Quest’oggi mi rovino, due giochi in uno, Flowers e Robots. Entrambi sono di Giampaolo Razzino e Mirko Zanco, editi dalla Little Rocket Games. Si tratta di due giochi di carte molto simili (quasi identici) per giocatori dai 6 anni in su.
Per affrontare questo doppio sforzo non ho potuto fare a meno di chiedere aiuto al mio preziosissimo team di esperti che da anni mi aiuta a capire come funziona questo strano mondo dei giochi da tavolo.
Quindi si parte in compagnia di Simone e Virginia, rispettivamente di 11 e 9 anni, coadiuvati da un paio di giocatori occasionali (me compreso) – adulti, notoriamente incompetenti, ma convinti del contrario, per quel che riguarda i giochi per bambini.
Partiamo da questo giochino che è quello che ha maggiormente attirato l’attenzione di Simone. È un gioco semplice e veloce che consiste nel costruire, pescando una carta per turno, il proprio super-mega-galattico-fanta Robot.
Si mescolano le carte e dopo aver posizionato il mazzo al centro del tavolo, a turno, i giocatori ne devono pescare una. Se si tratta di un pezzo di robot che non si possiede, va messo d’avanti a sé a faccia scoperta, altrimenti finisce nel mercato dei robot.
Il giocatore che per primo mette assieme due gambe e due braccia, un busto e una testa, quindi in totale 6 parti, è il vincitore supremo e assoluto, e può inviare il suo robot a difendere la terra a fianco di Mazinga, Voltron, Daitarn, Daltanious, Goldrake… (qualcuno mi fermi sennò facciamo notte).
Sembra tutto facile, ma non è così, all’interno del mazzo ci sono delle insidie davvero, davvero… insidiosissime.
Oltre alle singole parti dei robot, possiamo trovare queste amene carte che vanno conservate in un immaginario deposito (coperto accanto alle parti del nostro robot):
And that’s all folks (questo è tutto gente per i non anglofoni). Semplice, veloce, con una grafica accattivante e un tema, quello dei robot, impossibile da non amare. Le illustrazioni sono di Laura Petrella, e sono piaciute molto.
Che dire di Flowers… Ha attirato subito l’attenzione di Virginia a cui la grafica è piaciuta. Il gioco è praticamente identico a Robots, salvo per una regola assurda (di cui parleremo tra poco), le illustrazioni e i nomi delle carte. Al posto del Robot devastatore c’è la Capra che ogni volta che esce obbliga lo scemo di turno (io) a imitare Sgarbi: “Capra! Capra! Capra!”, la Dinamite si trasforma in Tornado e a difenderci dagli avversari ci pensa la Serra invece del Robot da guardia.
Lo scopo del gioco è quello di collezionare tutte e 6 le carte fiore di uno stesso colore, ed è proprio questa la regola che rende Flowers praticamente ingiocabile.
In Robots possiamo usare parti di robot di qualsiasi colore, quindi, di gambe ce ne sono un mucchio, così come per le teste e il busto. Ma in Flowers dobbiamo per forza aspettare che esca un fiore del nostro colore per aggiungerlo al nostro “fiore gigante”. Mentre per tutti gli altri fiori, siamo costretti a inviarli al mercato che si riempie pazzescamente di carte.
Ogni carta costa 3 monete, ma collezionarne tre non è facile, se esce il Tornado si è costretti a buttare tutte quelle che si erano conservate. Alla fine il solo risultato possibile è la noia (peccato mortale per libri e giochi da tavolo).
Virginia e Simone hanno dato un bel 10 a Robots, sia la grafica, che la meccanica sono piaciute molto. Simone trova che Robots abbia regole semplici, possa essere giocato da tutti e, soprattutto, è un gioco rapido.
Non così buono è il giudizio che Simone dà a Flowers che prende solo la sufficienza. La grafica non è minimamente stata di suo gusto, l’ha definita “da depressione”, parola probabilmente appena imparata, che tradotta in adultese significa “vecchia”.
Anche gli adulti presenti hanno trovato poco affascinante la grafica di Flowers, solo Virginia l’ha difesa a oltranza, dando al gioco un complessivo 9 d’incoraggiamento.
Bicchiere mezzo pieno direi. Entrambi i giochi sono da 2 a 4 giocatori, Robots è uno di quei giochi che mi porterei sempre dietro al pre e al post scuola. Veloce, adatto a tutti, divertente. Costa appena 12 euro (forse un po’ troppi), ma tutto sommato spendibili.
Flowers sfrutta la stessa meccanica, ma con un’ambientazione, una grafica e delle regole che lo limitano fortemente.
Tra i due, sceglierei sempre il primo.
This post was published on 26 Aprile 2019 14:51
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