Le spese all’interno del mondo della scuola possono essere parecchio elevate. Non a caso il dover comprare libri, abbonamenti del bus per andarci e dispositivi elettronici per poter creare documenti o visualizzare PDF può esse parecchio esoso: sia per le famiglie degli studenti, sia per gli stessi insegnanti. Appunto per questi ultimi da parecchi anni è disponibile la cosiddetta “carta del docente”: ovvero un incentivo che viene dato ogni anno agli insegnanti con cui poter sostenere determinate spese, che in altre circostanze sarebbero parecchio costose e difficili da affrontare. Essa è sempre stata garantita ai docenti con contratto a tempo indeterminato, ma non sempre a coloro che sono precari: tuttavia le cose sono finalmente destinate a cambiare, per fortuna.
Molti studenti una volta finite le scuole superiori – indipendentemente dal fatto che abbiano fatto un liceo o un istituto tecnico – decidono di perseguire la strada dell’insegnmento, a causa della vocazione o dell’interesse maturato durante la scuola dell’obbligo. Per poterlo diventare vi sono tantissimi corsi universitari, come quello di lettere moderne e classiche che tramite il completamento di determinati esami e il conseguimento di certi CFU (Crediti Formativi Universitari) permette di diventare insegnanti di letteratura italiana, storia, geografia, educazione civica e lingua e letteratura latina.
Allo stesso tempo il conseguimento della laurea in lingue e letterature straniere permette di divenire insegnanti di inglese o altre lingue stranire. Infine quella in matematica di insegnare algebra, geometria e matematica stessa. Insomma, le strade possibili sono molte, ma l’iter da percorrere è in molti casi molto difficile e soprattutto demotivante: tanti esami da dare in poco tempo e ogni volta che se ne passa uno, si ha quasi la sensazione di dover fare di più perché quanto fatto prima non è abbastanza. Non a caso questo sentimento porta a problemi psicologici da tenere sotto controllo e da non ignorare in nessun modo.
Ad acuire la situazione, ci pensano pure i servizi universitari quali mense e segreterie che non sempre funzionano bene. Diciamocelo senza troppi giri di parole: la vita degli universitari italiani non è poi così semplice e sarebbe il caso di interessarsene in maniera concreta, andando anche a modificare molti corsi universitari che sono male organizzati a livello di lezioni, tra sovrapposizioni e CFU mal distribuiti.
Dopo questo breve, ma intenso, piccolo excursus sul mondo universitario contemporaneo è giunto il momento di parlare della notizia del momento riguardante gli insegnanti di tutta Italia: anche i precari potranno accedere alla carta del docente. Questo cambiamento arriva a seguito del ricorso fatto da due docenti a tempo indeterminato con il supporto dell’ANIEF per tre e cinque annualità di supplenze: a costoro sono state in seguito riconosciute le seguenti cifre di euro 1500 e 2500.
Sull’argomento è intervenuto anche in seguito il tribunale di Roma, affermando che estromettere alcuni docenti dall’ottenere il suddetto incentivo solo perché non di ruolo è insensato e va anche contro quanto affermato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) con la delibera del 18 maggio del 2022.
Appunto per questo, tutti i docenti d’Italia indipendentemente dal fatto che siano di ruolo a tempo indeterminato o precari (ovvero supplenti) hanno tutti diritto alla carta del docente che viene considerata a tutti gli effetti di legge “una condizione d’impiego”. Parallelamente è stato anche specificato che se un insegnate svolge almeno se ha lavorato per un totale di 150 giorni lavorativi, questo bonus deve essergli concesso di diritto. Davvero una buona notizia, che renderà felici molte persone che lavorano in quest’ambito estremamente bistratto.
This post was published on 26 Settembre 2023 12:00
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