L’agenzia governativa australiana responsabile della ricerca scientifica (CSIRO) ha avviato un’indagine sulle flatulenze di cittadini dai 14 anni a salire, per un nobile motivo.
Quando si parla di ricerca scientifica, capita spesso che si creino immediatamente delle fazioni, tra chi giustifica ogni mezzo di ricerca, al fine di ottenere risultati sempre più accurati e convincenti e chi invece, vede la necessità di porre dei limiti, per evitare che si agisca in modi eticamente deplorevoli. Il discorso viene applicato a ogni tipo di ricerca scientifica abbia a che fare con l’uomo, su più livelli. In Australia però, pare che le cose stiano andando in un verso inaspettato.
Parlare di ricerca scientifica per molti, significa concentrarsi su determinate patologie, viste come estremamente pericolose e da debellare quanto prima. Non ci si rende però conto che, anche le più piccole e apparentemente insignificanti patologie, richiedono una buona dose di test. Ma come fare a ottenere un bacino di utenti abbastanza ampio, per fornire risposte certe? Come detto, in Australia pensano diversamente.
I peti, le flatulenze, tutti argomenti in grado di sprigionare ataviche risate, forse per il loro rumore peculiare o per gli odori non proprio gradevoli. E se le scoregge, da semplice mezzo umoristico, iniziassero ad avere anche un fine scientifico? Per questo motivo, l’agenzia governativa australiana responsabile della ricerca scientifica (CSIRO) ha avviato una ricerca basata proprio sul monitorare le flatulenze della popolazione.
Si tratta di uno studio per la salute intestinale, che mira a un bacino di utenza quanto più ampio possibile. Chiunque voglia, dai 14 anni in su, può prendere parte alla ricerca e partecipare e qualcosa di molto semplice e immediato: è stata infatti creata un’app gratuita chiamata Chart Your Fart (traccia la tua scoreggia) che aiuta i privati cittadini a monitorare le proprie flatulenze.
Tramite l’app infatti, chiunque in autonomia, potrà monitorare parametri come “quantità e qualità” oltre a caratteristiche quali “puzza, volume, durata, persistenza e rilevabilità”. Affinché i dati risultino attendibili però, è necessario che gli utilizzatori aggiornino l’app almeno una volta ogni tre giorni, così da garantire una certa continuità alla raccolta.
Si tratta soltanto dell’ultima espressione tangibile della cosiddetta “citizen science“, una scienza partecipata dalla cittadinanza, che oltre a rendere tutti partecipi, mira alla sensibilizzazione diretta su determinate tematiche. E per rendere il progetto appetibile anche ai g-g-g-giovani, la CSIRO ha pubblicato sui suoi social una playlist di canzoni i cui titoli alludono all’argomento peti come “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana o “Ops… I did it Again” di Britney Spears.
This post was published on 16 Novembre 2024 12:00
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