Una nuova grossa indagine contro Shein per star ingannando gli utenti: ecco la nuova istruttoria aperta dall’AGCM.
Il mercato è semplicemente un posto terribile, in cui non si fanno prigionieri. Purtroppo la competitività di ogni singolo settore, con alcuni in particolare che sono davvero spregevoli, portano diverse realtà ad usare ogni strategia possibile per poter apparire al consumatore con più frequenza, con più abbellimenti possibili, come la miglior scelta che si possa fare.
Proprio perché il capitalismo tende a creare dei mercati estremamente competitivi, e in ceri casi anche troppo con delle ripercussioni negative che ricadono su tutti, dall’ambiente utilizzato per le proprie attività ai clienti da circuire, dalla manodopera sfruttata al marketing bugiardo, ecco che ci sono delle leggi da rispettare.
Una delle realtà che servono proprio a tutelare le persone e proteggere i diritti dei consumatori in Italia è l’AGCM, ovvero Autorità garante della concorrenza e del mercato, che si sta muovendo per colpire un gigante dello shopping come Shein. Un marchio che parrebbe non star proprio giocando pulito, letteralmente, stando al rapporto da poco pubblicato.
L’AGCM attacca Shein e le sue pratiche commerciali
Da anni Shein è uno dei principali siti scelti dagli acquirenti italiani quando si tratta di shopping e di acquisto di capi di abbigliamento, scarpe, accessori, ecc. Ma pare proprio che ancora una volta non sia tutto oro quello che luccica, con dei problemi enormi dal punto di vista etico, ambientale e commerciale alle attività di questo marchio.
Secondo l’AGCM la collezione di abbigliamento dichiarata “sostenibile” dall’azienda in realtà sarebbe puntellata di informazioni errate che potrebbero volontariamente indurre l’utente in errore e fargli credere di star comprando capi green. Non solo, l’ente colpisce anche le dichiarazioni dell’azienda circa un proprio presunto impegno rispetto alla decarbonizzazione delle proprie attività.
Infatti dal 2022 al 2023 i rapporti indicherebbero che Shein abbia aumentato l’inquinamento prodotto dalle proprie attività, facendo esattamente l’opposto di quanto dichiara in alcuni banner commerciali e delle aree del proprio sito. A tal proposito ricordiamo che presto alcune funzioni di Poste Italiane saranno disattivate.
Dobbiamo inoltre ricordare che ancora una volta vengono fatte delle riflessioni sulle scelte fatte da Shein per quanto riguarda i materiali utilizzati, che non sarebbero affatto sostenibili in diversi ambiti. Infatti a fine agosto il gigante cinese era stato protagonista di un’accusa della rivista tedesca Oko-test, che aveva denunciato la presenza di sostanza inquinanti e tossiche in alcuni capi venduti.