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Disintossicarsi dai social è possibile | Consigli per effettuare un perfetto detox digitale

Il mondo digitale tende sempre di più ad assorbire le nostre: che si tratti di lavoro o di svago, è molto facile ritrovarsi a passare minuti, ore addirittura, davanti a uno schermo, sia esso del cellulare, del PC o di una televisione, magari giocando a qualche titolo sulla nostra console preferita. Se però voleste cercare di allontanarvi un po’ dal digitale, per effettuare un periodo di detox vero e proprio, vi forniamo alcuni consigli che vi aiuteranno in questo percorso.

Ci si può assuefare al digitale?

Digital Detox si può

Con l’avanzare delle possibilità tecnologiche nella disponibilità di ognuno, sono in costante incremento alcuni disturbi o patologie a esse legate. Per quanto sembri strano e per quanto possa suonare come una raccomandazione paternalistica, utilizzare i dispositivi digitali e i social per tempi prolungati, non è positivo e può comportare dei problemi per chi non riesce a trovare una misura.

Una dei disturbi più diffusi a riguardo è la cosiddetta FOMO, sigla inglese che sta “Fear Of Missing Out” ovvero “paura di essere tagliati fuori”. Il termine indica un’ansia sociale caratterizzata dal desiderio di rimanere sempre coinvolti nelle attività sociali di amici e parenti e timore di essere esclusi da esperienze e contesti sociali. I meccanismi dietro i social network, tendono a implementare queste sensazioni, per via delle continua sollecitazioni a cui sottopongono l’individuo.

Tra notifiche pop-up, suoni acuti e numerini, è facile vivere nella costante tentazione di accedere al proprio social preferito, per controllare che nulla sia successo fuori dal nostro controllo. Nei casi più gravi, in cui si arriva a percepire un senso di necessità nell’entrare in app a controllare i progressi di chi ci sta intorno, si potrebbe iniziare a parlare di vera e propria dipendenza da social.

Attualmente, non esistono veri e proprio metodi scientifici per riuscire a uscire indenni da queste condizioni. Bisogna però rendersi conto che, se state leggendo questo articolo, forse è proprio perché sentite che qualcosa non va come dovrebbe e avete bisogno di cambiare le vostre abitudini d’utilizzo dei social e, in generale, dei mezzi digitali, qualunque essi siano. Esistono delle app per prevenire utilizzi esagerati e sconsiderati ma, in questa sede, cercheremo di darvi dei consigli per effettuare un efficiente “detox” senza bisogno di altro che non sia la vostra voglia di cambiare abitudini.

Identificare cos’è che genera stress e infelicità

Un passo alla volta

In tanti si sono interrogati negli anni, per cercare di capire cosa sia a generare nello specifico, quelle sensazioni di stress e infelicità legate all’utilizzo dei mezzi digitali. Che si tratti della notifica squillante che ci avvisa di un commento su Facebook? Dell’immotivata voglia di scrollare i video su TikTok senza nemmeno sapere di preciso cosa stiamo cercando?

Una risposta potrebbe essere arrivata dal medico Kostadin Kushlev, direttore del laboratorio Digital Health and Happiness all’università Georgetown. Secondo Kushlev, riuscire a capire quale sia l’input, l’esperienza digitale che più di altre genera sconforto, non è molto semplice. Ritiene infatti che un primo passo per disintossicarsi dall’uso di apparecchi elettronici, riguarda proprio le aziende tech, pensando a funzionalità come la full immersion Guida di Apple, pensata per chi è al volante di una vettura e riduce al minimo gli input provenienti da notifiche e suoni vari.

Kushlev vede in queste azioni dei passaggi importanti ma pensa che ancora molto dovrebbe essere fatto. Finché non vi saranno dunque metodi più performanti, molto è rimesso alla volontà del singolo. È necessario identificare il problema e cosa sia a sottrarci più tempo: mettiamo il caso che si tratti di TikTok che grazie ai suoi video immediati, non fa quasi percepire quanto tempo ci si passi. Se problema è perdere la concentrazione a causa del cellulare, restando sommersi per minuti interi da video brevi, bisognerà pensare a come neutralizzare questo specifico input.

Un modo potrebbe essere quello di rendere inaccessibile il cellulare per un periodo di tempo, magari cronometrandosi e aumentando sempre di più il limite giornaliero finché si smetterà di sentirne il bisogno. Per renderlo inaccessibile, a meno di emergenze, esistono diverse applicazioni che “bloccano” il cellulare con dei timer impostati dagli utenti o che limitano l’utilizzo di determinate applicazioni, magari tramite pop-up che richiedono se si vuole permanere ancora sull’applicazione, dopo il passaggio di un tot di minuti.

Facendo vari tentativi, ci si potrà rendere conto di quale sia la necessità che si ha maggior bisogno di soddisfare, così da restringere il problema e lavorare su quello.

