Siamo proprio certi che circondarci di assistenti vocali sia la scelta migliore da fare in questo momento storico?
Fino a qualche anno fa sembrava una cosa fantascientifica, che avremmo potuto vivere soltanto tra qualche decennio nel migliore dei casi. Una tecnologia che potevamo soltanto vedere e apprezzare nei film, troppo incredibile era tutto quello a cui stavano assistendo i nostri occhi. E ora, invece, la situazione è parecchio diversa con dei risolvi inaspettati.
Perché la domotica ha fatto passi da gigante e sono davvero tantissime le persone che ormai hanno apparecchi intelligenti in casa con cui comunicare, impartire comandi, chiedere informazioni e farsi aiutare nel corso della giornata con alcuni piccoli compiti come impostare una sveglia, mettere qualcosa nella lista della spesa o anche solo conoscere l’altezza di una montagna lontana.
Sono diversi e unici i vari assistenti virtuali che sono diffuse per le nostre case, con i principali che sono offerti da Amazon, con Alexa, e da Google, con il suo Assistant. Difficile dire quale sia il migliore, entrambi sono piuttosto validi. Ma poi ci sono anche quelli tipici dei dispositivi che ci portiamo dietro, come Siri per il mondo Apple. Ma servono davvero?
Assistenti vocali sempre all’ascolto: è un problema
L’aiuto che questi assistenti virtuali danno è senza dubbio parecchio e possono facilitarci la vita in qualche modo nel corso della giornata. Non siamo ancora in un momento storico in cui possiamo usare Alexa per andare a farci delle compere o Assistant per aiutarci nel caso di una brutta caduta, ma il potenziale c’è.
Tuttavia c’è anche il potenziale pericolo che questa tecnologia comporta. Dovendo ascoltare continuamente quello che succede in attesa di una nostra chiamata, ecco che tante persone si sentono in qualche modo spiate in casa propria, convinte che da qualche parte esista un file con tutte le proprie conversazioni, tenute segrete in una grossa banca dati.
Al momento tutte le compagnie coinvolte bocciano questa ipotesi sostenendo che i propri dispositivi ascoltino solo se vengono pronunciate le parole di attivazione, trasformando il resto in ronzio di fondo. Ma il timore resta e lo scetticismo in un mondo in cui tutti è informazione e quindi un bene da vendere non può che far temere per il peggio. A differenza di Whatsapp che da oggi è molto meglio.
In tanti consigliano di sbarazzarsi di questi apparecchi soprattutto dopo che hanno sentito quanto spesso si intromettono nella conversazione anche quando non vengono chiamati, oppure danno informazioni errate o non rispondono al meglio ai comandi dati con la propria voce. Insomma lo scetticismo aumenta.