La pressione fiscale in Italia, on è un segreto, è decisamente debilitante per le milioni di famiglie che si trovano in difficoltà a raggiungere anche solo la fine del mese. Oltre al costo della spesa, che già tanto è aumentato mediamente negli ultimi mesi, si cercano sempre nuovi metodi per diminuire l’esborso delle tasse.
Il Governo all’opera
Già dal suo insediamento, il Governo Meloni ha generato parecchie discussioni attorno a diversi temi, da sempre importantissimi nel dialogo politico e sociale della nostra Nazione. Un tema che ha fatto molto discutere è stato quello riguardante la riduzione della pressione fiscale e l’aumento degli stipendi, temi caldi in ogni momento storico.
Il Governo Meloni ha da subito preso delle decisioni decisamente impopolari: abbandonare il modello d’aiuto economico basato sull’erogazione di bonus. Non appariva come una novità la lotta al Reddito di Cittadinanza, inquadrata dall’Esecutivo come una misura assistenzialista che ha fallito nell’intento di creare nuovi posti di lavoro.
Il piano del Governo meloniano è dunque diventato quello di evitare bonus intesi come erogazione diretta di liquidi, vertendo più che altro su altre forme di aiuti fiscali. I “bonus” del nuovo esecutivo infatti, vengono intesi come forme di sgravi fiscali, che dunque non mettono direttamente in mano ai cittadini nuove somme di denaro, ma evitano l’esborso di certe somme per il pagamento delle varie tasse.
Tra i bonus che più hanno fatto discutere, tra quelli approvati e quelli sono discussi, ricordiamo:
- Bonus ristrutturazione: questa misura va a sostituire il precedente Superbonus 110%, permettendo fino al 2024, di detrarre fino al 50 per cento delle spese di ristrutturazione sostenute, fino a un massimo di 96mila euro, con la detrazione spalmata in 10 anni;
- Carta Acquisti Spesa: visto il periodo di aumento strutturale dei prezzi, viene messa a disposizione una carta che permetterà, alle fasce meno abbienti della popolazione, di procurarsi viveri e generi alimentari primari;
- Bonus affitto e case under 36: permette ai giovani, tra i 20 e i 31 anni d’età, con un reddito complessivo non superiore a 15.493,71 euro, di accedere ad agevolazioni per comprare casa (fino a un massimo di 991,60 euro annui) o per affittarla (fino al 20% del canone annuo, per un massimo di 2000.00 euro annui);
Ma una misura su tutte, sta destando l’attenzione di molti.
Bonus tasse per alcune categorie
Non è un segreto che la pressione fiscale in Italia sia alta e opprimente. A causa dei recenti rincari poi, sulle varie utenze casalinghe (luce e gas) corrispondere il pagamento di determinati canoni mensili, bimensili o annui, risulta sempre più complicato.
Per venire incontro alle tante famiglie che faticano a pagare le tasse, il Governo Meloni ha ideato una serie di agevolazioni che permetteranno, a determinate categorie, di pagare tasse bassissime, così da avvertire meno la pressione fiscale.
La manovra più importanti in questo senso, è riservata ai nuovi residenti in Italia, che potranno godere di un articolo in particolare. All’articolo 24 bis del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) infatti, si legge che:
Le persone fisiche che trasferiscono la propria residenza in Italia […] possono optare per l’assoggettamento all’imposta sostitutiva dei redditi prodotti all’estero.
In altre parole, i nuovi residenti in Italia godranno di un regime fiscale forfettario, così da incentivare chiunque voglia trasferirsi nel nostro Paese.
Tuttavia, i nuovi residenti dovranno soddisfare alcuni requisiti come aver vissuto all’estero per almeno 9 anni consecutivi e avere un reddito significativo. In tal modo, potranno pagare una tassa sostitutiva di 100.000 euro sui redditi generati all’estero, per un massimo di 15 anni;
Si punta, con questa manovra, a incentivare il ritorno in Italia di professionisti che, per mancanza di opportunità o per evitare di sottostare a regimi fiscali eccessivamente costrittivi, hanno deciso di emigrare.
Ovviamente, condizione necessaria per accedere a questo particolare regime fiscale avvantaggiato, è quella di trasferire la propria residenza su suolo italiano. A occuparsi delle richieste di rimpatrio è il Ministero degli Esteri. Bisognerà presentare la dichiarazione dei redditi relativa all’anno di trasferimento della residenza e compilare correttamente il Quadro NR, appositamente dedicato ai nuovi domiciliati.