Sui siti di aste online raggiunge prezzi da capogiro, è un modello storico che potrebbe fruttarti un bel tesoretto.
Un tempo tutto ciò che è vecchio o sorpassato veniva gettato via con disprezzo. Poi fortunatamente è subentrata la cultura del riciclo e del riuso, che ha contribuito a combattere gli sprechi e abituare le persone al recupero, anche in ambito tecnologico. Lo sappiamo bene per quanto riguarda i videogiochi, settore nel quale il retrogaming raccoglie una vasta nicchia di appassionati e un discreto giro d’affari tanto dell’usato (con pezzi introvabili venduti a prezzi da capogiro) quanto del reinserimento di vecchi giochi nel circuito commerciale tramite riedizioni curate nei minimi particolari.
L’ambito della telefonia mobile non è da meno: un po’ la moda del vintage, un po’ i trend culturali di riappropriazione degli spazi personali e ostilità ai social network e al tracciamento pervasivo online hanno fatto sì che molte persone si stiano riavvicinando all’utilizzo dei vecchi cellulari degli anni Novanta e Duemila, quelli il cui unico scopo era telefonare e inviare SMS, o tuttalpiù intrattenersi con qualche immancabile partita a Snake e primitive forme di invio e ricezione di email. C’è un modello particolare che riscuote grande successo nel mercato dell’usato e può arrivare a costare anche cifre considerevoli: controllate nei vostri cassetti perché qualora ne possedeste uno potreste realizzare una piccola fortuna!
I cari vecchi telefonini avevano una configurazione molto semplice: mediamente più piccoli degli odierni smartphone (anche se più spessi), racchiudevano nel corpo centrale tanto un esiguo display a cristalli liquidi quanto una tastiera più o meno complessa. La maggior parte dei modelli possedeva il tastierino numerico tramite cui si potevano anche inserire caratteri alfabetici e alcuni simboli; vi erano poi i tasi di accensione e spegnimento e magari – se il produttore si sentiva particolarmente avanguardista – una croce direzionale per facilitare la navigazione dei menù. Nella parte alta della scocca solitamente era presente il tasto di accensione del dispositivo, e questo era tutto. Insomma i primi telefoni cellulari erano concepiti nel nome della semplicità d’uso e della praticità, in tutto e per tutto simili ai ricevitori domestici cordless o alle forme “più evolute” di telefoni con tastierino numerico che andarono a sostituire i vecchi apparecchi domestici con quadrante girevole.
Anche nella loro semplicità, i cellulari d’epoca avevano comunque le loro belle intuizioni di design: una delle più utili fu l’introduzione dello sportello che, potendo essere chiuso o aperto a piacimento, andava a schermare il tastierino evitando la pressione accidentale dei tasti, che poteva dar luogo a chiamate non volute, un problema non indifferente in un’epoca in cui la quasi totalità delle tariffe telefoniche era a consumo. Un modello che fece particolare successo fu prodotto dalla ditta svedese Ericcson, che fu per molti anni all’avanguardia della telefonia mobile. Proprio uno dei suoi modelli sta tornando in auge nel mercato vintage.
L’avventura imprenditoriale di Lars Magnus Ericsson, fondatore della compagnia nel 1876, è stata costellata di successi. Da una piccola attività di riparazione di telegrafi la ditta si è espansa sempre più investendo in ricerca e sviluppo e divenendo uno dei leader mondiale delle telecomunicazioni. Nel 1890 aveva una posizione di primo piano nel mercato svedese, ed iniziò l’espansione all’estero puntando su Russia e Regno Unito. Alla fine dell’Ottocento la ditta era già entrata in un modello di business orientato alla produzione di massa, e i suoi prodotti venivano venduti addirittura in Australia e Nuova Zelanda. Dopo la Grande Depressione l’azienda soffrì qualche travaglio economico che fu compeltamente superato solo alla fine degli anni Cinquanta con il passaggio di proprietà nelle mani della famiglia Wallenberg, che ne è tutt’ora proprietaria. Nel 1956 Ericsson lanciò il primo prototipo di sistema di telefonia mobile al mondo, denominato MTA.
Con la crescita dello standard tecnologico di comunicazione per telefonia mobile GSM nel anni Novanta, Ericsson intensificò la propria presenza nell’elettronica di consumo iniziano a produrre numerosi modelli di telefoni cellulari, ambito che saturò sempre più soprattutto a partire dai primi anni Duemila tramite un’azienda costituita ad hoc in partnership con Sony, che si chiamava appunto Sony Ericsson. Fondata nel 2011 e completamente assorbita da Sony nel 2012, Sony Ericsson fu per un decennio una vera e propria istituzione della telefonia mobile di largo consumo, un po’ come Nokia nel decennio precedente. Uno dei modelli di maggior successo fu l’Ericsson T39, immesso sul mercato proprio nel 2011 e dotato del famoso sportello per proteggere il tastierino numerico. Quest modello fu un enorme successo anche perché fu il secondo cellulare al mondo ad essere dotato di tecnologia Bluetooth, creata proprio da Ericsson e implementata per la prima volta nel modello R520M, che ebbe però molta meno diffusione. Insomma è proprio al successo del T39 che dobbiamo la diffusione di una tecnologia ancora oggi indispensabile nell’ambito delle telecomunicazione e delle connessioni digitali in generale.
Oggigiorno l’Ericsson T39 è un oggetto molto ambito dai collezionisti, e sui più popolari siti di aste online si trovano annunci di modelli ancora imballati che vengono venduti a centinaia e centinaia di euro: al momento della stesura id questo articolo ne viene venduto uno completo di custodia, manuali e tutti gli accessori originali e 1290 euro. Data la sua larga diffusione è probabile che a molti id voi sia capitato tra le mani, e chissà che un vecchio T39 non si annidi nel fondo di qualche cassetto, o sotto strati di polvere in soffitta o in cantina. Armatevi di torcia e casco e fate un po’ di speleologia, potreste ritrovarvi in casa un piccolo tesoretto tra le mani!
This post was published on 21 Febbraio 2024 7:30
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