Il futuro vi sembra una distopia? Eppure ci viviamo già dentro!
Che fine hanno fatto i bei vecchi tempi in cui ci si presentava al padre della propria amata per chiedere il permesso di frequentare la figlia? Ok, probabilmente quei tempi erano già preistorici negli anni Sessanta, ma c’era una componente di genuino romanticismo nell’arte del corteggiamento, che era, appunto, un’arte. Il ritmo della vita odierno e il carico di stress che comporta ha profondamente mutato i rapporti sociali, e le regole del dating sono mutate con essi. Nessuno si stupisce che oggi le persone si conoscano tramite app, sebbene la cosa sia straniante solo a pensarci. E la situazione rischia di diventare sempre più distopica.
Che le app di dating pullulino di bot è il segreto di Pulcinella. Scorrendo i possibili match capita sempre più spesso di imbattersi in donne e uomini perfetti, talmente tanto che sembrano fatti con lo stampino o, se preferite, con Photoshop. In più c’è un curioso fenomeno che fa sì che appena ci iscriviamo a un’app o vi rientriamo dopo un periodo di inattività, ci troviamo invasi di match e richieste di messaggi, tanto da sentirci i più fighi del mondo. Salvo poi capire dopo qualche breve scambio in chat che stiamo avendo a che fare con programmi informatici e non certo con il partner dei nostri sogni.
Eppure questo è il futuro sempre più probabile cui stanno andando incontro le app di dating, almeno stando a quanto dichiarato dalla fondatrice di Bumble, Whitney Wolfe Herd, intervistata recentemente dalla giornalista di Bloomberg Emily Chang. Parlando del futuro delle app di incontri, la Herd si è lasciata andare a una prospettiva ben poco sexy, anzi addirittura inquietante, sostenendo che i bot aumenteranno sulle app di dating ma che questo sia un fatto positivo. Ne siamo sicuri?
Secondo le parole della Herd, in futuro gli utenti delle dating app potranno rivolgersi a dei bot che fungeranno un po’ da consulenti psicologici, cui potranno confidare le proprie paure e insicurezze, ottenendo in cambio suggerimenti su quali comportamenti adottare per aumentare le proprie chance di successo. C’è di più: dalle parole della CEO di Bumble emerge la volontà di realizzare match e veri e propri appuntamenti tra umani e bot, guidati da algoritmi di intelligenza artificiale, che valutino le nostre capacità di “dongiovannismo” e raccolgano informazioni sulla nostra personalità, in modo da dirci come ce la siamo cavata e proporci automaticamente i match più adatti a noi.
Insomma di tratterebbe di una sorta di intermediazione in cui ci penseranno i bot ad accoppiarci, e noi ci sentiremo quasi obbligati ad assecondare tale decisione, perché quale match migliore potremmo mai trovare rispetto a quello che ci suggerisce un’AI perfettamente addestrata allo scopo? Insomma, anche l’arte del corteggiamento è destinata a sparire, considerata un inutile orpello, da sacrificare in nome di una più efficiente catena di montaggio del dating. Contenti?
This post was published on 13 Maggio 2024 21:30
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