L’intelligenza artificiale continua a essere tanto croce quanto delizia, del nuovo modo di pensare e intendere la tecnologia. Ci si ritrova a vedere utilizzati software di intelligenza artificiale in quasi ogni campo umano, dalla ricerca allo studio fino all’arte. Tutti utilizzi nobili, se normati a dovere. Eppure, c’è chi ritiene che il metodo migliore per utilizzare le nuove tecnologie, sia quello di raggirare i mal capitati che non conoscono a fondo questi nuovi mezzi. Ecco qualche consiglio per stare al sicuro.
L’evoluzione dell’umanità, passa inesorabilmente per una continua evoluzione tecnologica. Intendendola come farebbero gli antichi greci, la tecné (τέχνη), l’arte del saper fare da cui deriva il termine “tecnologia” ovvero lo studio e l’applicazione di quell’arte del saper fare, è l’elemento che permette di comprendere, attimo dopo attimo, il mondo in maniera migliore rispetto a quanto non facessimo solo un attimo prima.
Ed è normale che non tutti riescano a procedere e progredire allo stesso ritmo: il mondo è grande, vasto e variegato, pieno di persone che lo esperienzano a velocità diverse. Proprio per questo però, è necessario incedere nel perspicace tentativo di illustrare, per quanto possibile, quali potrebbero alternativamente essere i pregi e i pericoli derivanti da un utilizzo disattento di quelle nuove tecnologie.
E parlando di innovazione, il dialogo riguardo alle intelligenze artificiali è sicuramente quello che, più di altri, infiamma gli animi sui social e tra gli esperti, mischiando una miscellanea di implicazioni, dal semplice saper fare tecnologico fino al limite massimo entro cui poter spingere quella tecnologia che incontra l’etica e la morale. Con le intelligenze artificiali, questa dicotomia tra tecnologia ed etica si è inacutita da quando le IA sono diventate utilizzabili giornalmente da chiunque.
Software come ChatGPT o Midjourney sono solo alcuni degli esempi dell’utilizzo di intelligenze artificiali alla portata di tutti. Esistono infatti ormai tantissimi programmi, disponibili anche online a prezzi risicati, che permettono di sopperire a diversi compiti ripetitivi, come la programmazione informatica. Discorso diverso si ha, quando si parla di intelligenze artificiali applicate all’arte.
In questi casi infatti, molti più animi di infiammano: sono stati tanti gli artisti che, negli scorsi mesi, hanno protestato contro il modo sconsiderato di impiegare certe IA per compiti artistici, dal disegno alla musica. Molti disegnatori per esempio, hanno notato come le IA venissero “addestrate” tramite l’utilizzo illecito di materiale grafico prodotto da professionisti. Allo stesso modo, diversi doppiatori hanno protestato sull’utilizzo delle proprie voci, ricreate tramite IA e applicate ai contesti più improbabili.
C’è chi però, dall‘utilizzo fuori controllo delle IA, cerca di trarne un profitto e, manco a dirlo, si tratta di un profitto illecito. Di una truffa persino. I truffatori hanno sempre inseguito le nuove tecnologie, imparando a conoscerle così da sfruttarle per i loro scopi fraudolenti. È sempre successo: dalle lettere alla telefonia, dalle mail agli SMS fino a WhatsApp e ai vari servizi di messaggistica, si è sempre cercato l’inganno più remunerativo.
Vediamo come difendersi dalle truffe messe in pratica con l’intelligenza artificiale.
Prima di tutto, come potrebbe potenzialmente funzionare una truffa eseguita con intelligenza artificiale?
Al netto del mezzo avveniristico che è l’IA, non ci si devono necessariamente aspettare metodi tanto diversi da altri già in voga nel periodo (mai finito in verità) delle truffe telefoniche. I meccanismi di base che si tentano di sfruttare, sono simili: si tenta di indurre la vittima della truffa a fidarsi. Come? Imitando qualcuno di cui la vittima si fida ciecamente, come un familiare magari o un amico di vecchia data.
Bisogna ricordare che, tanto delle nostre personalità è online e, spesso, è possibile trovare anche dei piccoli frammenti di voce, sufficienti agli hacker per creare, tramite delle IA, delle riproduzioni della nostra voce. Fatto ciò, basterebbe chiamare le vittime con la voce modificata e indurla a fare quel che si vuole, come per esempio estorcerle denaro. Si punta sul fatto che le persone tendono a fidarsi di chi conoscono.
Questo tipo di intelligenza artificiale è, tristemente, di facile utilizzo e accesso; praticamente chiunque con un computer e una connessione a internet potrebbe ritrovarsi a utilizzarla. Tutta sta dunque, alla coscienza degli utilizzatori. Vista la facilità d’utilizzo, c’è da aspettarsi che questo tipo di truffe aumentino, già nel breve periodo.
Un report di Hiya, nota società di sicurezza informatica, ha anticipato che è previsto un incremento significativo di queste truffe nel 2024, nonostante la prevista diminuzione delle chiamate scam, in confronto a quelle avvenute nel 2023, merito anche dei vari sistemi di prevenzione dello scam telefonico.
Dunque come fare a proteggersi?
Beh, i consigli in questo senso potrebbe in realtà applicarsi a ogni tipo di tentativo di truffa perpetrato tramite qualunque mezzo telematico: non bisogna mai fornire, telefonicamente o per mail, dati personali o finanziari. Mai accettare richieste di pagamenti o fornire conferme verbali, dato che la voce potrebbe essere registrata e riutilizzata a piacimento dei truffatori.
Se non si riconosce il numero che chiama, anche se questo dovesse identificarsi con un conoscente, bisogna diffidare e procedere come illustrato qui sopra. Piuttosto, se il chiamante vi pare una persona conosciuta, riattaccate e richiamate voi al numero che già avete, così da verificare se stavate per essere vittime di truffe.
This post was published on 12 Febbraio 2024 5:00
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