Non restare delusi dai piccoli passi

Cosa usate di più?

Una volta capito cos’è a dare più problemi nella vita quotidiana, cercate di procedere a piccoli passi verso l’eliminazione di quelle abitudini che vi creano disagio. Bisogna ricordare però di tenere i piedi ben piantati a terra e proseguire con aspettative realistiche.

Secondo le ricerche del dr. Kushlev e di altri esperti che si sono concentrati sulle conseguenze del distacco dai social e dai mezzi che danno assuefazione digitale, per un periodo di tempo abbastanza elevato, può tradursi in due diverse linee comportamentali, molto diverse tra loro che variano molto in base alla persona: si può incorrere in un incremento di sentimenti come la felicità, aumento del grado di concentrazione e di produttività, riduzione del livello di stress; d’altro canto, secondo alcune ricerche svolte dal dottor Niklas Ihssen hanno messo in luce come, su 51 studenti universitari messi alla prova, che hanno ridotto il loro utilizzo giornaliero di tutti i social network per un’intera settimana, è emerso come si alternassero nel gruppo sentimenti di infelicità ed emozioni negative in generale e in altri, riduzione di sentimenti negativi e noia.

Ciò che deve emergere da quanto scritto e provato tramite esperimenti sociologici, da parte dei ricercatori, è che se si cerca di affrontare un percorso di detox dal mondo digitale, anche solo momentaneo, non bisogna scoraggiarsi se per qualche tempo non si notano degli effettivi miglioramenti. Si può ricadere in una delle due metà descritte dai ricercatori.

Durante gli studi di Ihssen, è stato notato come solo una parte degli studenti presi in esame, avesse “abbandonato” totalmente i social media durante quella settimana, mentre altri sentivano il bisogno di restarvi in contatto anche se solo per pochi minuti al giorno. Il cambiamento dunque, potrebbe non essere repentino e non bisogna nemmeno pretendere che lo sia, mettendo sotto torchio se stessi, col risultato di abbandonare la sfida.

Meglio partire a piccoli passi, con sessioni di pochi minuti che poi, potrebbero diventare ore.

Pensare a come impiegare il tempo

Gitarella in montagna?

Se c’è un appellativo che molti social, come TikTok o Instagram si portano dietro, è quello di “succhia tempo”. Si tratta infatti di social su cui ci si può ritrovare a scorrere per minuti interi video su video, tutti di breve durata che però, rischiano di monopolizzare i pomeriggi di chi non riesce a smettere.

Bisogna dunque imparare a convivere anche con la noia, riuscire a impiegare quella mezz’ora solita di TikTok, semplicemente sdraiandosi sul divano. Meglio ancora, se si dovesse riuscire a trovare un hobby che vada a sostituire l’utilizzo del cellulare e di quelli, ce ne sono veramente tantissimi: la lettura di un buon libro o di un fumetto per esempio, sono un ottimo metodo per permettere al corpo di riposare, senza necessariamente stare davanti a uno schermo; una passeggiata all’aria aperta, che non sia solo quella per portare a spasso il cane o per andare a fare spesa.

Dalle ricerche di Ihssen è venuto fuori come, chi partecipava all’esperimento sopra riportato, cercando di evitare le applicazioni riconosciute come più dannose e più difficili da abbandonare, finiva col darsi allo shopping online o ai videogiochi. Il fulcro della questione, secondo Ihssen dunque, sta nell’individuare quale meccanismo dei social, ci tenga più legati a un’applicazione piuttosto che a un’altra: che si tratta di ricerca continua di interconnessione o “riconoscimento” tramite i propri profili social. Beh, questa è la chiave di volta: riuscendo a individuare questo meccanismo, si potrebbe infatti pensare a un metodo sostitutivo per avere più o meno le stesse sensazioni, senza però stazionare sull’app.

Vivere esperienza “di persona”

va bene anche uno Spritz

Per cercare di rimpiazzare l’interconnessione data dai social, Kushev consiglia di rimpiazzare il tempo speso su un social, con interazioni personali con altre persone. E non serve scervellarsi, cercando di trovare l’occasione migliore, l’occasione perfetta. Va bene qualunque cosa: incontrare qualcuno al bar, andare a cena, andare in palestra, praticare uno sport, organizzare una bella campagna di Dungeons&Dragons con 4 volenterosi amici.

E come raccomanda lo stesso Kushev, è necessario cercare di evitare quanto possibile di tirare fuori il cellulare quando si è in situazioni del genere: si creerebbe una barriera che, magari, porterebbe anche l’interlocutore a concludere lì la conversazione. Si torna al discorso di abbracciare la noia, cercando di vivere bene anche i silenzi.

This post was published on 23 Novembre 2023 6:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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