Ora arriva il pugno duro della legge se non paghi le tasse: possono toglierti la casa da sotto i piedi.
Un caso di cronaca mette in allarme i contribuenti italiani. Siamo abituati a pensare che in caso di debiti tributari la prima casa sia sempre protetta dal rischio del pignoramento o del sequestro. Ma è davvero così? La non pignorabilità della prima casa non è una norma con valore assoluto. Tutto dipende dalla natura del debito, dalle caratteristiche dell’immobile e dalla fattispecie giuridica.
Inoltre, bisogna distinguere fra sequestro e pignoramento. La prima azione è cautelare e preventiva, e va intesa come un blocco temporaneo del bene. Invece, la seconda azione è finalizzata a espropriare e vendere i beni per soddisfare un debito.
La legge vieta il pignoramento della prima casa da parte dell’Agenzia delle Entrate, a meno che non sia tratti di un immobile di lusso o che il contribuente debitore non possieda altri immobili (che potrebbero diventare la sua abitazione principale). Sotto questo punto di vista, il sequestro penale è comunque possibile anche per la prima casa, specie il sequestro è una conseguenza di un reato tributario.
Bisogna quindi guardare all’entità del debito. Se l’evasione fiscale supera determinate soglie, l’azione del sequestro dei beni mobili e immobili del debitore ha senso, dato che le autorità devono puntate a impedire che il denunciato sfrutti o trasferisca i suddetti beni. Si parla quindi di un provvedimento cautelare che poi può portare alla confisca definitiva in caso di condanna. Ecco perché si parte sempre da un sequestro.
Nei giorni scorsi è venuto a galla il racconto di un’azione legale svolta dalla Guardia di Finanza nel comune di Latisana, in Friuli Venezia Giulia. I finanzieri hanno in pratica confiscato una villetta, del valore stimato di centinaia di migliaia di euro.
Il sequestro dell’immobile è stato messo in atto per colpire dei contribuenti indagati per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Il tizio non aveva pagato le tasse…
Le indagini si sono concentrate su società di pulizie operante nel settore turistico, i cui titolari sono stati accusati di aver nascosto una parte dei ricavi e di non aver versato tasse e contributi dovuti per i dipendenti.
Gli amministratori della società sono stati condannati in primo grado. Si tratta di una coppia. E, come confermato dall’Ansa, la sentenza è stata già confermata dalla Corte d’Appello di Trieste.
Gli immobili, dunque, possono essere sequestrati già nella fase delle indagini preliminari, quando la GdF o l’Agenzia delle Entrate acquisiscono notizia del reato commesso e la Procura chiederà l’emanazione del provvedimento in via cautelare. Il sequestro è preordinato alla confisca. La fattispecie con cui, in caso di condanna definitiva, toglierà per sempre la proprietà dei beni all’autore del reato.
This post was published on 28 Marzo 2025 19:59
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