Dopo oltre un secolo di onorata carriera chiudono le cabine telefoniche in tutta Italia: sono diventate inutili e obsolete
Le cabine telefoniche hanno fatto parte della nostra storia per decenni. Basta chiederlo al buon Clark Kent che era costretto a correre nella più vicina cabina di Metropolis ogni volta che aveva necessità di trasformarsi velocemente in Superman.
E come non pensare alle cabine londinesi, entrate ormai nell’immaginario collettivo. Rimanendo in tema, non dimentichiamo che il T.A.R.D.I.S. di Doctor Who assume la forma di una cabina telefonica della polizia.
Brutte notizie per Superman, in Italia non avrà più dove cambiarsi.
L’evoluzione della tecnologia ha portato, naturalmente, a un progressivo declino delle cabine telefoniche, che nel corso degli anni sono state sostituite dai telefoni cellulari e da altre forme di comunicazione più moderne e convenienti. La diffusione capillare dei dispositivi mobili ha reso le cabine telefoniche obsolete, riducendo così la loro rilevanza e utilità per il pubblico.
L’AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha recentemente concluso una consultazione pubblica e ha stabilito che non è più necessario garantire la disponibilità delle “postazioni di telefonia pubblica stradale”, comunemente conosciute come cabine telefoniche, in tutta Italia.
Questa decisione ha importanti implicazioni per TIM, l’azienda di telecomunicazioni italiana che fino ad ora era tenuta a rispettare criteri di distribuzione delle cabine telefoniche sul territorio nazionale e a fornire determinate condizioni economiche.
Secondo le nuove direttive dell’AGCOM, TIM non dovrà più garantire la disponibilità delle cabine telefoniche al di fuori dei “luoghi di rilevanza sociale”.
Questi luoghi includono ospedali e strutture sanitarie con almeno 10 posti letto, carceri e caserme con almeno 50 occupanti. In tali luoghi, TIM dovrà continuare a fornire un servizio telefonico che rispetti le caratteristiche tipiche dei servizi pubblici, ovvero essere disponibile per chiunque ne faccia richiesta e regolato da condizioni economiche appropriate.
La decisione dell’AGCOM si basa sull’articolo 97 del Codice delle comunicazioni elettroniche, che richiede un’effettiva necessità per mantenere gli obblighi relativi al servizio di telefonia pubblica, tenendo conto delle circostanze nazionali. La consultazione pubblica avviata nel 2022 ha evidenziato uno scarso interesse per le cabine telefoniche, che non sono più percepite come indispensabili dalla maggior parte delle persone.
Del resto, chi di noi ha visto usare o, addirittura, usato una cabina negli ultimi 10 o 15 anni?
Le cabine telefoniche hanno una lunga storia che risale al 1889, quando William Gray brevettò il primo apparecchio telefonico. L’idea di creare una cabina telefonica pubblica gli venne quando la sua moglie, colta da un malore, cercò di chiamare ma nessuno le permise di usare il proprio telefono. Da lì, Gray fondò la sua azienda e iniziò ad installare cabine telefoniche in molte città.
Con il passare degli anni, l’idea delle cabine telefoniche si diffuse in tutto il mondo, compresa l’Italia. Prima dell’introduzione dell’euro, le cabine telefoniche in Italia potevano essere utilizzate mediante gettoni telefonici del valore di una telefonata (200 lire) e successivamente tramite schede telefoniche, che divennero oggetti da collezione negli anni ’80 e ’90.
Oggi, sono solo ricordi del passato. Chiunque ha uno smartphone pronto a inviare WhatsApp gratis, al costo solo di un minimo di connessione e, di certo, in situazioni di necessità nessuno andrebbe mai a sollevare cornette ferme da decenni per provare a chiedere aiuto tramite esse.
This post was published on 30 Maggio 2023 5:30
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