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Giochi da Tavolo

Recensione | Wreck Raiders

Direttamente dagli abissi delle vacanze di Pasqua ho riportato a galla un gioco che già solo dalla prima occhiata ha attirato la mia attenzione.
Dico “abissi” e “riportare a galla” con cognizione di causa, visto che il gioco in questione si chiama Wreck Raiders (predatori di relitti) e l’ambientazione si svolge in fondo al mar, “in fondo al mar, se la sardina fa una moina, ci fa impazzir”,  in fondo al mar“, il posto in cui riposano i tesori più preziosi in attesa che qualcuno – umano o granchio che sia – li trovi e se li porti a casa… o sotto la sabbia.

La legge del mare è chiarissima in proposito, quello che troviamo in acqua ci appartiene. Quindi la posta è altra, e per una sfida ad alta tensione ho dovuto chiedere l’aiuto di due tra i più importanti cercatori di tesori che io conosca, Simone e Virginia.

Si da anche il caso che facciano parte del team di esperti che da sempre mi aiuta a capirci qualcosa di giochi da tavolo.

Palombari del mondo unitevi!

Scatola e materiali

Il gioco di Tim Brown e Joshua Cappel è prodotto dalla KTBG  e per ora è disponibile solo in pre-ordine.

È per questa ragione che sorvolo sul fatto che, a differenza delle mie altre recensioni, non posso scrivere la mia magica frase: “I materiali, ci sono tutti, bravi!”.

Purtroppo mi manca un dado, e siccome i dadi dei giochi della KTBG sono graziosamente personalizzati in funzione del gioco, è un davvero un peccato (spero di riuscire a rubar… recuperalo in qualche altro modo).

Un difetto puramente estetico, ma facilmente trascurabile se si usa un qualsiasi altro dado – magari del monopoli che teniamo nascosto in fondo all’armadio dal 1991.

Sorvolo, anche perché i materiali (i tanti materiali ) di Wreck Raiders sono eccezionali, la grafica del gioco è molto curata e ha suscitato l’ammirazione sia della squadra dei giovani esperti che di quella degli adulti (che contano poco, sono in pratica gli autisti degli esperti).

Tra l’altro mi hanno assicurato che mi manderanno presto il dado mancante, grazie mille!

Superata la meraviglia iniziale, il team di esperti è scesa nel dettaglio: per Virginia il materiale è da 9, soprattutto per la grafica.

Simone ha premiato i materiali con un 9+, ma non senza qualche appunto. Le pedine dei palombari richiedono l’applicazione di adesivi – a Simone ‘sta cosa non piace -, ma è stata compensata dal fatto che oltre agli adesivi dei palombari, ce ne fossero altri da usare a piacimento e per puro divertimento.

Inoltre, questo giovane cercatore di tesori dai capelli biondi, ha notato che alcune pedine erano leggermente scolorite e rovinate. Piccoli difetti annullati dalla grafica molto bella.

Normalmente non faccio l’elenco dei materiali in una recensione perché concettualmente non mi frega molto, qui però un accenno al contenuto lo faccio perché è davvero notevole – nel bene e nel male: carte, tessere acquario, tre tipi di conchiglie, 4 tipi di tesori double-face, pedine di palombari e granchi, una plancia centrale e una piccolina, plance per ciascun giocatore,  finanche il coperchio della scatola che va usato.

Spiaggia
Coperchio

Nella mia scatola c’erano anche due espansioni. La prima, aggiungeva una plancia,  qualche gettone a forma di perla e carte. L’altra, ci regala una bellissima pedina a forma di squalo.

Quando i giocatori di Twilight Imperium hanno visto il materiale di Wreck Raiders si sono sentiti dei veri sfigati e si sono dati al Monopoli – quello nell’armadio.

Come si gioca

Bisogna farla breve, perché se entrassimo nel dettaglio rischieremmo di fare notte. Lo scopo del gioco è ottenere più punti partita trovando combinazioni di tesori, acquistando acquari, collezionando conchiglie.

A inizio turno si lanciano un certo numero di dadi nel coperchio della scatola. Questi fungeranno da guida per posizionare i palombari sulla spiaggia o in fondo al mare. Nel primo caso il giocatore otterrà delle conchiglie, nel secondo, uno dei quattro diversi tesori disponibili.

I tesori vanno posizionati sulla propria plancia in modo tale da creare delle combinazioni per acquistare delle carte che varranno punti a fine partita, o accumulandoli per colore e per tipo.

Le conchiglie hanno varie funzioni, una importante, consente di acquistare degli acquari (anche l’acquario di Genova è stato acquistato a suon di conchiglie).

Come per le carte, anche gli acquari sono  punti a fine partita.

A ogni turno il giocatore piazza un palombaro e ottiene la sua ricompensa, questo rende il gioco abbastanza lento all’inizio, solo dopo che la maggior parte dei palombari sono in gioco, allora è possibile muovere le proprie pedine in modo da accumulare il maggior numero di tesori.

The Giant Clam e The Relic Hunter mini – expansion
The Shark Micro-Expansion

 

La parola agli esperti

Virginia ha trovato le regole un po’ difficili, le ha capite, ma visto che erano tante, non si è preoccupata di come giocare per vincere: la strategia del gioco resta per lei un mistero.

A domanda: “Faresti un’altra partita?”, la risposta è stata: “Non so”.

Meno severo è stato Simone, che rifarebbe un’altra partita, ma tenendoci a precisare che, il gioco secondo lui, non è per ragazzini da 10 anni in su, lui però ne ha 11 e quindi lo può fare tranquillamente.

La parola agli adulti

Lascio esprimere anche gli autisti degli esperti perché le loro opinioni sono interessanti. Margherita, la professoressa, ha apprezzato moltissimo il gioco. Senza indugiare ancora sull’ottima grafica, ha apprezzato il fatto che per ottenere punti ci siano diverse strade, le piace l’impronta strategica che occorre dare a ogni partita, ritiene che l’età consigliata del gioco sia corretta..

Daniele (il burocrate), invece, pur apprezzando la grafica ritiene che il gioco non sia immediato né per regole, né per strategia.

Conclusione

Infine ecco ciò che penso io. Wreck Raiders è un bel gioco, magari non adatto ai piccolissimi, ma per gli adulti davvero indicato.

L’ambientazione è originale e la grafica vale il prezzo del gioco. Strategicamente il gioco può essere interessante, ma anche un po’ ripetitivo.

Da quel che so non verrà prodotto in Italia. La lingua serve solo per il regolamento, visto che le varie parti del gioco non richiedono traduzioni.

Insomma, un gioco da rigiocare.

 

This post was published on 26 Aprile 2019 14:21

Luca Riccio

Educatore, scrittore a tempo perso, di quelli che "primo o poi lo finisco quel romanzo". Mi ritengo anche un creatore di giochi di quelli che "prima o poi me lo pubblicano quel gioco". Nel frattempo provo i giochi degli altri per offrirvi la mia modesta e "prima o poi competente" opinione.

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