No, GRA non significa “Grande Raccordo Anulare”: non lo sa quasi nessuno

Coda sul grande raccordo anulare

La strada più famosa di Roma, il Grande Raccordo Anulare o GRA in realtà nasconde un altro significato nel nome.

Tutti diamo per scontato che GRA sia l’acronimo di Grande Raccordo Anulare, ovvero il nome con il quale è più comunemente conosciuta l’Autostrada A90 che circonda ad anello la città di Roma. Tangenziale completamente gratuita e inaugurata nel 1951, sotto la gestione Anas, è divenuta parte del corredo urbano della città tanto da diventarne uno dei simboli principali dell’era moderna.

Salito agli onori delle cronache anche grazie al film documentario di Gianfranco Rosi Sacro GRA, vincitore del Leone d’Oro alla Settantesima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2013, per molti il Raccordo non è altro che la tangenziale che sono costretti a percorrere ogni giorno da pendolari per andare al lavoro, tra un disagio e l’altro nel perenne traffico della capitale.

Tuttavia si tratta anche di una notevole opera ingegneristica e di un simbolo di ripartenza dell’Italia del dopoguerra all’indomani della sua modernizzazione e di boom economico. Ma sapete da dove deriva il suo nome?

Forse non tutti sanno che…

Foto di Eugenio Gra dall’archivio Anas

Una particolarità legata al GRA è che questo acronimo non sia quel che sembra. In effetti, Grande Raccordo Anulare non è la nomenclatura ufficiale di questa strada che, come detto, è un’autostrada classificata dall’Anas come A90. La parola GRA deriva in effetti dal suo “papà”, per così dire, ovvero colui che questo raccordo lo ha progettato.

Il tracciato ad anello lungo 68km oggi noto come GRA fu concepito già alla fine degli anni Quaranta, quando la neonata Repubblica Italiana, impegnata nei lavori di costruzione di un paese ridotto in macerie, iniziò a ritenere indispensabile per lo sviluppo urbanistico della città una cintura stradale che la collegasse velocemente ai centri limitrofi, e assicurasse una rapida entrata e uscita dal territorio della capitale tramite uno snodo che ne andasse a unire tutti i punti salienti.

Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e Consiglio di Amministrazione dell’Anas si misero al lavoro con la collaborazione dell’Ufficio Tecnico Italstrade, e lo stesso Direttore Generale dell’Anas si occupò della progettazione del raccordo. Proprio costui è il motivo del nome della strada: si trattava dell’ingegnere Eugenio Gra, che ricoprì la carica fino al 1952.

Tutte le strade portano a Roma, i lavori non si fermano mai

Il sito dell’Anas riporta con precisione la cronologia dei lavori, che sono continuati per decenni, seguitando ad ampliare e migliorare il progetto originale aggiungendo tratti di gallerie coperte, aumentando le corsie per carreggiata, fino all’aggiunta di un ulteriore tratto autostradale che, partendo dalla zona sud-ovest del Raccordo, costituisse un collegamento diretto con l’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci, volgarmente detto Fiumicino.

I progetti non sono finiti perché il GRA è sempre oggetto di miglioramenti e ipotesi di ulteriori ampliamenti. Sono attualmente allo studio la creazione di un nuovo svincolo di collegamento con Via Portuense, la realizzazione di strade complanari al tracciato esterno e un completo rifacimento dell’uscita 24 ovvero lo svincolo Ardeatina. Insomma il lavoro iniziato tanti decenni fa dall’ingegner Gra non è ancora concluso.