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I creatori di Stranger Things spengono l’entusiasmo | La teoria dei fan viene bocciata

Stranger Things è uno degli show di maggior successo, apparsi sulla piattaforma di streaming online Netflix. Il colosso americano ha infatti partorito una delle serie più apprezzate da un pubblico di tutte le età, in grado di conquistare grazie ai tanti elementi al suo interno, una vera ricetto per il successo. A volte però, appare necessario tenere i fan a bada.

Quando l’aspettativa ci frega

Undi e Will

Strangers Things è una serie TV di Netflix estremamente seguita e apprezzata. Ogni nuova stagione è un evento a sé, che finisce puntualmente a infrangere ogni record possibile a livello di visualizzazioni generali, minuti visualizzati, discussioni online e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo è dovuto a tanti elementi, che trovando una sinergia unica, hanno permesso a Netflix di partorire uno show apprezzabile dal pubblico di ogni età.

I personaggi sono sicuramente uno degli elementi fondamentali del successo della serie, tra Will, inconsapevole motore degli eventi ed Eleven, la ragazza interpretata da Millie Bobby Brown, diventata l’icona della forza e della fragilità, in una serie che permette di rivivere gli anni ’80, tra corse in bici, sessioni di Dungeons&Dragons e mostri che sembrano usciti direttamente dall’immaginario horror-pop di quegli anni.

Quando una serie è talmente tanto seguita, da un pubblico così vasto e variegato, è impossibile che non si finisca a vivere uno show con l’aspettativa in corpo, sperando di vedere a schermo la concretizzazione di quelle aspettative. E puntualmente, nel momento in cui tali aspettative vengono disattese, tanti sono i fan che rimangono delusi, non perché la conclusione si riveli effettivamente mal scritta ma perché, semplicemente, non è ciò che si aspettava.

Di casi del genere ne è pieno il mondo (dell’intrattenimento). Sull’unghia, viene sicuramente in mente la situazione vissuta con Attack On Titan, serie anime e manga di Hajime Isayama, giunta alla sua naturale conclusione dopo più di 10 anni di pubblicazione e che, tra il successo travolgente che l’ha accompagnata, ha trovato anche l’ostilità di tanti appassionati, che non hanno assistito alla concretizzazione delle decine, centinaia di teorie fatte sul web.

Stranger Things è ormai prossimo alla conclusione, dopo aver raccontato coraggiosamente un horror moderno, che col passare delle stagioni ha sempre assunto tinte man mano più cupe, unendo vari immaginari in un unico racconto corale, in grado di stupire e impressionare, tra rivelazioni shock e lacrime.

Purtroppo però, la cosiddetta “cultura dell’hype”, rischia di rovinare la festa a molti, che sperano di assistere a una conclusione ben precisa. Per tentare di sedare gli animi degli appassionati, alla ricerca del “proprio” finale, è arrivato uno dei creatori della serie che ha preso la palla al balzo, per parlare di una delle teorie più amate dei fan, smontando molto di quell’hype che, a ogni stagione di Stranger Things, ha permesso alla serie di brillare.

I creatori rovinano il “gioco” ai fan

Cari fan, purtroppo non è così

Prima di continuare a leggere, vogliamo precisare che quanto segue non è, ovviamente, spoiler di come finirà la serie non essendo ancora uscita. Si tratta, tuttavia, di una dichiarazione lapidaria su come NON finirà la serie, informazione che per quanto marginale e di negazione, potrebbe rappresentare una delusione anzitempo per molti. Vediamo cosa pensano i fan e di come, tali idee, non troveranno concretizzazione nell’ultima stagione della serie.

La teoria dei fan è tanto semplice e affascinante quanto deludente, nel caso si fosse rivelata corretta: tutti gli eventi della serie, in realtà, sono parte di una grande campagna di Dungeons&Dragons. La teoria è una tra le più apprezzate dai fan, che poggiano le loro fondamenta sul fatto di aver assistito, nel corso della serie, a una centralizzazione del famoso gioco di ruolo da tavolo, che punta a una costante immersione all’interno di mondi fantastici, proprio come la sovrannaturale Hawkins di Stranger Things.

La teoria però, per fortuna, è stata prontamente smentita dai creatori della serie, Matt e Russ Duffer, i Duffer Bros. Durante un’intervista infatti, i due hanno rilasciato delle dichiarazioni a riguardo, scherzando anche un po’ su quello che potrebbe significare, a livello di backlash mediatico, una mossa del genere. Hanno iniziato con una battuta, illudendo tutti i fan all’ascolto:

Si, è corretto. Questo è il finale… No.

Successivamente, hanno chiarito:

Sarebbe l’equivalente di “è stato tutto un sogno”. No, vi assicuro che non è questo il modo in cui concluderemo la serie.

Quella della campagna di Dungeons&Dragons, sebbene sia una teoria veramente assurda in termini di scrittura, è diventata col tempo una delle teorie più apprezzate dai fan, visto il romanticismo che porterebbe dietro una soluzione del genere e che, forse, permetterebbe agli spettatori di tornare giovani e spensierati per un attimo, tornando con la mente a quell’età in cui il problema più grosso era studiare una teoria su come abbattere il Demogorgone.

This post was published on 22 Dicembre 2023 10:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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