L’aggiornamento del sistema del digitale terrestre, che passerà dallo standard DVB-T al più moderno DVB-T2, era stato annunciato già molto tempo fa ed ha subito diversi rinvii nel corso del tempo. Sembra che la “tabella di marcia” dell’aggiornamento sia nuovamente cambiata, a causa di alcuni eventi specifici.
Sembra che RAI abbia deciso di posticipare di qualche mese il cambio al nuovo standard DVB-T2, per permettere al pubblico italiano di assistere più facilmente ai maggiori eventi sportivi dell’anno, ovvero gli EURO 2024 e i Giochi Olimpici di Parigi; ad annunciarlo è Stefano Ciccotti, direttore tecnologie di RAI.
Nonostante una data ufficiale di cambio dei sistemi sia stata già fissata, non c’è in realtà una garanzia che il passaggio effettivo avvenga, visto che anche in passato, con date stabilite da Ministero e AGCOM (Autorità Garante delle Comunicazioni ndr.), ci sono state delle mancanze. È dal 2022 che si parlava di sostituire gli standard del digitale terrestre, con una prima data fissata al 30 Giugno 2022, poi slittata al 1 Gennaio 2023.
Il ministro Urso dichiarava, facendo nuovamente slittare la data, che RAI avrebbe dovuto operare il passaggio a DVB-T2 dal 10 Gennaio 2024, ma l’emittente nazionale si era opposta alla decisione, portando come ragioni la difficoltà per i cittadini di procurarsi un nuovo televisore, ed i possibili problemi nel trasmettere gli eventi sportivi dell’anno.
Ma il cambiamento è davvero necessario? Cosa cambia da uno standard all’altro? Il digitale terrestre di seconda generazione, DVB-T2, permette di gestire più efficientemente le frequenze a disposizione, non solo migliorando l’efficienza della trasmissione, ma anche la sua qualità, passando ad esempio dal 4K all’8K. Punto a sfavore è però il fatto che, con il cambiamento in questione, tutti i televisori non predisposti alla nuova tecnologia diventano inutilizzabili, a meno di non comprare un decoder esterno. Ulteriore vantaggio della nuova tecnologia sarebbe quello di poter assicurare il servizio ad aree che attualmente sono molto difficili da servire, come diverse città del Piemonte e del Veneto, che hanno sofferto dell’aumento dell’indice di rifrazione dell’atmosfera dovuto alle temperature maggiori e all’inquinamento atmosferico.
La soluzione per RAI, almeno per il momento, sembra quella di applicare la tecnologia Simulcast, ovvero trasmettere contemporaneamente sia con il vecchio sistema che con il nuovo, così che gli spettatori non siano costretti a cambiare televisore: “Vogliamo verificare quello che come tecnici abbiamo teorizzato per anni” dichiara Ciccotti, “Il 5G broadcast è dei broadcaster e può cooperare, ma è fatto per i terminali mobili e quindi la televisione in movimento. Non è fatto per vedere la Smart TV in 5G perchè funziona sulle frequenze degli operatori.”
This post was published on 3 Febbraio 2024 5:30
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