Spotify, il noto servizio di streaming musicale, è in piena fase di sperimentazione di nuovi metodi per cercare di attirare più utenza sulla piattaforma. Per riuscirci, si sta affidando a strategie commerciali che già altri medium hanno messo in atto con discreto successo. Prima di proporsi al mondo però, Spotify fa un giro in India.
Finiti i tempi dell’MP3, dell’iPod o ancora prima del walkman, il digitale è subentrato sul mercato diventando il metodo più veloce ed economico per fruire di tutta la musica che si desiderasse ascoltare. Molte società sono riuscite a cogliere la palla al balzo, proponendo servizi a costi stracciati, degni avversari di una pirateria che non dava certezza di buona qualità d’ascolto.
Uno di questi servizi più di altri, è riuscito a imporsi, fino a diventare sinonimo di musica in streaming, nonostante ormai la sua offerta sia ben più varia. Parliamo di Spotify, un servizio che permette a tutti di fruirne gratuitamente, scendendo al compromesso di avere delle limitazioni come un numero massimo di “skip” giornalieri o pubblicità che interrompono, di tanto in tanto, l’ascolto.
Ovviamente, per chi è disposto a pagare, tutte queste limitazioni scompaiono. Ed ecco che Spotify si propone come servizio ad abbonamento che, dietro pagamento di un canone mensile, permette di evitare quelle fastidiose limitazioni che minano l’esperienza d’ascolto, oltre a poter accedere a tutta una serie di opzioni riservate agli abbonati.
Spotify ovviamente non è solo musica, anche se quella ne costituisce il core business. Tanti ormai infatti, usano Spotify per ascoltare podcast, un tipo d’intrattenimento che negli ultimi anni ha spopolato in persone di ogni età grazie all’estrema varietà dei contenuti proposti e alla facilità di fruizione: basta mettere un paio di cuffie e avere giornalmente, gente che parlando riesce a raccontare storie, trattare argomenti d’attualità, tenere compagnia.
Spotify si è anche trovato, seguendo un po’ la scia di altri servizi come Netflix o Dazn, ad aumentare i prezzi dei suoi abbonamenti, generando sicuramente mal contento tra chi fruisce del servizio ormai da tempo e che inizia a metterne in discussione il rinnovo, a causa di rincari abbastanza sensibili che, già da luglio 2023 hanno iniziato a sortire i loro effetti.
Nello specifico, c’è stato un aumento di 1 euro per due tipologie di abbonamento, quello per Utente Singolo e quello per Studente che sono passati da 9,99€ e 4,99€ rispettivamente a 10,99€ e 5,99€ al mese.
Tuttavia, a destare più perplessità sono stati altri rincari, sicuramente più salati e difficile da digerire per gli utenti che si erano ben abituati ai prezzi del servizio. Parliamo dei piano d’abbonamento Spotify Duo e Spotify Family. Si tratta di piani pensati per condividere l’abbonamento Premium, così da dividere le spese con una o più persone, con la possibilità di utilizzare Spotify su quanti dispositivi si desideri.
Per la precisione, Spotify Premium Duo passa da 12,99€ al mese a 14,99€ al mese, mentre Family da 15,99€ a 17,99€ al mese.
E ora, pare che Spotify stia provando nuove tecniche commerciali.
Non tutto il mondo si muove alla stessa velocità, specialmente quando si tratta di servizi che devono adattarsi ai modelli di marketing che ogni Paese tende ad abbracciare più di buon cuore. Un caso del genere, è quello che vede da una parte Spotify e dall’altra l’India, uno dei mercati potenzialmente più floridi per la piattaforma di streaming musicale.
Spotify era approdato in India soltanto nel 2019 e aveva proposto da subito, un modello per l’India che, anche senza alcun tipo d’abbonamento, evitava determinate limitazioni che in altri paesi sono invece persistenti. Adesso però, dato che il mercato indiano pare essersi consolidato, tanto che l’India è uno dei 5 mercati con più utenti mensili, Spotify ha deciso di applicare delle restrizioni al servizio, così da incoraggiare alla sottoscrizione di un abbonamento.
Le limitazioni in particolare, non permetteranno agli utenti di riprodurre i brani decidendo manualmente l’ordine, non permetteranno di far ripartire un brano dall’inizio, di eliminarne uno della coda di riproduzione o, in generale, di ripeterlo. Non si potrà decidere di ascoltare due volte lo stesso brano.
L’offerta proposta per l’India ricorda quella già vigente in Brasile ed è ovviamente dedicata soltanto agli utenti che non vorranno abbonarsi al Premium e che, fino a poco tempo fa, erano in grado di scegliere liberamente l’ordine di riproduzione. Per sopperire a tutte queste limitazioni, Spotify sta per lanciare in India il cosiddetto “Smart Shuffle” in grado di proporre automaticamente canzoni che l’utente potrebbe apprezzare, analizzando i suoi gusti e i suoi ascolti.
Certo, per Spotify il percorso non sarà semplice dato che l’India ha un tasso di pirateria tra i più alti al mondo: 73%, molto più alto della media mondiale del 30%.
This post was published on 10 Ottobre 2023 15:30
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