Chi maneggia l’energia è sempre un gran figo, lasciatemelo dire. Prendi l’ultimo gioco che ho provato: si chiama Catalyst fatto da Permar Rodaser e distribuito da dV Giochi, ha in copertina un tizio in impermeabile giallo, con le braccia larghe, i palmi delle mani rivolti verso l’alto, e fulmini e saette che vanno in ogni dove. Non male.
L’energia è il tema principale del gioco, che è ambientato in una non definita era della “rinascita”, in cui esistono degli individui (i catalyst), capaci di sfruttare questo potere catalizzatore in modo del tutto nuovo al fine di aumentare la fama della propria città, boh.
A dire la verità non ci ho capito molto, ma se posso essere sincero… l’ambientazione non è il punto forte di questo gioco.
Non lasciatevi, però, intimorire da questo. Il resto è decisamente interessante. Chiedetelo agli esperti.
Parlo naturalmente del mio team di grandi giocatori Simone, Ermanno e Dario di 11, 11 e 7 anni di età, la cui consulenza è, ormai, per me imprescindibile.
Catalyst è un gioco che va da 10 a 99 anni – se avete passato il secolo d’età v’attaccate, giocate ad altro -, quindi Dario si è limitato a seguire il gioco controllando che tutto procedesse bene.
Partiamo. Anzi meglio dire… Energia!
Bellissimi materiali (Simone). In effetti c’è poco da dire su questo punto. Apro la scatola davvero ben fatta, e controllo il materiale. C’è tutto, bravi!
Ed è anche fato molto bene. Le illustrazioni delle carte sono molto curate, i gettoni e le monete di ottima qualità.
C’è fin troppo materiale per un gioco di carte, ma un troppo che ci piace tanto.
Per esempio c’è una graziosa mini plancia su cui mettere le carte che è utile quanto la visiera di Mr. X in Scottland Yard, ma guai a non avercela. C’è un blocchetto per i punti talmente bello che ti piange il cuore a doverci scrivere sopra – io ho usato un post-it infatti.
Infine, l’interno della scatola è studiato apposta per il gioco. Cioè tutti i materiali e le carte trovano il loro posto e tutto risulta bello e ordinato (e i malati dell’ordine come me ringraziano).
Lo scopo del gioco è fondamentalmente quello di accaparrarsi i catalyst, cioè le carte, per creare delle combinazioni che daranno punti a fine partita. Alcuni punti sono fissi, altri variano a seconda della carta obiettivo che viene pescata a inizio gioco.
Le carte catalyst hanno un costo che può variare da 1 a 5 monete d’oro, e un effetto che porterà dei benefici una volta che il catalyst verrà attivato.
A ogni turno i giocatori possono fare una delle seguenti azioni:
Quando si attiva un catalyst si ottengono uno o più benefici: si possono ottenere gettoni militari (punti a fine partita), o attivazione a catena (dopo vediamo), si può assoldare un altro catalyst e, infine, c’è la possibilità di acquistare un edificio.
Gli edifici sono 4 carte luogo particolari con degli effetti fissi, a cui viene associato un catalyst. Quando quest’ultimo viene attivato, oltre a generare il suo effetto, genera anche quello dell’edificio.
Ogni volta che un catalyst viene attivato si esaurisce, e finisce in una pila di carte che varrà punti a fine partita. Quindi lo scopo del giocatore è quello di attivare, con combinazioni “a catena”, quanti più catalyst possibile.
Sembra una lanterna, serve ad attivare un ulteriore catalyst durante il proprio turno. Di conseguenza:
Non temete, il manuale è scritto davvero bene e non sarà difficile comprendere le meccaniche di gioco (ce l’han fatta persone improbabilissime, credetemi…, parlo per esperienza).
L’abilità vera, come è facile intuire, è creare delle combinazioni per cui si possano attivare, in un turno, quanti più catalyst possibili, dando il senso di una reazione energetica che si auto alimenta. Forte vero?
In Catalyst troviamo delle meccaniche semplici, ma che possono generare strategie, che a seconda di chi gioca, risultano essere più o meno complesse. Questo è sicuramente un dato positivo, perché accontenta sia giocatori in erba che feticisti delle azioni a cascata.
Le carte obiettivo aggiungono variabilità al gioco, anche se gli esperti Simone ed Ermanno, molto più interessati al gioco che alla filosofia, hanno denunciato una leggera difficoltà a tener d’occhio, contemporaneamente, lo svolgersi della partita e i vari traguardi da raggiungere.
Ve l’avevo anticipato prima, è il punto che meno mi convince. Il gioco è carino, veloce (una partita dura in media trenta minuti), e ti vien subito voglia di farne un’altra. Ma, a onor del vero, nonostante le bellissime illustrazioni, non mi precipita in un originale mondo dove esiste una nuova energia catalizzatrice, né mi concede l’ebbrezza di maneggiare individui dalle abilità tanto speciali.
Se al posto dei catalyst ci fossero stati dei trasmutatori il senso del gioco non cambiava. I personaggi sono divisi in quattro colori, ma a ciascun colore non corrispondono abilità o energie speciali. Si tratta di una mera variazione cromatica utile ai punteggi di fine partita.
A parte questa nota squisitamente personale, devo dire che il gioco si difende molto bene.
Entrambi premiano i materiali, considerati più che ottimi e la meccanica semplice che, a parte la questione degli obbiettivi, è piaciuta un sacco.
Anche io l’ho trovato un gioco interessante, veloce e abbastanza strategico. Il prezzo poi, è tutto sommato giusto, soprattutto in considerazione della qualità generale del gioco.
Complimenti alla dvGiochi editrice per un titolo che vi farà divertire sicuramente.
Luca Riccio
This post was published on 23 Gennaio 2019 16:32
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