Spotify, per numeri e servizi, è considerato il vero colosso dello streaming musicale. Quando si pensa a musica riprodotta da cellulare, computer o tablet, Spotify è sempre la prima risposta. Pare però, che sulla scia di altre società che coprono altri aspetti dell’intrattenimento, Spotify abbia preso una decisione che renderà infelici molti utenti.
Spotify il colosso della musica
Quando si parla di innovazione tecnologica, uno degli argomenti che finisce per venire fuori, è la musica. Forse perché tutti amano la musica, ed è inevitabile pensare alla storia di tutti i metodi con cui l’uomo abbia mai fruito di questo tipo d’intrattenimento, che finisce sempre col mettere d’accordo tutti.
Non sono infatti nuovi discorsi di chi, portando qualche anno in più sulle spalle, ricorda ancora di quando la musica passava solo dalle radio e se la volevi in casa, necessitavi di vinili e giradischi, di musicassette o, più di recente di CD. Ma lo sviluppo di internet e delle infrastrutture online, ha permesso lo sviluppo di un metodo innovativo.
Spotify, in quest’ottica, è diventato il mezzo che più viene associato alla fruizione della musica in streaming, riuscendo ad ascoltarla anche in ottima qualità, da qualunque dispositivo abbia accesso a internet, dal PC al tablet, dal cellulare alle console per videogiochi. Tutti hanno la possibilità di ascoltare la musica che preferiscono, dove preferiscono.
Tuttavia, chi vuole fruire di Spotify, navigando tra le più di 82 milioni di canzoni presenti o tra i 4 milioni di podcast, ha diversi modi per farlo e tutto dipende dall’abbonamento che si decide di sottoscrivere.
Spotify ha infatti diversi piani d’abbonamento, necessari per chi desidera avere determinate funzioni, che se non sotto pagamento, non sono accessibili. Spotify Premium è la versione più performante del servizio, completa di tutte le funzioni che permettono ai fruitori di godere di Spotify, senza starci troppo a pensare.
Spotify Premium permette infatti di scaricare musica, così che, anche in assenza di connessione, possa essere perfettamente fruibile dal proprio cellulare, ottima funzione per chi viaggia spesso e si trova ad ascoltare musica in aereo; vi è poi la rimozione di ogni tipo di annuncio pubblicitario, che altrimenti, intervallerebbe l’ascolto; un’altra funzione estremamente utile è quella che permette di “skippare” quanto volte si vuole, cosa impossibile senza la versione Premium del servizio, che limita l’utente a pochi skip al giorno.
Tuttavia, in un periodo in cui pare che i prezzi di qualunque cosa si innalzino, Spotify pare non fare eccezione.
Rimodulazioni per Spotify
È notizia degli ultimi giorni, che il colosso dello streaming di musica e podcast, stia avvisando i suoi affezionati utenti, di alcune rimodulazioni sui vari piani Premium, quei piani che, al netto di un abbonamento mensile o annuale, permettono di accedere a tutta una serie di funzioni aggiuntive, che migliorano la fruizione generale del servizio.
Gli aumenti riguarderanno ogni tipo di utente, da chi sottoscrive per la prima volta un abbonamento fino a chi si trova semplicemente a rinnovare un abbonamento già in atto. Gli incrementi, a quanto pare dagli avvisi inviati direttamente da Spotify agli utenti, ammonterebbero a circa 2 euro in più su ogni piano.
Le motivazioni dietro tale aumento però, vengono fornite direttamente dal team di Spotify, che ha rilasciato delle dichiarazioni per acquietare gli animi degli utenti, che non hanno preso benissimo la notizia:
Spotify ha innovato e investito per creare la migliore esperienza audio per te e per i tuoi artisti e creators preferiti […] l‘azienda ha continuamente rivelato nuove opportunità per fan e creators di connettersi attraverso la potenza della nostra piattaforma, dagli strumenti di scoperta come il nostro nuovo AI DJ, alle esperienze condivise preferite dai fan come Blend e l’introduzione di podcast e l’introduzione di audiolibri.
Il motivo dietro tale rimodulazioni, a detta della piattaforma, dipende da continue evoluzioni del panorama di mercato, che sin dal lancio del servizio nel 2008, ha subito cambiamenti d’ogni sorta. L’aumento dei prezzi servirà quindi per continuare a innovare, adeguando i servizi alle evoluzioni del mercato.
L’aumento dei prezzi ha interessato diversi mercati intorno al mondo, nello specifico: Andorra, Albania, Argentina, Austria, Australia, Bosnia-Erzegovina, Belgio, Bulgaria, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Cipro, Danimarca, Ecuador, Estonia, Spagna, Finlandia, Francia, Regno Unito, Grecia, Guatemala, Hong Kong, Croazia, Indonesia, Irlanda, Israele, Islanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Monaco, Montenegro, Macedonia del Nord, Malta, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Nuova Zelanda, Perù, Portogallo, Serbia, Svezia, Singapore, Slovenia, Slovacchia, San Marino, Thailandia, Turchia, Stati Uniti, Kosovo.
L’aumento dei prezzi vari quindi in base al mercato di riferimento. Parlando d’Italia, i nuovi prezzi sono:
- Spotify Premium Individual: account dedicato a un solo utente, passa da 9,99€ a 10,99€, con un aumento di 1 euro;
- Spotify Premium Duo: dedicato a due persone che vivono insieme, passa da 12,99€ a 14,99€, con un aumento di 2 euro;
- Spotify Premium Family: account da condividere con un massimo di 6 persone che vivono insieme, passa da 15,99€ a 17,99€, con un aumento di due euro;
- Spotify Premium Student: account dedicato a un solo utente, studente presso Università accreditate, valido per 12 mesi con un massimo di 3 rinnovi consentiti, che passa da 4,99€ a 5,99€, con u aumento di 1 euro.
Resta invariata la possibilità di sottoscrivere un primo mese di prova gratis, senza alcun obbligo, così da imparare a conoscere la piattaforma e tutte le funzionalità che porta.