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Giochi da Tavolo

Zoocracy Recensione | Le dure leggi della giungla

Dopo una prima cancellazione del progetto, il kickstarter di Zoocracy di Haas Games è ripartito e grazie ad i suoi autori abbiamo potuto provare in anteprima cosa vuol dire fare politica con gli animali.

Due coccodrilli, un orangotango, due piccoli serpenti, l’aquila reale, gatto, topo, elefante e anche i due leocorni, tutti in lizza per un seggio

Politica, poltica e ancora politica. Gli animali di Zoocracy hanno abbandonato da molto tempo la legge della giungla, dove il più forte mangiava il più debole, adattandosi alle leggi elettive degli umani, ma c’è poi così tanta differenza? Il denaro diventa cibo, i seggi vengono rappresentati dai recinti e gli animali si vestono da uomini e si atteggiano da ministri e capi del governo. Haas Games porta la politica tra gli animali e mette in piedi un gioco che, per quanto ben congeniato, risulterà poco attraente se non siete amanti della politica, delle sue meccaniche e delle contrattazioni tra giocatori.

Il gioco coinvolge dai 2 a 6 giocatori in partite di oltre 120 minuti che vi porteranno a dubitare dei vostri compagni di tavolo. Per quanto si possa infatti calarlo in un contesto, passatemi il termine, giunglesco, Zoocracy non fa altro che mettere in atto tutti i meccanismi della politica reale all’interno di un gioco interpretato da animali.

La democrazia è uno zoo

Le meccaniche dietro a Zoocracy sono complesse e inizialmente sarà difficile approcciarvi al gioco, ma dopo qualche partita riuscirete a padroneggiare completamente le regole e a diventare politicanti provetti. Si parte distribuendo i token cibo a tutti i giocatori che dovranno sceglierne un numero segreto da mostrare agli altri per vincere le elezioni presidenziali e diventare presidente. Mantenere la carica non sarà però semplice e già dalla fase successiva ogni giocatore dovrà influenzare gli animali dei vari recinti posti sulla plancia di gioco offrendo altri token cibo. Ogni recinto ha un valore diverso che servirà ad ottenere un numero di seggi utile a far sentire il proprio ruggit…emh la propria voce in parlamento.

A questo punto si passa alle elezioni parlamentari dove l’ordine di turno e di conseguenza la maggioranza dipenderà proprio dai seggi ottenuti nella fase precedente. Una volta raggiunta una situazione più o meno stabile è ora di parlare della formazione del governo a questo punto ogni giocatore propone la sua coalizione di governo e gli altri votano facendo sentire la propria influenza in base ai seggi ottenuti finché non si arriva ad un governo di maggioranza. Nel caso non si dovesse mai arrivare ad un accordo sarà il presidente a decidere che dovrà però stare attento al voto di sfiducia. Questo voto, che vi assicuriamo fioccherà specie se avete amici particolarmente competitivi, ha il potere di ribaltare le sorti della partita facendo addirittura cadere il governo e costringendo ad un repentino cambio di leadership. Ogni round sarà poi influenzato dall’azione dalle carte evento, degli strumenti di alea che porteranno disordine nel precario equilibrio appena trovato e che andranno ad influenzare spesso il motore dell’economia di gioco, i token del cibo. I partiti affamati infatti difficilmente riusciranno a reggere la carica affidata e a quel punto sarà molto semplice rompere le promesse elettorali fatte con loro e passare al miglior offerente.

Zoocracy è uno specchio della realtà che deforma la politica umana e la trasforma in una giungla fatta di leoni, gorilla, zebre, tartarughe e quant’altro e dove l’obiettivo finale è affondare denti e artigli nelle deboli fondamenta del governo per realizzare i propri scopi. Tutto questo per un numero di round che varia tra 9 e 12 finché non arriva la carta evento che pone fine alla partita.

La ferocia politica degli animali antropomorfi

A mostrare e semplificare il sistema di gioco tramite carte evento con simboli e artwork di grande impatto c’è il design curato da The Mico e Bojan Drango che calano perfettamente l’idea politica nella giungla. Quando si è un leone è facile apparire feroce, ma i designer hanno fatto in modo che anche una tartaruga potesse rappresentare un pericolo mostrata come una donna saggia con una agenda elettorale ricca di impegni e diversi anni di carriera sul guscio. Ogni animale del gioco incarna una precisa carica politica o una precisa tipologia di elettore, aumentando l’immersione del giocatore nel contesto anche grazie al tabellone che sfrutta appieno i tanti animali dello zoo per generare varietà. Una vera giungla di colori che difficilmente non potrà non attrarvi, specie se siete amanti di pellicole come Zootropolis.

Commento finale

Un gioco sporco come un ippopotamo quello della politica, eppure così simile alla realtà. Giocare a Zoocracy mette il giocatore nel difficile e precario ruolo di leader politico dove accontentare tutti diventa un problema e ogni giocatore è pronto a voltare le spalle ad un altro per una migliore offerta di cibo. Il design animalesco parla a cuore aperto di una realtà elettorale che spesso risulta molto più feroce di quella che potrebbe crearsi nella giungla. La complessità del sistema politico potrebbe però allontanare molti giocatori dal titolo, ma Zoocracy non vuole essere un gioco per tutti bensì un prodotto confezionato e collaudato per quei giocatori che quando si mettono al tavolo di gioco sono pronti a portare avanti ore di contrattazioni, negoziazioni e tradimenti. Se questo è quello che stavate cercando date una possibilità al Kickstarter di questo progetto che con i prossimi goal raggiungerà anche la lingua italiana!

Si ringrazia Haas Games per averci fornito una copia di Zoocracy in anteprima.

Se vuoi sostenere il progetto clicca qui!

This post was published on 14 Aprile 2019 16:06

Simone Alvaro "Guybrush89" Segatori

Ritrovato in tenera età su una spiaggia pixelata le sue prime parole sono state "Voglio fare il pirata!" In mancanza di un vero galeone è partito all'arrembaggio del mare della rete depredando le conoscenze di ogni isola su cui è approdato: Ha scritto per Games, VGN, Adventure's Planet, Badgames, FlopTV, Cinefilia Ritrovata, Ridble e creato qualche video per la ciurma di Game Series Network. Nel mentre la taglia sulla sua testa è aumentata e dopo che l'Università di Viterbo lo ha ritenuto un pericoloso "Capitano della Comunicazione", l'Alma Mater Studiorum di Bologna lo ha classificato come "Minaccia Pirata esperta di Cinema, Televisione e Produzione Multimediale". Per circa un anno è quindi rimasto nascosto nella Cineteca di Bologna, gestendo dall'ombra l'Archivio Videoludico e organizzando anche un ritrovo piratesco conosciuto come Svilupparty. Dopo qualche tempo passato in mare tra cinema, fumetti, serie tv, libri, aspirapolvere e videogiochi, senza mai una vera casa, mette l'ancora alla fonda nella baia videoludica di Player.it, dove passa le giornate in compagnia di scimmie, balene e altri animali. Va spesso ad ubriacarsi nella taverna di Tom's Hardware, inoltre va all'arrembaggio di libri e fumetti su Frasix, di gadget e serie TV su Nospoiler e Cinematographe e svolge ricerche su antichi manufatti per conto di Ivipro. Il richiamo dell'oceano però lo trascina continuamente tra le onde e anche se non sa dove lo porterà il vento quello che conta davvero è il viaggio.

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