Quando mi dicono che un gioco tavolo è la trasposizione di un film, di una serie tv o, peggio ancora, di un videogame, comincio a fare gli scongiuri. Vago trai i peggiori ricordi della mia vita, e mi passano d’avanti agli occhi orrori come Beverly Hills 90210 (con tanto di musicassetta) e Buffy, o drammatiche delusioni come Sid Meier’s Civilizzation e Dark Souls (120 euro che non rivedrò mai più).
Poi però penso a momenti meno tragici con il Trono di Spade e X-Com che non mi sono dispiaciuti e incrocio le dita. L’ho fatto anche con Super Modherload di Gavan Brow e Matt Tolman e mi è andata bene. Il gioco della Roxley Game è tratto dall’omonimo videogame, ed è molto, molto interessante.
Ma andiamo con ordine.
La Roxley Game è una casa canadese, il gioco è in inglese (per la versione in italiano non ci sono ancora notizie), quindi mi sono servito del supporto del mio consulente italo-americano Giulio Giammario, noto frequentatore della città di San Francisco e odioso esperto di giochi da tavolo a cui non riesce di perdere una partita neanche quando dorme.
Insieme ci siamo dedicati alla parte più bella di ogni gioco, lo spacchettamento.
Evviva! Anche stavolta ci sono tutti.
Carte plastificate, 4 mini plance quadrate, svariati token (bombe, reliquie e risorse), tile che rappresentano i tunnel scavati dai piloti, tutti in cartone pressato.
La qualità è sicuramente buona, la grafica ben curata. Tutto sommato dei buoni componenti, ma niente di specialissimo.
In un tempo non meglio specificato è il pianeta Marte il futuro del capitalismo mondiale. La Solarus Corporation ha scoperto che il pianeta rosso ha la crosta ricca di risorse che possono risolvere la terribile crisi energetica in cui versa la nostra amata Terra – io l’ho sempre detto che avremmo dovuto investire di più sulle energie rinnovabili, ma nessuno mi ha dato retta, ecco che adesso tocca raccattare su Marte le risorse per andare avanti, cose da pazzi.
Comunque sia, in questo clima drammatico, i giocatori vengono scelti per guidare i propri piloti nel difficile, ma privilegiato compito, di scavare il terreno e recuperare quante più risorse possibili, e arrivare a diventare i più grandi, i più meravigliosi, eccezionali “impiegati” della galassia.
Giuro, il testo dice letteralmente: “Sarai ricordato come il più grande dipendente nella galassia della Solarus Corporation?”
Ok, diciamo che la filosofia del gioco non è propriamente socialista. Anzi, possiamo anche dire che per ogni partita di Super Motherload che si gioca, nel mondo, un povero gamer comunista muore. Ma tralasciando questo misero dettaglio vediamo come si gioca.
Come lo stesso regolamento ci dice, Super Motherload è un gioco di deck-building (fatti il mazzo), un mazzo base, che migliora nel corso del gioco. Le carte che man mano compongono il mazzo e alcuni obiettivi, varranno punti vittoria a fine partita.
Il set up iniziale è molto semplice, il regolamento da questo punto di vista è impeccabile. Si pescano tre carte achievment (ricompense) a caso, per i punti vittoria a fine partita, si posiziona la prima plancia di gioco al centro, si dispongono in modo ordinato – se vi piace – i token, i tile e le carte che verranno usate durante la partita attorno alla plancia.
I giocatori prendono ciascuno un token bomba, il mazzo di 23 piloti: con sette piloti base che costituiscono il mazzo iniziale del gioco (va posto a faccia in giù) e 16 carte pilota divisi in quattro colori, che vanno ordinati scoperti in ordine di valore, da 10$ a 25$.
A ogni turno i giocatori hanno a disposizione due azioni tra:
Si pescano due carte pilota che andranno ad arricchire il proprio mazzo.
È l’azione principale del gioco, in pratica: ogni pilota ha dei simboli “perforazione” in alto a sinistra. Scartando uno o più piloti si possono acquistare dei tile di diversa lunghezza che possono essere posizionati sulla plancia di gioco in corrispondenza di diverse risorse e ricompense. Una volta posizionato il tile, si ottengono quelle risorse che ci permetteranno di acquistare piloti con abilità sempre migliori.
I piloti di colore rosso (probabilmente i comunisti di cui sopra) hanno la capacità di provocare esplosioni. Ciascuna carta infatti, se scartata con un token bomba, permette di prendere il tile dalla forma indicata in basso a sinistra della carta, e inserirlo nella plancia, ottenendo così, le risorse corrispondenti.
Le azioni descritte in precedenza descrivono il gioco. Si tratta in poche parole di scartare piloti per scavare tunnel, ottenere risorse e acquistare piloti sempre più fighi. Mentre si scava si possono trovare punti vittoria, artefatti e tutta una serie di vantaggi spendibili nel corso della partita.
Quando si arriva a scavare l’ultimo artefatto di una plancia, si mette in gioco la plancia successiva, fino alla quarta. La partita termina quando viene fatto saltare o viene perforato, l’ultimo artefatto della plancia numero quattro.
Il più grande dipendente della Solarus Corporation è quello che alla fine ottiene più punti (e fin qui anche un bambino ci arriva) acquistando carte pilota di alto livello e sbloccando gli achievement maggiori e minori.
Io e il mio amico Giulio Giammario abbiamo provato il gioco in sei partite, tutte abbastanza combattute a parte la prima – ma io ci metto un po’ a capire i giochi.
Risultato finale: 4 a 2 per Giulio Giammario, che credo però abbia sempre barato mentre ero distratto.
Abbiamo, inoltre, provato il gioco anche in tre e quattro. È un po’ più lento (soprattutto in 4), ma si gioca piacevolmente lo stesso.
Si tratta di un bel gioco, c’è poco da dire. Anche Giulio Giammario concorda nel ritenerlo un ottimo deck-building: veloce, non banale, strategicamente elaborato, divertente.
Il gioco è abbastanza bilanciato, non sempre se si è dietro si riesce a recuperare, ma è comunque possibile.
La dimostrazione che il gioco ci è piaciuto è che, qualche giorno dopo aver fatto le varie partite per provare e testare il gioco, lo abbiamo ripreso dallo scaffale per farcene un’altra veloce.
Di pecche ce ne sono poche. Forse le strategie di vittoria dopo un certo numero di partite si riducono fortemente a scapito della longevità.
Dispiace sicuramente che un gioco così interessante non sia stato tradotto in italiano e che il prezzo, data la semplicità dei materiali (carte e token di cartone pressato), sia un po’ alto, dai 40 ai 49 dollari, considerate le spese di spedizione, si arriva facilmente a superare i 50 euro.
Al netto di questo, Super Motherload è un gioco che merita di essere provato e se volete acquistarne una copia vi basta cliccare qua.
This post was published on 31 Marzo 2019 11:42
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