Questo strumento rappresenta il primo passo verso un futuro in cui la tecnologia e l’umanità si intrecciano più strettamente che mai.
Immaginate un dispositivo così avanzato da poter interpretare le emozioni umane in tempo reale, trasformando completamente il modo in cui interagiamo con la tecnologia e tra di noi. Se fino ad ora poteva sembrare qualcosa di fantascientifico, oggi, grazie al lavoro pionieristico del Professor Jiyun Kim e del suo team di ricerca presso l’Università Nazionale di Scienze e Tecnologie di Ulsan (Corea del Sud), tutto questo è invece sempre più reale.
Per decenni, il riconoscimento delle emozioni è stato una delle sfide più complesse per gli scienziati, data la loro natura intrinsecamente astratta e ambigua. Il team di Kim ha superato questi ostacoli creando un sistema di riconoscimento delle emozioni umane che fonde dati espressivi verbali e non. Al centro di questa innovazione c’è una geniale interfaccia che deve essere integrata nella pelle, denominata PSiFI.
PSiFI è un dispositivo autoalimentato, estensibile e trasparente, dotato di un sensore di deformazione e vibrazione bidirezionale, il primo nel suo genere. Questo sistema è in grado di catturare e analizzare le sottili espressioni facciali e le modulazioni vocali in tempo reale, grazie a un circuito integrato per la trasmissione wireless dei dati. L’uso di algoritmi di apprendimento automatico permette al dispositivo di interpretare accuratamente le emozioni, persino in situazioni complesse come quando il soggetto indossa una maschera.
Il campo di applicazione di questa tecnologia è sorprendentemente vasto. Uno dei casi più affascinanti è l’applicazione in ambienti di realtà virtuale (VR), dove i più visionari già immaginano assistenti digitali che offrono servizi personalizzati basati sulle emozioni dell’utente.
Oltre alle sue applicazioni in VR, questa tecnologia ha il potenziale per essere impiegata in una vasta gamma di ambienti, inclusi case intelligenti, cinema privati e uffici smart, offrendo raccomandazioni personalizzate per musica, film e libri basate sulle emozioni rilevate.
La tecnologia sfrutta il fenomeno della carica per attrito, che permette al dispositivo di generare energia da sé, eliminando la necessità di fonti di alimentazione esterne o di attrezzature di misurazione complesse.
Si tratta di una scoperta senza dubbio notevole, visto che i dispositivi di interfaccia uomo-macchina dovranno in futuro essere in grado di raccogliere e gestire tipi di dati diversificati per facilitare una comunicazione complessa e integrata. Di sicuro, si dovrà affrontare il noto problema della privacy: quante persone saranno disposte a dare il controllo totale delle proprie emozioni a un computer? Solo il tempo saprà darci una risposta.
This post was published on 1 Marzo 2024 6:00
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