Il mondo delle IA si sta sempre di più sviluppando e diversificando in tutto il mondo. Il successo di questi strumenti si deve a strumenti quali ChatGPT di OpenAI che negli ultimi anni è stata in grado di attirare l’attenzione di tantissime persone, aziende e compagnie in tutto il mondo; innescando di fatto una vera e propria reazione a catena con i colossi del mondo dell’informatica che si sono attivati per realizzare le proprie IA, come Microsoft e Google. Ebbene pare che anche in Italia questo mercato sia in rapida ascesa ed entro il 2027 avrà un valore pari a 6,6 miliardi di euro.
L’Italia non è rimasta indietro
Questi dati promettenti sono stati diffusi da parte di TIM, in particolare dal Centro Studi TIM e Intesa Sanpaolo Innovation Center. A presentare lo studio sono state Laura Li Puma (per TIM) e Giordana Castelli (per Intesa Sanpaolo): grazie a esso si è potuto capire come solo nel 2023 il mercato delle IA abbia fatturato in Italia ben 1,9 miliardi di euro. Il suo sostentamento a livello economico deriva principalmente dagli investimenti fatti nel mondo della finanza, delle telecomunicazioni, della manifattura, del retail. Allo stesso tempo è stato anche affermato che una possibilità ulteriore di crescita deriva dai settori dell’assistenza sanitaria, della Pubblica Amministrazione e dell’agricoltura.
Appunto per questo, tale tendenza positiva dovrebbe portare a un aumento costante che nel 2027 dovrebbe assestarsi attorno ai 6,6 miliardi di euro. A livello globale, invece, il mercato italiano avrà un valore attorno ai 407 miliardi di euro. Inoltre secondo il Centro Studi TIM entro il 2026 le IA contribuiranno a rifocillare il PIL dell’Italia di almeno 195 miliardi di euro. Una crescita così costante è resa possibile – stando ai dati dell’Eurostat – da parte delle aziende che hanno iniziato sempre di più a fare uso dei suddetti strumenti (nel 2021 almeno un’azienda su quattro ne faceva uso).
Allo stesso tempo una crescita così esponenziale delle IA porterà a un aumento dei costi, in particolare per quanto concerne il settore del cloud computing con cifre che arriveranno sino agli 870 milioni di euro (specie nei servizi di Public Cloud e sempre entro il 2027). Insomma, tutto sommato pare che gli effetti positivi saranno molteplici stando a quanto detto da parte di TIM e Intesa San Paolo.
Tutto perfetto o ci sono comunque delle incognite?
Per quanto questo report da parte di TIM e di Intesa San Paolo sia estremamente positivo, all’interno del mercato e del mondo delle IA permangono comunque diverse incognite. Una di quelle più importanti riguarda il vuoto normativo, che per forza di cosa ha portato a non regolamentare questo mondo portando così all’affermazione di condotte non positive o che nei casi più gravi hanno portato – per esempio – all’uso illecito di proprietà intellettuali di alcuni autori.
Infatti qui su Player abbiamo parlato di come George R. R. Martin abbia partecipato alla causa intentata da parte della Autors Guild e da altri 17 autori contro OpenAI e ChatGPT per aver infranto il diritto d’autore su diverse opere letterarie, in quanto la suddetta tecnologia fece uso di testi legati ai precedenti autori al fine di apprendere nozioni di scrittura e informazioni senza il consenso degli interessati.
Inoltre bisogna anche pensare che questa tecnologia potrebbe sostituire determinate tipologie di ruoli o comunque potrebbe semplificare la produzione di determinati contenuti (come per esempio immagini o illustrazioni), che di conseguenza potrebbe minare la stabilità di determinate categorie di lavoratori. Si tratta ovviamente di un’ipotesi, ma mai dire mai. In ogni caso si spera che questo mondo così caotico venga regolamentato il più velocemente possibile.