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Fuorigioco

Dopo 36 anni Homer abbraccerà la non violenza | I Simpson cambiano radicalmente

È ora di dire addio ad un vecchio luogo comune dei Simpsons, riflesso di un’altra epoca.

In un’epoca in cui i mass media si fanno casse risonanza di nuove sensibilità e valori etici e morali – sconfinando a volte in un politically correct quasi maniacale, specie nei prodotti provenienti dagli Stati Uniti – alcuni topoi che fino a pochi anni fa erano dati per scontati vengono rimessi in discussione. È in atto una sorta di revisione di valori che si premura di storicizzare messaggi e rappresentazioni stereotipate prendendone le distanze, come fa Disney con i cartelli introduttivi di alcuni suoi vecchi Classici.

In altri casi si opta semplicemente per l’abbandono in sordina di alcune rappresentazioni o azioni reiterate considerate non più accettabili. In questo senso si inserisce l’evoluzione della serie animata The Simpsons, che ormai da qualche anno ha sostanzialmente abolito uno dei gesti violenti più iconici dell’intero show, compiuto ricorsivamente dal capofamiglia Homer nei confronti del figlio Bart. Sebbene tale pratica fosse stato appunto già abbandonata da un po’, un episodio in particolare ha esplicitamente rivelato che essa non verrà mai più riproposta.

Lo strangolatore di Springfield

Matt Groening, creatore di The Simpsons e Futurama

Creato da Matt Groening nel 1989, The Simpsons è probabilmente la sitcom animata più famosa del mondo. forte di 755 episodi distribuiti in 35 stagioni, la serie offre uno spaccato di società americana raccontata attraverso un’epica dell’uomo comune, in particolare presentando le vicissitudini a metà tra il banale e lo straordinario di una famiglia americana di ceto medio, composta da madre (Marge), padre (Homer), figlio maschio (Bart), due figlie femmine (Lisa e Maggie), nonno (Abraham), animali domestici (un cane e un gatto) e zie (Patty e Selma).

Le interazioni tra i membri della famiglia e alcune figure chiave della comunità cittadina di Springfield permettono di adottare un punto di vista critico sui più svariati aspetti della società americana, dai rapporti tra istituzioni e cittadino a quelli tra sistema educativo e studenti, da pregi e difetti del capitalismo a celebrazione dei più svariati aspetti dell’industria culturale e pop made in USA, dalle frizioni interne che scaturiscono in una società multietnica a questioni di ampia portata etica, morale e filosofica, fino alla goliardia e al nonsense più totale di momenti di puro escapismo.

Ma lo show è anche uno specchio dei tempi: fedele ad alcuni elementi riscorsivi eppure mai esattamente uguale a sé stesso, The Simpsons plasma e a sua volta è plasmato dall’evoluzione della società americana, con la quale instaura un dialogo continuo che in parte lo plasma e in parte contribuisce a plasmare. In questo senso, c’è un’azione compiuta dal capofamiglia Homer divenuta iconica negli anni, che è stata vieppiù abbandonata: strangolare Bart. Il rapporto padre-figlio, come molti altri nella serie, soffre di alti e bassi, e non sono rari gli episodi in cui tra Bart e Homer non scorre buon sangue: anche se solitamente a fine episodio si arriva sempre ad una ricomposizione dello status quo e quindi alla riaffermazione della bontà dei legami familiari, nello svolgimento degli stessi possono accadere i più assurdi ribaltamenti e scatenarsi i più infiammati conflitti.

Questa dinamica di odio-amore tra padre e figlio è stata a lungo rappresentata con l’azione iconica di Homer che afferra Bart per il collo con entrambe la mani, in preda ad uno scatto d’ira e al grido di “Brutto Bacarospo!” (in inglese un più asciutto “You little…!”), mentre il ragazzino annaspa con gli occhi quasi fuori dalle orbite.

Brutto Bacarospo!

