Requisiti e modalità.
Nonostante l’Italia abbia molti problemi, il welfare state è da decenni un fiore all’occhiello del paese. Certamente l’invecchiamento progressivo della popolazione, con la conseguente diminuzione del ricambio generazionale, renderà in futuro sempre più difficile sostenerlo, tuttavia almeno per adesso i conti tornano ancora, tanto che il governo ha varato (o rinnovato, a seconda dei casi) una serie di nuovi bonus per varie categorie di persone, erogati dall’INPS ognuno con diversi criteri di ammissibilità. Cerchiamo di capire di cosa si tratti e chi può beneficiarne.
Figli alla patria
Secondo quanto riportato da GalleriaNews, sono in arrivo 3 bonus economici rivolti a differenti tipologie di cittadini, ognuno con altrettanto diverse esigenze. Tutti i bonus sono erogati dall’INPS e ovviamente ci sono procedure specifiche per farne richiesta e per ottenerli. Si diceva prima del problema dell’invecchiamento progressivo della popolazione italiana: non è un mistero che nel nostro paese si facciano sempre meno figli, e il governo prova a metterci una pezza prevedendo dei supporti economici a sostegno della natalità.
In particolare è stato predisposto un bonus maternità, destinato alle donne lavoratrici che possono ricevere un corrispettivo in busta paga pari a 250 euro aggiuntivi ogni mese, per un valore complessivo del contributo pari a 2000 euro. Ci sono tuttavia dei limiti temporali: il bonus sarà elargito fino al compimento del decimo anno di età del bambino, inoltre la donna che ne usufruisce deve essere madre di almeno due figli. In caso ne abbia tre o più di tre, il limite temporale è esteso fino al raggiungimento della maggiore età del figlio minore. Si fa richiesta tramite auto-dichiarazione al proprio datore di lavoro, confermando il tutto sul sito dell’INPS.
Non c’è due senza tre… Bonus
Il secondo bonus introdotto dal governo Meloni, riguarda una detrazione fiscale di cu si può usufruire direttamente in busta paga, a seconda dell’entità degli emolumenti percepiti. Vale sempre per i lavoratori dipendenti, e consente di detrarre una percentuale di contributi previdenziali, avendo come risultato un aumento dello stipendio netto. Questo bonus vale solo per gli stipendi regolari, dunque non si applica all’eventuale tredicesima. Gli importi sono pari al 7% della retribuzione per gli stipendi fino a 1923 euro, e al 6% per quelli superiori, ma fino a un tetto massimo quantificato in 2692 euro.
Il terzo e ultimo bonus arriva dalle pieghe dell’ultima legge di bilancio, che ha aumentato la soglia di esenzione fiscale per i cosiddetti fringe benefit, ovvero quei bonus elargiti dall’azienda non in forma monetaria ma di sconti, omaggi o servizi gratuiti. Ammesso e non concesso che il vostro contratto di lavoro preveda questo tipo di benefit (decisione che dipende sempre e solo dal datore di lavoro), la soglia di esenzione fiscale per questi bonus è stata alzata da 1000 a 2000 euro; dunque potrete usufruirne senza pagare 1 solo euro di tasse.