Fa discutere la decisione di Peloton, marchio di punta nel mondo delle cyclette, di far pagare una tassa una tantum di 95 dollari per l’attivazione di bici usate comprate da privati.
I periodi di crisi colpiscono qualunque settore, nessuno è al sicuro. Per quanto un marchio possa provenire da una storia commerciale di successi, l’insuccesso che stronca sta sempre dietro l’angolo e quando ciò accade, le aziende che si vedono con le spalle al muro, per tentare di salvare la baracca danno vita a meccanismi di business alternativi, al fine di tentare quantomeno di tornare in carreggiata. Qualcosa di simile è successo a Peloton.
Peloton è una delle più note compagnie americane che si occupa di attrezzature da fitness di ogni tipo. Pare che Peloton nell’ultimo periodo, non se la passi molto bene economicamente, motivo che l’ha portata a prendere una decisione sicuramente particolare, la cui efficacia è ancora da vedere: la società ha infatti aggiunto un costo di 95 dollari, per l’attivazione di ogni cyclette acquistata dal mercato dell’usato. Ma perché si è arrivati a questa conclusione?
Una tassa una tantum di 95 dollari, che serviranno per l’attivazione delle cyclette acquistate dal mercato dell’usato, quelle cioè che vengono rivendute da utenti privati che semplicemente vogliono disfarsene, che sia per fare spazio a casa o semplicemente per inutilizzo. La tassa invece, non si applicherà a chi deciderà di acquistare bici usate direttamente dal sito di Peloton o da rivenditori autorizzati. Ma come si è arrivati a una decisione così strana e controversa?
A spiegarlo, è stato Christopher Bruzzo, CEO di Peloton che durante un’intervista con The Verge, ha svelato che il costo d’attivazione:
“costituirà una fonte di aumento dei guadagni e del profitto lordo […] servirà a implementare gli investimenti per migliorare l’esperienza di fitness dei nostri membri”.
Altra motivazione, rivelata da Peloton in un report inviato agli investitori in cui spiegavano la nuova misura in atto, è stata quella di assicurare che, anche nel mercato dell’usato privato, il marchio Peloton possa garantire sicurezza e affidabilità. Una sorta di protezione d’immagine che l’azienda cerca di operare ma che pare subire l’effetto totalmente opposto. Piuttosto che optare per il pagamento una tantum, sono diversi gli utenti che hanno scelto direttamente il servizio di rivendita ufficiale di Peloton.
La società in ogni caso, sta mettendo in atto una vera e propria mossa disperata, per tentare di salvare una situazione che ha visto un calo drastico delle entrate nel giro di poco più di due anni. Durante la pandemia da COVID19 infatti, tanti si sono sentiti invogliati a praticare esercizio fisico in casa, cosa che si è resa totalmente non necessaria quando le palestre e i luoghi d’incontro sono stati riaperti, portando Peloton da essere valutata 50 miliardi nel 2021 a soli 2.1 miliardi nel 2023.
Bisognerà capire se la tassa di quasi 100 dollari di Peloton, influirà in maniera positiva o negativa sul bilancio. Ricordiamo inoltre che la misura messa in atto da Peloton, sarà attiva soltanto in USA e in Canada.
This post was published on 29 Agosto 2024 18:30
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