Le truffe per via telefonica sono da sempre all’ordine del giorno e i metodi per combattere inseguono costantemente le evoluzioni che i truffatori mettono in atto, per cercare di sottrarre tramite raggiri vari, quanti più soldi o informazioni possibili. Ma di chi possiamo fidarci? Il Garante della Privacy ci dà un indizio.
Quella del telemarketing illegale o quantomeno dubbio, negli ultimi anni è stato uno dei problemi che più hanno richiesto l’intervento delle autorità necessarie, per far rispettare delle norme di “misura”, in grado di individuare a quanti e a quali utenti le aziende si possono riferire in maniera diretta, per le loro manovre di marketing telefonico.
Il Garante per la protezione dei dati personali (GDPD) continua a muoversi proprio per cercare di mettere ordine nel caotico mondo del marketing online e telefonico. Centinaia sono le segnalazioni che ogni settimana giungono all’ente, lamentando delle strategie di “marketing selvaggio” che si ripercuotono sulla tranquillità giornaliera, oltre al rappresentare zone grigie per la privacy di ognuno.
Già il 9 luglio del 2020 per esempio, la società Garante per la protezione dei dati personali si era mossa con intento sanzionatorio verso la società di telefonia mobile e fissa WindTre Spa, irrogando una sanzione di ben 17 milioni di euro. La società di telefonia, secondo le analisi effettuate dall’autorità garante, avrebbe messo in atto varie modalità di marketing selvaggio e incontrollato.
Il provvedimento era stato deciso in seguito a un’attenta e complessa attività istruttoria e ispettiva, che ha messo in luce varie criticità: gli utenti lamentavano ricezione di contatti promozionali indesiderati, che avveniva per SMS o via mail, senza che mai fosse stato dato alcun tipo di permesso alla società WindTre di adoperare in tal modo i dati degli utenti.
La maggior parte degli utenti inoltre, ha segnalato come fosse stato reso praticamente impossibile esercitare il sacrosanto diritto di revoca del consenso alla trattazione dei dati, o quantomeno applicare delle restrizioni al trattamento dei dati personali con finalità di marketing. Altre volte, si lamentava la pubblicazione dei dati personali su elenchi telefonici pubblici nonostante le varie opposizioni degli utenti.
Non si tratta certamente del primo provvedimento che l’autorità garante mette in atto contro WindTre: già in precedenza, quando vigeva ancora il vecchio codice della Privacy, la società era stata sanzionata, per trattamento illecito di dati personali degli utenti, per comportamenti legati sempre alla somministrazione di promozioni via telematica, indesiderate.
Adesso, il Garante per la protezione dei dati personali, ha un nuovo bersaglio, anche se pare che la ratio dietro l’azione sanzionatoria sia praticamente la stessa di quella presentata nei confronti di WindTre, sebbene l’entità della sanzione sia infinitamente minore. Ma di chi si tratta?
Il Garante dei dati personali (GDPD), in data 11 settembre 2023, ha iniziato a muoversi con intento sanzionatorio nei confronti della società telefonica Tiscali. Il motivo parrebbe essere sempre lo stesso, che da diversi anni ormai ha colpito tanti società di telefonia che facevano un uso scellerato dei dati personali dei loro utenti: telemarketing illegale.
Quando si parla di telemarketing illegale si parla della messa in atto da parte delle società di telefonia, di tutte quelle attività che contravvengono al Codice della Privacy. Nel caso specifico dell’istruttoria che il Garante ha avviato verso Tiscali, società del Gruppo Tessellis, si parla di pratiche poco limpide riguardo la gestione dei dati degli utenti e il mancato rispetto di questi, riguardo la somministrazione di informazioni di marketing per via telematica.
Secondo il Garante dei dati personali, Tiscali forniva ai suoi utenti un’informativa estremamente insufficiente su come sarebbero stati trattati i loro dati personali, senza che venissero precisati i termini temporali per la conservazione dei dati, con finalità di marketing e profilazione. La sanzione irrogata a Tiscali, ammonta a 100.000 euro.
Secondo il Garante, le attività messe in atto da Tiscali in fatto di telemarketing, potrebbero essere comparate al soft spam. Nel giro di soli 4 mesi infatti, Tiscali avrebbe inviato svariati SMS a circa 160.000 utenti che non avevano mai prestato alcun consenso per ricevere quegli SMS o alcun tipo di comunicazione promozionale.
Tiscali non ci sta e ribatte, dichiarando di essersi mossa sempre nel rispetto delle regole. Non ha tardato la risposta del Garante, che ha visto nelle attività di soft spam una mal interpretazione della normativa vigente, secondo cui è possibile inviare comunicazioni pubblicitarie senza che venga dato il consenso dagli interessati, soltanto via posta elettronica e solo a determinate e stringenti condizioni.
This post was published on 19 Settembre 2023 7:30
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