Netflix è una delle piattaforme di streaming più importanti al mondo che, con milioni di abbonati fidati e affezionati, è riuscita a diventare il fulcro dello streaming legale di film, serie TV, documentari e intrattenimento vario. Ma da qualche mese, le polemiche riguardo lo stop della condivisione account hanno monopolizzato la discussione e oggi cerchiamo di tirare le somme di questa controversa manovra.
Netflix è una piattaforma che non ha bisogno di grosse presentazioni.
Si tratta di uno dei più importanti servizi di streaming online al mondo, che a oggi conta più di 230 milioni di abbonati sparsi su tutto il globo. E nonostante la competizione nel mondo dello streaming di contenuti online, sia spietata, Netflix riesce a reggere bene e a mantenere un certo distacco in termini di numeri.
Sono tante le serie TV che, partite da Netflix, sono arrivate a essere fenomeni mondiali che hanno ispirato altre produzioni o che, semplicemente hanno fatto sognare ed emozionare tanti spettatori di tutte le età. Basti pensare a Stranger Things, la cui quarta stagione è una delle stagioni più viste di sempre, per un prodotto dal formato televisivo. O ancora Mercoledì, Squid Game, La Casa De Papel e tanti altri titoli.
Tuttavia, da un po’ di tempo, di Netflix non si parla certo per la qualità dei contenuti, quanto per le politiche adottate sia in ottica di rialzo dei prezzi, sia per la tanto discusse e criticata rimozione della possibilità di condividere la password tra utenti che non vivono sotto lo stesso tetto.
Netflix infatti, sin dal primo annuncio di questa nuova politica, ha fatto tanto parlare di sé per i modi in cui determinati annunci arrivavano all’utenza e, soprattutto, per la poca chiarezza delle misure che sarebbero state adottate. Tra smentite, riconferme, test effettuati solo in alcuni paesi che hanno funto da cavie, della condivisione password si è detto tanto.
A ciò si è poi aggiunta una nuova politica di Netflix, applicata al momento solo in alcuni paesi come Stati Uniti, Canada e Regno Unito: l’eliminazione dell’abbonamento col piano Standard. Si tratta infatti di eliminare il piano d’abbonamento meno costoso che ci sia, senza contare il piano base con pubblicità che però presenta delle limitazioni nel catalogo.
Ma adesso, a distanza di diverse settimane da quando la rimozione della possibilità di condividere la password è diventata realtà, è il momento di tirare le somme e capire come se la stia passando Netflix, lato abbonati e quindi, lato finanziario. Cerchiamo di capire.
Netflix sta attraversando un periodo particolare, fatto di tanti cambiamenti e sconvolgimenti che potrebbero creare alla società, più di un problema. Prima di tutto, per gli utenti si è presentata la novità dello stop alla condivisione password. Ma in termini di numeri, come si è tradotta?
Precisiamo prima di tutto, qual è il sistema che Netflix ha pensato per permettere comunque di fruire in più utenti dello stesso account, anche se non collegati alla stessa rete internet. Una volta che viene scelto un utente principale, il proprietario dell’account, allora anche altri potranno entrare a far parte del nucleo di quell’account ma dietro pagamento.
Si parla infatti di 5 euro aggiuntivi per ogni utente che decide di utilizzare l’account, che andrebbero a sommarsi al piano d’abbonamento scelto (1 schermo, 2 schermi, 4 schermi). E se per molti tali costi sono eccessivi, è anche vero che negli ultimi tempi, Netflix ha avuto un’impennata delle iscrizioni che non vedeva da molto.
La società ha registrato 5,9 milioni di nuovi abbonati nell’ultimo trimestre, dopo lo stop alla condivisione dell’account. A riprova del fatto, che in tantissimi utilizzavano la condivisione dell’account, per ammortizzare i costi. Nonostante tutto però, la manovra non ha dato gli effetti economici sperati.
Se è vero che gli abbonati, almeno in questo primo periodo, sono cresciuti oltre ogni dire, è anche vero che il titolo nel pre mercato a Wall Street dove perde il 6,7%, visto che i ricavi sono stati decisamente inferiori di quanto ci si aspettava. Netflix tuttavia non demorde, attribuendo parte della colpa anche a mancati investimenti, dovuti agli scioperi di Hollywood.
Tuttavia, la società prevede di continuare a crescere nei prossimi due trimestri finanziari, quando si cominceranno a “vedere i benefici complessivi derivanti dal sovrapprezzo per gli abbonamenti condivisi (7,99 dollari) e dalla crescita costante degli abbonamenti per i piani con la pubblicità”.
Nulla toglie però, che molti potrebbero preferire migrare su altri lidi e su altri competitor, decisamente più economici.
This post was published on 8 Agosto 2023 6:30
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