Internet è una realtà che diamo per scontato, ma non per tutti: ecco com’è messa l’Italia nella classifica delle censure sul web.
La diffusione di internet in tutto il mondo ha permesso di abbattere i confini regionali e i limiti fisici, economici, linguistici e logistici di ogni tipo. Man mano grazie alla rete siamo diventati davvero un unico pianeta e un’unica civiltà. Un paio di click ci sperano dalla bacheca personale di una persona che abita in Giappone, con qualche passaggio possiamo contattare un’artista che ci piace parecchio e che opera a New York.
E ancora possiamo senza troppi problemi sui fatti che stanno accadendo nei Paesi in guerra, e vale per noi come persone esterne ma soprattutto per chi in questi posti ci vive e non riesce ad informarsi in modo oggettivo, troppo forti i filtri dei governi che fanno propaganda. E ancora possiamo scambiare competenze, trovare lavoro, spostare soldi.
Ma cosa succede quando il Paese in cui viviamo applica una regolamentazione ferrea all’utilizzo di internet? Potrebbe sembrare un qualcosa di folle, come voler fermare un torrente con le mani, eppure ci sono dei luoghi in cui il web non è affatto come lo conosciamo noi, ma è parecchio diverso.
In uno studio fatto dall’associazione Proxyrack, che studia i fenomeni del web e ne analizza gli sviluppi, ci sono dei Paesi che hanno una gestione del mondo web parecchio restrittiva, non concedendo ai propri cittadini un libero e totale accesso alle risorse online.
Per quanto riguarda i Paesi con più controlli e censure a dominare è la Cina, al primo posto tra le nazioni democratiche che censurano pesantemente le risorse online. Segue poi l’Iran e quindi l’Egitto, per un podio di luoghi in cui anche solo pensare di accedere a un social network potrebbe portarvi più di qualche problema e non solo in termini tecnici. Qui chiedere un prestito veloce e agevolato online è praticamente impossibile.
Dall’altra parte dello spettro troviamo invece i Paesi democratici con tantissime libertà. In questo senso i posti migliori in cui navigare sono il Regno Unito, la Germania e poi il Giappone. Ottimi anche gli Stati Uniti d’America e la Francia.
E per quanto concerne l’Italia? Un risultato finalmente di cui andare fieri: un quarto posto meritatissimo per il nostro Paese, che concede parecchie libertà e tanto spazio di manovra sul mondo del web, ovviamente con limiti chiari imposti dalla legge.
This post was published on 4 Ottobre 2024 20:00
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