Che lo si voglia ammettere o meno – anche se al momento la seconda opzione pare una vera assurdità – la crisi climatica è una delle problematiche più complesse del XXI secolo: tra temperature che stanno aumentando sempre di più, con effetti che definire disastrosi è quasi riduttivo, e interi ecosistemi marini e di terra che stanno cambiando in maniera irreversibile. In questi giorni a Dubai si sta tenendo la Cop28 – che durerà sino al 12 dicembre – e il presidente dell’evento chiamato Al-Jabber ha fatto delle affermazioni raccapriccianti.
Ancora oggi ci sono molte persone che o minimizzano la situazione o nemmeno ci credono. Peccato che le dimostrazioni concrete del riscaldamento globale si siano manifestate più volte nel corso degli ultimi anni, in particolare nel 2023. A riguardo basti pensare alla scorsa estate, dove le temperature elevate hanno portato a non pochi problemi, tra cui anche l’insorgenza di problemi a livello fisico (come colpi di calore e simili), la difficoltà di vivere nelle grandi città a causa della calura insopportabile e soprattutto incendi in varie aree del mondo (con quelli più gravi avvenuti in Australia negli ultimi anni).
Ma non finisce qui, siccome ne abbiamo avuto una riprova ulteriore qualche mese fa: come si spera sia ben noto, la Toscana è stata colpita da una serie di nubifragi che hanno causato danni indicibili e problematiche non di poco conto. Nello specifico la zona coinvolta è stata quella delle città di Prato, Firenze, Livorno, Pisa e Pistoia. Pertanto negare che ci sia un’emergenza in corso è letteralmente da stolti. In conclusione, nel caso in cui vogliate contribuire a dare una mano alle persone coinvolte potete effettuare una donazione raggiungendo il sito della Regione Toscana.
La Cop28 è indubbiamente uno degli eventi legati al clima più importanti del XXI secolo. Il suo svolgimento ha appunto l’obiettivo di parlare del cambiamento climatico e di tutto quello che lo riguarda. Il luogo in cui si è tenuta, ovvero Dubai presso gli Emirati Arabi Uniti, ha fin da subito suscitato non poche lamentele considerando che è uno degli stati più attivi nell’esportazione e nella produzione di combustibili fossili (una delle cause principali dello scoppio della crisi climatica, ma non l’unica). A suscitare le stesse emozioni negative fu anche la scelta di incaricare come presidente Al-Jabber: ebbene proprio lui ha fatto pesantemente parlare di sé, per un audio circolato in rete.
Al suo interno il diretto interessato ha affermato come “Nessuna scienza dimostra che un’uscita dai combustibili fossili sia necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi sopra i livelli preindustriali”. A pubblicare l’audio incriminante è stato il Guardian e il Center for Climate Reporting: queste parole davvero agghiaccianti vennero pronunciate durante un meeting Zoom datato 21 novembre. Le reazioni non si sono fatte attendere e per fortuna sono state parecchio dure.
Infatti si sono espressi molti esperti sull’argomento, come Niklas Höhne di Climate Action Tracker che ha detto quanto segue in una recente intervista:
“La scienza è molto chiara. Per raggiungere l’obiettivo di 1,5 gradi dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni, in particolare quelle di Co2, e arrivare allo zero netto nel 2050. Per poi passare alle emissioni negative”
Niklas Höhne – Crediti: Sky TG24
Insomma, le cose che bisogna fare per invertire questa tendenza negativa si sanno e se non verranno effettuate per tempo si andrà letteralmente incontro a un disastro senza precedenti e che soprattutto sarà irreversibile. Su un argomento delicato come questo è d’obbligo ascoltare la scienza e coloro che sono dubbiosi o che pensano ci possa essere qualcosa di strano sotto, consiglio di porsi una domanda molto semplice: in che modo i ricercatori e gli scienziati attivi in tutto il mondo dovrebbero mentire? Che cosa ci guadagnerebbero? Basta con le scemenze, è giunto il momento di agire e di fare concretamente qualcosa oppure il destino della Terra è già segnato.
This post was published on 5 Dicembre 2023 6:30
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