Continua la dura lotta alla pirateria per il “pezzotto”: sono arrivati ben 15 arresti nelle ultime ore nei confronti dei trasgressori.
La grande diffusione delle piattaforme di streaming degli ultimi anni ha fatto nascere anche una controparte negativa che è quella della pirateria attraverso i dispositivi IPTV, ciò che ormai in gergo viene chiamato da tutti “pezzotto”. La lotta a questo sistema illecito va ormai avanti da diversi anni e nell’ultimo periodo si è inasprita sempre di più per cercare di eliminare lo streaming illegale una volta per tutte.
Le prime campagne contro il pezzotto sono nate dal momento in cui la piattaforma di DAZN ha acquisito completamente i diritti per la trasmissione del campionato di Serie A. Sebbene ci siano persone che utilizzano l’IPTV illegale anche per accedere ai contenuti di Netflix, Prime Video, Disney + e altre piattaforme, la grande fetta degli utenti lo utilizza per le partite di calcio e per gli eventi sportivi in generale.
Lo streaming illegale si è diffuso così tanto su tutto il territorio italiano che la Polizia Postale e altre associazioni autoritarie del settore hanno dovuto prendere dei provvedimenti, inizialmente più leggeri e che si sono tradotti in semplici comunicati stampa, ma ben presto la situazione è divenuta così ampia da spingere chi di dovere a prendere provvedimenti sempre più aspri e duri.
Le multe non bastano più: lo streaming illegale ha conseguenze penali
I primi provvedimenti che sono stati presi dai piani alti delle associazioni di streaming e dalle forze dell’ordine sono state appunto delle contravvenzioni nei confronti dei provider di IPTV, ovvero di tutte quelle persone che fornivano il servizio di streaming illegale ai clienti facendosi pagare una quota mensile o annuale. Ben presto però si è capito che questo non bastava e che bisognava colpire anche chi ne usufruisce.
Si è dunque studiato un modo per cercare di individuare i clienti che fanno utilizzo dell’IPTV illegale attraverso diversi sistemi, come ad esempio il recente Piracy Shield: lo scudo anti-pirateria testato nel corso del big match di Serie A tra Inter e Juventus dello scorso 4 febbraio e che poi, secondo quanto riportato dalle autorità, sarebbe stato potenziato per cercare di segnalare gli indirizzi IP delle persone che fanno utilizzo del pezzotto.
Le autorità hanno dichiarato più volte che il Piracy Shield sarebbe stato utilizzato anche in altri ambiti e non solo durante le partite di calcio per segnalare più persone possibili, ma ha generato allo stesso tempo anche numerose polemiche da parte di esperti informatici. In genere si sta cercando di utilizzare il pugno duro nei confronti di chi viola la legge da questo punto di vista e, oltre alle multe, passare anche agli arresti.
IPTV illegale e pezzotto: ad Ancona effettuati i primi arresti
Un blitz della Guardia di Finanza delle ultime ore nelle Marche, in particolare nella provincia di Ancona, ha portato all’arresto di 15 individui per aver fatto utilizzo di IPTV e dunque pezzotto per streaming illegale. Non si conoscono ancora tutti i dettagli del caso, ma ciò che è certo è che si tratta di provvedimenti molto più duri di quelli che eravamo abituati a sentire e che potrebbero mettere fine alla diffusione della pirateria una volta per tutte.
14 individui che sono stati fermati dal Nucleo della Polizia Tributaria di Ancona hanno chiesto il passaggio al processo con rito abbreviato, mentre il quindicesimo individuo, venditore di abbonamenti illegali, ha richiesto il patteggiamento. Federico Bagnoli Rossi, Presidente della FAPAV, si è dichiarato soddisfatto sottolineando che questo intervento è servito anche ad aumentare la percezione del rischio di chi fa uso di questi sotterfugi illegali.
Al momento la legge prevede multe salatissime che possono arrivare fino a 5000€ per chi fa utilizzo di questi sistemi illeciti, ma a quanto pare ben presto queste sanzioni amministrative non basteranno più per placare o comunque diminuire drasticamente l’ascesa del fenomeno del pezzotto in tutta Italia.