato nel mondo della fotografia dei concerti, ha fotografato in lungo e in largo per l'europa più di 1000 band di caratura mondiale, ha seguito artisti di fama mondiale in tour, è stato fotografo ufficiale di diversi festival da 50.000 e più ingressi e ha avuto diverse pubblicazioni con Metal Hammer italia e con MetalManiac negli anni passati. Ha militato per 8 lunghi anni in SpazioRock dove copre ancora il ruolo di fotografo ufficiale.

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