Si tratta di un luogo comune riutilizzato talmente tante volte da essere assurto a gag comica all’interno dello show, e riproposto in tantissimi episodi quasi fosse un marchio di fabbrica della serie. Ma le sensibilità contemporanee hanno portato ad un deciso cambio di passo nella rappresentazione della violenza grafica nelle serie animate, specie per un pubblico generalista come può essere quello dei Simpsons. Ecco perché già da qualche tempo Homer Simpson ha abbracciato la via della non violenza.

Saint Homer

Secondo quanto riportato da The Independent, l’ultima volta che Homer ha strangolato Bart risale alla stagione 31, andata in onda tra il 2019 e il 2020. Dunque sono già diversi anni che l’iconico gesto non viene più rappresentato nella serie animata. Come tutti gli elementi ricorsivi dello show, anche la gag dello strangolamento aveva la sua schiera di fan, che sono rimasti un po’ male dalla scomparsa della gag, ed erano curiosi di sapere se sarebbe mai ricomparsa. In realtà già qualche anno fa la serie aveva lasciato intendere che tale rappresentazione sarebbe stata abbandonata.

Già molto tempo addietro, nell’episodio ‘Love is a Many Strangled Thing’ della stagione 22 andato in onda nel 2011, Homer prende parte ad una lezione di “arricchimento paterno”, durante la quale il giocatore di NBA Kareem Abdul Jabbar lo sottopone alla stessa tortura, facendolo strozzare ripetutamente; in seguito all’esperienza traumatica, per un po’ di tempo Homer non è più in grado di usare la stessa violenza sul figlio.

Chi la fa l’aspetti

Dopo quell’episodio, il famigerato atto violento si è ripresentato saltuariamente fino alla già citata 31esima stagione, dopo la quale non si è più ripetuto. Ora lo show ha deciso di dichiarare esplicitamente la rinuncia alla violenza da parte di Homer nei confronti del figlio: durante il terzo episodio dell’ultima stagione, intitolato “McMansion & Wife”, andato in onda lo scorso 22 ottobre, Homer e Marge vanno in visita ad un nuovo vicino, Thayer. Nell’atto di presentarsi l’un l’altro, Tayer e Homer si stringono la mano, ed il vicino si complimenta con il capofamiglia per la saldezza della sua presa. Homer risponde che è merito di tutto l’allenamento degli anni precedenti, in cui ha strozzato ripetutamente il figlio. Subito dopo, però, aggiunge che sta scherzando, che i tempi sono ormai cambiati e che ha rinunciato a tale pratica.

Si mette così la pietra tombale su una gag che è stata a lungo parte dell’iconografia dei Simpsons, ma che alla luce delle odierne sensibilità non sembra più il caso di rappresentare. Alcuni ci rimarranno male, ma in definitiva non è un episodio reiterato di violenza sui minori a fare la forza di questa serie. Non del tutto, almeno!

This post was published on 9 Novembre 2023 15:00

Alessandro Giovannini

Puoi scrivermi in modo sicuro a: alessandro.giovannini.1990@proton.me Cinema e videogiochi: le mie due più grandi passioni. Da bambino mi alzavo presto la mattina per giocare con il Sega Mega Drive II prima di andare a scuola; passavo i pomeriggi a guardare Terminator 2 fino a consumare il nastro della VHS; impiegavo le serate a cimentarmi nelle avventure grafiche di Lucas Arts su un glorioso PC con Windows 95 in compagnia di mio fratello. Poi è venuta la laurea in cinema, nonché le esperienze di redattore presso siti di informazione cinematografica e gaming. Su Player mi sono specializzato in analisi di mercato e monografie su developers e franchise storici della gaming industry. Ho anche lanciato la newsletter Gamer's Digest che offre una rassegna settimanale della principali novità dell'industria del gaming. Primo videogioco: The Adventures of Captain Comic (DOS) Videogioco console casalinga preferito: Final Fantasy VII (PSX) Videogioco console mobile preferito: Advance Wars (GBA) Piattaforme di gioco possedute: Super Famicom, Game Boy Color, Mega Drive II, PSX, PS2, PS3, PS4, Xbox One S, PC.

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