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Fuorigioco

Una mozzarella vegana davvero buona? È italiana e ne parlano tantissimo anche all’estero

Una startup parmense è riuscita nell’impresa incredibile di creare una versione vegan quasi indistinguibile dal formaggio originale.

La nutrizione è uno degli aspetti fondamentali del benessere umano. Al di là dei motivi etici, possono essere molte le ragioni per le quali una persona si trovi costretta a non poter mangiare cibi di origine animale, ed è costretta a ricorrere a surrogati di vario genere, o rinunciare completamente adottando una dieta vegetariana o vegana. In particolare lattosio e latticini risultano indigesti a circa il 50% della popolazione italiana, che si vede quindi privata di uno dei grandi piacere della vita: mangiare formaggio!

La soluzione per queste persone sembra ora a portata di mano. Merito del genio imprenditoriale di una startup italiana, localizzata in Parma, che è riuscita in un obiettivo impensabile per tutti i pizzaioli del mondo: la prima mozzarella vegana!

Oltre al formaggio c’è di più

Normali bruschette? E se vi dicessero che quella che vedete non è mozzarella?

Maddalena Zanoni e Mattia Sandei, sono i fondatori di Dreamfarm, startup nata a Parma nel 2021 dedita alla produzione di alternative vegane ai formaggi tradizionali. L’idea di partenza era riuscire a produrre un formaggio vegano che fosse indistinguibile da quello tradizionale, senza scendere a compromessi in termini di Nutri-Score (lo standard di ranking nutritivo adottato da molti paesi europei) né di sapore. Il problema principale dei formaggi vegani, infatti, è che spesso non ricordano affatto il formaggio in quanto a sapore, tuttalpiù mantengono una forma ed un colore simili ad essi. Inoltre la concorrenza spesso ricorre a mix di tantissimi ingredienti per creare questi pseudo-formaggi, utilizzando anche sostanze non propriamente salutari.

La sfida autoimposta da Dreamfarm è stata quella di diminuire il numero di ingredienti puntando sulla qualità delle materie prime, e scegliendo come ingrediente principale la mandorla, cui si aggiungono pochi altri ingredienti utili a fornire forma e consistenza adatta al prodotto finale. Nel dettaglio, ecco l’elenco completo degli ingredienti che compongono il formaggio vegano di Dreamfarm:

  • Impasto di mandorle (mandorle 25%, acqua e avena)
  • fibra vegetale
  • sale
  • addensante agar-agar
  • aroma naturale
  • fermenti a base di lievito

Con questi pochi ingredienti la startup è riuscita a dar forma ad un prodotto in tutto e per tutto simile alla mozzarella, oltre ad essere caratterizzato da un basso livello di sale e grassi saturi. Questo è un grande vanto per l’azienda, come spiega il CEO Giovanni Menozzi: alcuni prodotti simili ideati dalla concorrenza fanno uso di ingredienti non salutari come l’olio di cocco e altri ingredienti provenienti da filiere poco controllate. L’azienda parmense invece fin da subito si è caratterizzata per l’assoluta ricerca della qualità della materia prima, ricorrendo a mandorle della regione mediterranea, in particolare coltivate in Italia e Spagna. Grazie alla bontà delle materie prime utilizzate, si è riusciti a dar vita ad un prodotto caratterizzato dalla presenza di meno dell’1% di grassi saturi, un obiettivo centrato che spazza via qualsiasi altro competitor.

A tavola!

Mozzarella vegana per tutti!

Forti della loro formula innovativa, Dreamfarm ha studiato due tipologie di prodotto finito destinato alla vendita: la simil-mozzarella vera e propria, confezionata proprio come una reale mozzarella di forma sferica immersa nel liquido di governo, ed una variante spalmabile. La commercializzazione è iniziata in primavera in alcune catene di rivenditori di alimenti vegani, e si sta diffondendo in tutta Italia. Le confezioni e i prezzi sono le seguenti:

  • simil-mozzarella vegana, confezione da 125g – €3,60
  • simil-formaggio spalmabile, confezione da 130g – €2,99

I dati di vendita non sono ancora stati diffusi, ma Menozzi ha rivelato che in alcuni punti vendita i prodotti di Dreamfarm hanno superato le vendite della concorrenza anche di 5 volte. Un risultato davvero notevole, che fa il paio con altri numeri molto interessanti che riguardano la sostenibilità del prodotto. Ovviamente rinunciare a prodotti di origine animale aiuta l’ambiente dato che produce un una quantità di sostanze inquinanti molto inferiore agli allevamenti. In quanto ad emissioni di CO2 per chilo di prodotto, la simil-mozzarella di Dreamfarm è anche molto meno impattante della produzione del formaggio tradizionale!

La produzione di mandorle è molto meno impattante di qualsiasi prodotto della filiera dei latticini

Anche dal punto di vista del marketing Dreamfarm ha scelto una strada alternativa alla classica promozione, scegliendo di concentrare le proprie risorse nel coinvolgimento di influencer del settore food piuttosto che ricorrere alla tradizionale cartellonistica e/o pubblicità su web e tv. Peraltro non hanno nemmeno dovuto inviare dei campioni di prodotto agli influencer coinvolti, che si sono recati personalmente nei negozi per andare a scovare questo nuovo prodotto e presentarlo ai propri follower!

Tutti questi fattori hanno fatto sì che fossero in molti a credere alla bontà del progetto di Dreamfarm, che ha raccolto oltre 5 milioni di euro da un recente round di finanziamenti, capeggiato da imprenditori del settore food italiano come Giampaolo Cagnin e Francesco Mutti. Queste risorse stanno permettendo all’azienda di stringere i primi accordi di distribuzione in paesi esteri come Spagna e Belgio, pur mantenendo gli impianti di produzione in Italia.

Il prossimo obiettivo di Dreamfarm? Produrre altre alternative vegane di classici formaggi come stracciatella e burrata!

This post was published on 8 Novembre 2023 16:00

Alessandro Giovannini

Puoi scrivermi in modo sicuro a: alessandro.giovannini.1990@proton.me Cinema e videogiochi: le mie due più grandi passioni. Da bambino mi alzavo presto la mattina per giocare con il Sega Mega Drive II prima di andare a scuola; passavo i pomeriggi a guardare Terminator 2 fino a consumare il nastro della VHS; impiegavo le serate a cimentarmi nelle avventure grafiche di Lucas Arts su un glorioso PC con Windows 95 in compagnia di mio fratello. Poi è venuta la laurea in cinema, nonché le esperienze di redattore presso siti di informazione cinematografica e gaming. Su Player mi sono specializzato in analisi di mercato e monografie su developers e franchise storici della gaming industry. Ho anche lanciato la newsletter Gamer's Digest che offre una rassegna settimanale della principali novità dell'industria del gaming. Primo videogioco: The Adventures of Captain Comic (DOS) Videogioco console casalinga preferito: Final Fantasy VII (PSX) Videogioco console mobile preferito: Advance Wars (GBA) Piattaforme di gioco possedute: Super Famicom, Game Boy Color, Mega Drive II, PSX, PS2, PS3, PS4, Xbox One S, PC.

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