L’autunno è iniziato, le giornate si accorciano, e presto, come ogni anno, passeremo dall’ora legale all’ora solare. Il cambio è previsto nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, esattamente alle 3 di notte. Quel piccolo gesto di spostare le lancette indietro di un’ora ci regalerà sì un’ora di sonno in più, ma non senza un impatto sulle nostre giornate e, per qualcuno, sul proprio orologio biologico.
La notte del cambio orario è quella tra il 26 e il 27 ottobre: basta spostare le lancette indietro di un’ora, ritornando a segnare le due. Ma, fortunatamente, per molti dispositivi digitali sarà un passaggio automatico. Computer, smartphone e tablet aggiornano l’orario da soli, permettendoci di dormire sonni tranquilli senza il timore di svegliarci con un’ora di ritardo (o anticipo). Per gli orologi analogici o i dispositivi non-smart, invece, il cambio rimane a carico nostro, ed è sempre consigliabile fare un controllo su tutti i dispositivi, in modo da evitare sorprese il giorno dopo.
Ma a cosa serve davvero questo cambio di orario? La storia di questa abitudine risale al XX secolo, quando si pensò di sfruttare al massimo la luce naturale per risparmiare energia, riducendo il consumo elettrico. Infatti, anticipare l’alba e il tramonto significava una minore richiesta di illuminazione artificiale. La misura ha sempre avuto i suoi sostenitori e i suoi detrattori, ma la questione è diventata più interessante con le moderne abitudini di vita, soprattutto considerando che non tutti i Paesi adottano questo cambio. In effetti, in alcuni paesi come Russia, Giappone e Cina, l’orario rimane invariato tutto l’anno, senza complicazioni aggiuntive.
Passare all’ora solare significa guadagnare un’ora di sonno, ma solo per quella notte: dal giorno dopo, le giornate sembreranno accorciarsi, e il buio arriverà prima. Se all’inizio questa variazione può sembrare insignificante, in realtà l’impatto si sente: per molti di noi, la routine quotidiana può diventare un po’ più difficile da mantenere.
Alcuni studi hanno indicato che questa alternanza oraria possa influenzare la qualità del sonno, soprattutto in bambini e anziani. Non a caso, viene consigliato di prepararsi in anticipo: ad esempio, anticipando gradualmente gli orari di cena e di riposo già qualche giorno prima. Questo piccolo accorgimento può aiutare il corpo a sincronizzarsi senza scombussolamenti eccessivi.
Per quanto riguarda il risparmio energetico, alcuni ritengono che il beneficio economico legato al cambio dell’ora sia diventato irrilevante, soprattutto con l’avvento di tecnologie di illuminazione a basso consumo, come i LED. Eppure, per altri, l’ora solare continua a offrire qualche vantaggio nei mesi invernali, quando i consumi elettrici tendono comunque a salire. Tuttavia, secondo alcune statistiche, gli effetti positivi del cambio d’ora sono modesti e non così impattanti come si pensava in passato.
Sapevate che, nonostante l’Europa abbia tentato più volte di abolire il cambio d’ora, non è ancora stato raggiunto un accordo unanime? Infatti, Paesi come Italia e Spagna continuano a mantenere l’ora solare e l’ora legale, mentre la decisione finale è stata rimandata più volte negli ultimi anni. La complessità della questione dipende anche dalle preferenze dei singoli Paesi: alcuni, come la Finlandia e la Polonia, sono più favorevoli alla cancellazione del cambio orario, mentre altri rimangono propensi a mantenere la distinzione stagionale per sfruttare al massimo le ore di luce.
Il dibattito sul mantenimento dell’ora legale è tutt’altro che risolto: in molti chiedono che si stabilizzi l’orario, evitando i due cambi annuali, considerati ormai superflui. Del resto, chi di noi non preferirebbe una routine stabile, senza dover adattarsi a un nuovo orario due volte all’anno?
Dunque, mentre ci prepariamo a regolare di nuovo gli orologi, resta da chiedersi se questo rituale del cambio dell’ora durerà ancora a lungo.
This post was published on 9 Ottobre 2024 16:43
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