Negli ultimi anni, la nota compagnia italiana di telefonia mobile e internet fisso detta TIM è stata al centro di un polverone riguardante la fatturazione a 28 giorni (definita anche con l’appellativo di “tredicesima dei consumatori”). Non a caso partì un processo che coinvolse la compagnia stessa e che si è definitivamente concluso, con la sentenza definitiva, proprio di recente.
TIM tentò di attuare un ricorso contro le decisioni di AGCOM in merito alla questione “fatturazione a 28 giorni”. Al suo interno la compagnia telefonica lamentava quanto segue: “carenza di potere in capo ad AGCOM relativamente all’adozione di un ordine di adempimento coattivo di una obbligazione nei confronti di tutta la clientela dell’operatore, in mancanza di una norma attributiva dello specifico potere esercitato”. Sulla questione venne data ragione all’AGCOM stessa anche da parte della Corte di Giustizia UE: pertanto TIM richiese il rinvio a giudizio.
Successivamente sulla questione si espresse anche lo stesso Consiglio di Stato che affermò come il supporto della Corte di Giustizia UE ad AGCOM fosse sintomo di un’accelerazione per la risoluzione di questa problematica, soprattutto dimostrando l’infondatezza delle questioni sollevate da TIM stessa. Dunque il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale ha respinto il ricorso di TIM e allo stesso tempo ha obbligato la compagnia telefonica al pagamento delle spese giudiziali pari a 7000€ comprese di IVA, CPA e altri oneri di legge – se previsti – in maniera equa a tutte le parti in causa.
Sull’argomento si è espressa anche Martina Donini – presidentessa a livello nazionale dell’associazione U.Di.Con (Unione per la Difesa dei Consumatori) che ha detto quanto segue in un commento rilasciato il 18 gennaio:
“In seguito a una lunga e instancabile battaglia durata diversi anni, a partire dal lontano 2017, con la sentenza del Consiglio di Stato finalmente termina la vicenda giudiziale sulla fatturazione delle bollette telefoniche a 28 giorni. I consumatori hanno atteso abbastanza. Ora è giusto che vengano erogati i ristori per condotte non trasparenti da parte delle Telco. È giusto che i consumatori ora ricevano ristori automatici, senza dover ulteriormente lottare per ottenere ciò che è loro dovuto. Udicon vigilerà per assicurare che questo processo avvenga in modo automatico e senza ulteriori criticità”
Questa sentenza sarà di fondamentale importanza in futuro, in quanto garantirà per legge la restituzione automatica delle somme di denaro ottenute grazie alla pratica illecita della fatturazione a 28 giorni.
This post was published on 24 Gennaio 2024 5:30
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