Una ingerenza nella privacy degli utenti Google? Stavolta a quanto pare sarà fatta a fin di bene. E l’annuncio stuzzica anche gli utenti Apple.
Quello che succede all’interno dell’ecosistema che crei con i tuoi device è privato. Ma in realtà non lo è mai del tutto. L’annuncio fatto di recente da Google sembra ridurre ulteriormente lo spazio di autonomia che per esempio chi decide di avere uno smartphone Android immagina di possedere rispetto a chi decide invece di entrare nell’ecosistema della Mela.
Ma tanta libertà porta anche a una serie di rischi ulteriori che proprio gli utenti Apple non sembrano correre. All’interno dello spazio del robottino verde è infatti possibile, con un po’ più di facilità rispetto alla Mela, installare app che non si trovano all’interno del Play Store ufficiale.
Ma questa possibilità può trasformarsi in un invito per criminali e truffatori che sfruttano la creazione di app all’apparenza utilissime e imprescindibili proprio per entrare nei device. Il nuovo annuncio fatto da Google rappresenta un passo ulteriore verso un maggior controllo su quello che succede sul tuo smartphone o sul tuo tablet ma solo a fin di bene. Un sistema da cui per esempio anche Apple potrebbe imparare qualcosa.
Nel corso degli ultimi due o tre anni la questione legata alla privacy degli utenti che si muovono online è tornata spesso al centro della discussione pubblica. Adesso non ci facciamo quasi più caso quando un sito web, per esempio, chiede che cosa deve farci con i nostri biscottini digitali e se vogliamo o meno i famosi cookie di tracciamento di terze parti.
E poi è esploso lo scandalo di Android che ascolta attraverso Google Assistant e propone agli utenti offerte e prodotti corrispondenti alle conversazioni ascoltate. In teoria quindi non c’è spazio per una ulteriore ingerenza nella privacy. Ma l’annuncio della nuova funzione fatto da Google non suona tanto come un voler andare a controllare quello che gli utenti fanno quanto un voler rendere comunque il sistema operativo e l’ambiente in cui si muovono i device Android un po’ più sicuro.
Soprattutto quando gli utenti stessi decidono di caricare un’app facendo sideloading. Una pratica che non dovremmo seguire ma che ogni tanto risulta necessaria. Esistono infatti svariate app legali e assolutamente sicure le cui versioni più recenti non sono presenti sul Play Store ma rimangono sui siti ufficiali degli sviluppatori e da lì possono essere scaricate come file apk.
Ma per 10 app originali e sicure che si possono installare con il sideloading ce n’è sempre una che tanto sicura non è. Google ha quindi annunciato che, con una funzione che avrà un roll out progressivo, il sistema di Play Protect sarà in grado anche di guardare all’interno delle app installate con sideloading per controllare se è presente qualche malware.
La tempistica dell’annuncio di questa nuova funzione è quanto mai interessante, dato che proprio in questo periodo Apple ha cercato, a modo suo, di adeguarsi al nuovo regolamento DMA europeo che riguarda i marketplace di terze parti. Lo scontro tra i due colossi si gioca anche su questo tavolo.
This post was published on 9 Febbraio 2024 18:00
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