Con il progressivo sviluppo della tecnologia e con la nascita di internet, i mezzi e i modi con cui l’uomo può comunicare sono aumentati a dismisura e sono diventati estremamente diversificati: dai social-network fino ad arrivare alla messaggistica istantanea (ovvero la possibilità di messaggiare mediante l’uso di internet, grazie ad app come WhatsApp o Telegram). Tuttavia uno dei primi mezzi sorti nell’epoca digitale furono le mail e con l’avvento degli anni Duemila la PEC che ha degli enormi vantaggi, sia da un punto di vista ambientale che economico secondo un recente studio.
Con il termine PEC si intende l’acronimo di “Posta Elettronica Certificata”: cioè una forma certificata di posta elettronica, avente lo stesso valore a livello legale di una tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento e che garantisce così la prova dell’invio e della consegna. La PEC è caratteristica dell’Italia e a partire dal 2018 sono stati avviati dei processi con cui farla avvicinare agli standard dettati dall’UE. Inoltre a partire dal 2024 la PEC verrà sostituita da una forma molto più performante di posta elettronica certificata e riconosciuta a livello europeo: stiamo parlando della cosiddetta “REM” (Registered Electronic Mail), la quale è molto più sicura delle precedente siccome prevede l’autenticazione a due fattori e l’accesso mediante l’uso dello SPID oppure della CIE (Carta d’Identità Elettronica).
Recentemente è stato condotto uno studio da IDC Italy – compagnia attiva nel settore del market intelligence, dei servizi di advisory e di eventi nell’ambito ICT – assieme ad Aruba, InfoCert-Tinexta Group e TIM Enterprise. Questo studio ha dimostrato come l’uso della PEC possa portare a degli evidenti vantaggi a livello economico e anche ambientale. Innanzitutto prendendo come periodo di riferimento quello tra il 2008 e il 2020 – che ha rappresentato quello di maggiore transizione verso questo servizio – ha portato a un risparmio economico pari a 3,5 miliardi di euro (limitando la circolazione delle raccomandate cartacee). Inoltre solo nel 2022 – stando ai dati diffusi da AgID – sono state inviate ben 2,5 miliardi di email in questo modo, aventi lo stesso valore legale delle raccomandate tradizionali.
Successivamente, secondo lo studio citato nei paragrafi precedenti, tra il 2023 e il 2026 si dovrebbe assistere a un aumento della numero di PEC pari a 20 milioni e allo stesso tempo a un risparmio economico pari a 2,5 miliardi di euro. Tutto ciò comporterebbe una serie di vantaggi anche livello ambientale, quali una pesante riduzione nell’uso dei veicoli per raggiungere uffici o enti pubblici (riducendo così gli spostamenti di ben 349 chilometri) e riducendo le emissioni di CO2 di 107 mila tonnellate (portando così al risparmio, stimato, di 70 mila alberi che verrebbero altrimenti abbattuti per realizzare). Inoltre si potranno anche risparmiare 1,7 milioni di metri quadrati di spazio di archiviazione.
This post was published on 31 Marzo 2024 7:30
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