La banca è tenuta a risarcire il cliente truffato col metodo del phishing? Una recente pronuncia segna una svolta importante.
Un po’ tutti ormai abbiamo familiarizzato con termini come “phishing”. Di certo avremmo preferito rimanere all’oscuro dell’ennesimo capitolo legato alle truffe online, ma ignorare la realtà delle cose è un privilegio non concesso a chi deve barcamenarsi in un mondo reale.
E il mondo reale ci dice che i truffatori, ahinoi!, lavorano senza sosta per raggirare le loro vittime in tutti i modi possibili. Nel caso del phishing, attraverso false richieste online ai danni dei clienti delle banche. Ma il cliente di una banca che si è visto truffare in questa maniera ha diritto a una qualche forma di risarcimento? Se l’istituto di credito ha una precisa responsabilità, sì. Lo conferma una recente pronuncia, dopo un fatto realmente accaduto.
La vicenda ha riguardato una donna veronese truffata appunto col metodo del phishing. La cliente aveva chiesto alla sua banca la restituzione della somma che le era stata rubata con l’uso di tecniche combinate di “smishing” e “vishing”. In altre parole la donna si era vista arrivare sul cellulare (via SMS o attraverso telefonate) false richieste di comunicazione dei propri dati bancari.
Al rifiuto della banca la cliente si è rivolta ad Adiconsum Verona che attraverso l’avvocato Carlo Battistella, esperto nel settore delle frodi e delle truffe online, ha fatto ricorso presso l’Arbitro Bancario Finanziario. Un ricorso vincente che ha portato a ottenere un risarcimento di 50 mila euro.
Il legale di Adiconsum è riuscito infatti a mettere in evidenza le responsabilità dell’istituto di credito che non aveva implementato a sufficienza le difese necessarie e attuabili per proteggere la sua clientela da questa tipologia di truffa online sempre più diffusa ormai.
È arrivata così una pronuncia che rovescia l’attuale orientamento dell’ABF in materia di truffe online permettendo alla socia di Adiconsum di ottenere il risarcimento. «Questa pronuncia favorevole – afferma l’avvocato Battistella, visibilmente soddisfatto per l’esito del ricorso – rappresenta un risultato di fondamentale importanza per tutti i consumatori che cadono vittime di truffe online».
Una vittoria come questa, prosegue il legale, «dimostra che i casi di phishing possono essere affrontati con successo e che le istituzioni finanziarie devono assumersi la responsabilità di proteggere i propri clienti da tali minacce».
This post was published on 9 Febbraio 2024 15:00
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