Azulejos: introdotte dai Mori, in origine erano piastrelle di ceramica bianca e blu. Fatte proprie dai portoghesi di re Manuel I, che le ha viste al palazzo dell’Alhambra della Spagna meridionale e ne è rimasto incantato. Ne rimase talmente affascinato che ordinò ai mastri piastrellisti di decorare il suo palazzo con piastrelle simili.
Azul ci conduce, in quanto artisti piastrellisti, ad adornare i muri del Palazzo Reale di Evora.
Azul è un gioco di Michael Kiesling, edito in Italia da Ghenos Games. Vincitore dello Spiel des Jahres 2018 e fautore del visibilio dei giocatori che lo hanno provato al Play 2018. Non ne avete sentito parlare? Niente paura. Azul è un gioco essenziale, estremamente semplice. Costituito da poche regole facili da spiegare, questo gioco dalla bellezza mozzafiato porta a partite veloci e sempre divertenti. Fatto per intrattenere dai 2 ai 4 aspiranti piastrellisti, le partite durano dai 30 ai 40 minuti.
L’obiettivo di gioco è quello di essere il giocatore più bello con più punti della partita. La partita termina quando almeno un giocatore ha una riga orizzontale di 5 piastrelle consecutive sul proprio muro.
Ogni turno di gioco è composto da tre fasi: proposta, piastrellare, preparazione del turno successivo.
Per provare una modalità di gioco leggermente diverso, basta utilizzare il lato grigio delle schede. Le regole non variano, semplicemente spostando una piastrella da una riga alla parete è possibile collocarla in qualsiasi casella corrispondente alla riga sulla parete. Nessun colore può comparire più di una volta nelle 5 colonne verticali della parete.
Andrea è un ragazzo che gioca ad Azul in maniera competitiva. Ci siamo fatti raccontare come funziona l’ambiente torneistico di Azul in Italia.
L’ambiente torneistico è estremamente limitato, perchè non c’è un meta che tiene il gioco in costante evoluzione, quindi non è vivace e continuo (come per esempio quello di Hearthstone o MTG Arena, ndA). I nazionali di Azul si concluderanno sabato 6 aprile al Play di Modena. Secondo Andrea, purtroppo, la scena torneistica di Azul non ha vita lunga per i partecipanti: data la sua natura statica, Andrea prevede la durata della via di torneo di un giocatori di non più di due anni.
I tornei di qualificazione vengono fatti, tramite Ghenos Games, da associazioni ludiche e nogozi di giochi. Il torneo è suddiviso in gironi svizzeri nella fase della qualificazioni, come succede per giochi come Magic: The Gathering e Pokemon. Questo sistema finisce col polarizzare il gruppo di partecipanti, in quanto i perdenti affronteranno solo perdenti e i vincitori solo i vincitori. Una volta arrivati al tavolo finale, si passa a eliminazioni dirette, fino a che non si eleggerà il vincitore. Il premio di ogni tappa di qualificazione, consegnato ai primi 5 classificati, sarà Joker Tiles, l’espansione di Azul. Andrea ai nazionali si aspetta almeno 60-80 persone. Il vincitore assoluto si porterà a casa l’edizione gigante di Azul.
Quali sono le differenze tra una partita competitiva e classica fatta in casa tra amici? La prima partita “casalinga” dura 40 minuti, perchè ci si deve ambientare con il regolamento e le successive dureranno circa 25-30 minuti. In torneo, invece, una partita non dura mai meno di 45 minuti. Perchè? Azul, giocato a livello competitivo, richiede ragionamento e capacità di previsione dell’avversario, essendo quindi molto affine al poker come metodistica di ragionamento.
Andrea ci racconta anche del suo desiderio dal punto di vista torneistico: regolamentare il posizionamento al tavolo. Infatti, se il giocatore alla propria destra non è molto abile e quello alla propria sinistra, per contro, è un giocatore molto forte, potremo sfruttare gli errori del giocatore meno bravo per mettere sotto pressione quello più capace ed esperto. Questo, a detta di Andrea, rompe un po’ l’equilibrio del gioco. La sua soluzione? Posizionarsi al tavolo di gioco in base al punteggio.
Abbiamo chiesto a Luca e Andrea, entrambi giocatori assidui di Azul, quali sono secondo loro i punti di forza e i punti di debolezza del gioco. L’immediatezza delle regole, la profondità -che a prima occhiata può sembrare banale ma non lo è- e la curva di apprendimento che accoglie i neofiti e intrattiene i giocatori più esperti (orizzontale all’inizio ma poi ripida), siano tutti punti di forza di cui Azul può andare fiero.
E le debolezze? Entrambi ritengono che la rigiocabilità non sia troppo alta.
Per concludere: è gioco elegante nelle regole, incredibilmente soddisfacente, in cui ti senti sempre di riuscire a fare qualcosa. Certo, a volte succede che durante il tuo turno cadano molte piastrelle e in quel caso ci si sente infastiditi e sconfitti, ma in generale alla fine di ogni turno ci si sente estremamente soddisfatti.
Azul è un gioco che accomoda diversi stili di gioco: si può vincere sia coltivando il proprio orticello, sia infastidendo costantemente gli altri giocatori. La sua versatilità e facilità di apprensione lo fanno diventare un gioco adatto a tutti, sempre nuovo, sempre bello.
Nonostante porti i giocatori nel Portogallo del lontano 1500, alla corte del re Manuel I, in quanto gioco astratto l’ambientazione è pressocchè irrilevante. È un peccato non respirare l’atmosfera della corte portoghese dell’epoca, ma certamente questo non compromette l’ottima qualità di Azul.
Consigliato per chi si sta avvicinando piano piano al mondo del gioco da tavolo, ma anche a tutti quelli che vivono di pane e giochi.
This post was published on 21 Marzo 2019 10:36
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